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La Regola Dei Terzi, La Regola Dei Terzi, La Regola...
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enrico
Messaggio: #1
Cari amici,
non so voi, ma io ne ho fin sopra i capelli nel vedere sempre citata, e spesso a sproposito, la regola dei terzi: "Bella, ma non hai rispettato la regola dei terzi!"; "Il soggetto non va mai al centro, mi son permesso di spostarlo sul terzo di sinistra"; "Ma perchè quell'orizzonte proprio al centro? Non la conosci la regola dei terzi?". Chi non posiziona i propri soggetti su uno dei quattro assi o dei quattro nodi, sembra abbia violato il codice civile e penale. Non ci si rende conto che a volte, spostare il soggetto dal centro su di un lato significa relegarlo al ruolo di quinta e spostare l'attenzione sullo sfondo. O che l'aver posizionato l'orizzonte al centro ha per fine quello di mettere in contrapposizione due realtà senza dare più importanza all'una anziché all'altra. Non ci si rende conto che quell'orizzonte storto magari è voluto per farci sentire attori e non spettatori, all'interno di quella barca nel mare in tempesta e non osservatori su di uno scoglio. Queste persone pensano che per comunicare con efficacia (per fare foto artistiche direbbero loro) è sufficiente obbedire a delle regole. Se così fosse, potremmo impostare un algoritmo ed il nostro PC diventerebbe un artista. Non si vuol capire che le scelte compositive hanno senso se contribuiscono a comunicare l'idea che si vuol comunicare e che le regole servono a chi non si sa regolare?
Scusate lo sfogo, ma ormai mi si accappona la pelle e mi si riempie il corpo di bolle quando sento nominare ancora una volta questa benedetta regola dei terzi
Enrico

Messaggio modificato da enrico il May 4 2014, 11:37 AM
2 Pagine: V   1 2 >  
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Risposte (1 - 24)
buzz
Staff
Messaggio: #2
Ciao Enrico, era tanto che non ti facevi sentire!
Cosa vuoi farci? è probabilmente l'unica regola di equilibrio statico visivo che la maggior parte conosce, per cui ci si attacca solo a quella.
Servirebbero un po' di nozioni complete sulla composizione, e spiegare che non esiste solo quella "regola" (che poi regola non è, come la regola del reciproco anti mosso) ma esistono dei criteri, violabili, sulla composizione/posizione degli oggetti nell'immagine.
io conosco una persona che sarebbe capace...
ti andrebbe di organizzare un thread/tutorial?
giovanni949
Messaggio: #3
Concordo Enrico, giorni fa mi hanno invitato a partecipare alla lezione di un corso "base" di fotografia ed alla fine ho provato a mettermi nei panni di un allievo "di primo pelo" (il mio purtroppo è molto bianco). Conclusione: se rispetto l'aurea regoletta sarò un grande fotografo se no trattasi di errore irreparabile. Il tutto era condito da immagini esemplificative che osservavano le regole ma francamente facevano accapponare la pelle. Per curiosità sono andato a vedere la Home Gallery ed erano quasi tutte eccezioni. Che vuoi farci, d'altra parte come si fa ad insegnare il bello ? Io non saprei da dove cominciare dunque ... boh?
Mazzo
Messaggio: #4
QUOTE(enrico @ May 4 2014, 12:36 PM) *
Cari amici,
non so voi, ma io ne ho fin sopra i capelli nel vedere sempre citata, e spesso a sproposito, la regola dei terzi: "Bella, ma non hai rispettato la regola dei terzi!"; "Il soggetto non va mai al centro, mi son permesso di spostarlo sul terzo di sinistra"; "Ma perchè quell'orizzonte proprio al centro? Non la conosci la regola dei terzi?". Chi non posiziona i propri soggetti su uno dei quattro assi o dei quattro nodi, sembra abbia violato il codice civile e penale. Non ci si rende conto che a volte, spostare il soggetto dal centro su di un lato significa relegarlo al ruolo di quinta e spostare l'attenzione sullo sfondo. O che l'aver posizionato l'orizzonte al centro ha per fine quello di mettere in contrapposizione due realtà senza dare più importanza all'una anziché all'altra. Non ci si rende conto che quell'orizzonte storto magari è voluto per farci sentire attori e non spettatori, all'interno di quella barca nel mare in tempesta e non osservatori su di uno scoglio. Queste persone pensano che per comunicare con efficacia (per fare foto artistiche direbbero loro) è sufficiente obbedire a delle regole. Se così fosse, potremmo impostare un algoritmo ed il nostro PC diventerebbe un artista. Non si vuol capire che le scelte compositive hanno senso se contribuiscono a comunicare l'idea che si vuol comunicare e che le regole servono a chi non si sa regolare?
Scusate lo sfogo, ma ormai mi si accappona la pelle e mi si riempie il corpo di bolle quando sento nominare ancora una volta questa benedetta regola dei terzi
Enrico


Condivido lo sfogo ma deve rimanere tale a mio parere. La regola dei terzi derivato della sezione aurea non ha nulla di diabolico
è una regola importante, così come i numeri di Fibonacci e la spirale che ne deriva. L'antica Grecia e soprattutto il rinascimento ci hanno insegnato.
Altri considerano la regola come qualcosa di divino poiché si ritiene che la natura stessa sia costruita su queste regole (vedi il testo di
U. Eco). Tuttavia concordo con Enrico nel ritenere che esiste un abuso o un riferimento distorto a questa regola e i commenti successivi lo
evidenziano bene. Ma non è l'unico argomento, spesso si fa riferimento a tecnicismi esasperanti tanto quanto la regola dei terzi.
Orizzonte storto, profondità di campo, micromosso e via dicendo.
Le fotocamere oggi ti preparano tutto preconfezionato, devi solo prenderle e scattare senza altri pensieri. Al di fuori dei meccanismi controllati
dalla fotocamera esiste un campo in cui tutto è opinabile. Ci mancherebbe davvero un algoritmo che regoli la composizione(?) e allora
è proprio finita, la fotografia intesa come espressione artistica finisce.
Enrico anche a me danno molto fastidio i vacui riferimenti alla predetta regola, una sorta di olimpo in cui tutto soggiace.
Ma se lo verifichi attentamente scopri che in una altissima percentuale i commenti sono non costruttivi, è critica spicciola.
Mi rendo conto che parlare di composizione non è facile come molti credono. Occorre esperienza, cultura e soprattutto una notevole capacità visiva
che spesso manca. Mi rendo conto di essere "pesante" ma ritengo di non essere fuori dalla realtà ed è per questo che comprendo
moltissimo la tua reazione perché la condivido.
Come vedi anch'io ho avuto il mio sfogo e ringrazio per l'occasione offertami.
In sede universitaria i predetti atteggiamenti li correggo all'istante ma purtroppo si ripetono ancora.
Ciao

riccardobucchino.com
Messaggio: #5
Ci si attacca alla regola dei terzi quando la foto fa pena e non si vuole dire a chi l'ha fatta "guarda che fa schifo!" diciamo che è un modo carino per bocciare una foto senza offendere nessuno.

Bisogna seguire la regola dei terzi? Io direi di si, nel 90% dei casi rispettarla (anche approssimativamente) rende migliore una fotografia. La "regola" dei terzi no è nata prima del gusto estetico ma DOPO, cioè non è che hanno inventato la regola e poi l'hanno applicata ma è andata al contrario, ci si è accorti nei secoli (è un "regola" antichissima) che i dipinti che avevano un rapporto 2/3 1/3 risultavano più gradevoli degli altri e da osservazioni di questo tipo si è "formulata" questa "regola". Non è come una legge che nasce per impedire a qualcuno di fare qualcosa, è un suggerimento che aiuta tutti a ottenere facilmente risultati migliori.

In alcuni generi di foto è praticamente obbligatoria, se fotografi il mare e mi metti l'orizzonte in centro la foto fa schifo, se lo metti su un terzo (quello che vuoi) la foto è 100 volte migliore, quindi si, puoi non seguire la regola, farai una foto orribile ma puoi non seguirla. In foto di architettura puoi bellamente fregartene dei terzi e puoi puntare alla simmetria o inseguire prospettive e linee varie. In un ritratto o segui la regola dei terzi (che poi porta risultati identici alla spirale aurea) oppure piazzi il soggetto al centro creando quella che recentemente è stata definita come "la prospettiva ad un punto di kubrick" e detto tra noi fa anche figo dire "qui ho applicato la regola della prospettiva ad un punto di kubrick".

Io cosa faccio? di solito scatto senza pensarci troppo, quando quel che vedo nel mirino mi piace faccio fuoco e nel 90% dei casi rispetto senza pensarci la regola dei terzi, altre volte scatto sfruttando linee e prospettive. Chiaramente puoi scattare anche a caso, se vuoi dare l'idea di caos non c'è niente di meglio che non rispettare alcuna regola ma se non è il caos quello che stai cercando allora meglio rispettare qualche regola ma io sono convinto che il rispetto delle regole deve essere automatico, istintivo e non ragionato, se ci devi pensare vuol dire che devi allenarti di più a fotografare e fare più esperienza.

Qui un esempio di regola dei terzi non rispettata che ha prodotto comunque una bella foto (arrivata seconda ad un concorso).
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.



qui altra foto che non rispetta i terzi e che personalmente adoro:
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.



qui un esempio della prospettiva ad un punto di Kubrick... (detta anche foto centrata) è palesemente un orrendo fotomontaggio con protagonista un mio collega.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

cuomonat
Messaggio: #6
Azz... queste foto non rispetterebbero la regola dei terzi? La seconda è la regola dei terzi in persona rolleyes.gif

La prima rispetta, pedissequamente, i canoni compositivi che vogliono le diagonali precise precise negli angolini.

La terza è la prospettiva centrale di Leon Battista Alberti applicata al ritratto.

Sono estremamente curioso di vedere una foto che non rispetti la regola dei terzi, o in generale le regole compostitive adottate da sempre in ogni forma figurativa, dai graffiti ad oggi.

Chi non rispetta queste regole lo fa inconsapevolmete secondo me, giusto un pivello che non è mai entrato in un museo. Tutti gli altri assimilano la composizione perché è una propensione totalmente naturale, impossibile sottrarvisi.

Un fotografo appena appena scafato, anche quando ha scattato male o in emergenza, appena può usa la taglierina e se è bravo la usa anche in modo pesante finché non ottiene l'equlìilibrio necessario per rendere guardabile una foto.

Sono migliaia di anni che si tenta di sottrarsi alle regole compositive, l'unico caso riuscito è stato quello di superare la prospettiva centrale di L.B.Alberti con l'introduzione della prospettiva aerea di Leonardo, dpodiché nessuno più si è permesso, e si che ci si è provato ma neppure le avanguardie sono riuscite ad emanciparsi da questa schiavitù.

Meglio rassegnarsi.
cuomonat
Messaggio: #7
QUOTE(cuomonat @ Jun 14 2014, 06:48 PM) *
...

Meglio rassegnarsi.

[cit.] "Infrangere le regole significa solamente cercare qualche altro modello ordinato."
PAS
Messaggio: #8
Beh, basta considerare quante siano le poesie che non rispettano la consuetudine sintattica wink.gif

Messaggio modificato da PAS il Jun 19 2014, 02:05 PM
cuomonat
Messaggio: #9
QUOTE(PAS @ Jun 19 2014, 03:01 PM) *
Beh, basta considerare quante siano le poesie che non rispettano la consuetudine sintattica wink.gif

Si ma hanno un nome, come gli anacoluti, sempre sottostanti a regole ben precise.
buzz
Staff
Messaggio: #10
QUOTE(PAS @ Jun 19 2014, 03:01 PM) *
Beh, basta considerare quante siano le poesie che non rispettano la consuetudine sintattica wink.gif


e quante di queste siano brutte.....
PAS
Messaggio: #11
QUOTE(enrico @ May 4 2014, 12:36 PM) *
Cari amici,
non so voi, ma io ne ho fin sopra i capelli nel vedere sempre citata, e spesso a sproposito, la regola dei terzi: "Bella, ma non hai rispettato la regola dei terzi!"; "Il soggetto non va mai al centro, mi son permesso di spostarlo sul terzo di sinistra"; "Ma perchè quell'orizzonte proprio al centro? Non la conosci la regola dei terzi?". Chi non posiziona i propri soggetti su uno dei quattro assi o dei quattro nodi, sembra abbia violato il codice civile e penale. Non ci si rende conto che a volte, spostare il soggetto dal centro su di un lato significa relegarlo al ruolo di quinta e spostare l'attenzione sullo sfondo. O che l'aver posizionato l'orizzonte al centro ha per fine quello di mettere in contrapposizione due realtà senza dare più importanza all'una anziché all'altra. Non ci si rende conto che quell'orizzonte storto magari è voluto per farci sentire attori e non spettatori, all'interno di quella barca nel mare in tempesta e non osservatori su di uno scoglio. Queste persone pensano che per comunicare con efficacia (per fare foto artistiche direbbero loro) è sufficiente obbedire a delle regole. Se così fosse, potremmo impostare un algoritmo ed il nostro PC diventerebbe un artista. Non si vuol capire che le scelte compositive hanno senso se contribuiscono a comunicare l'idea che si vuol comunicare e che le regole servono a chi non si sa regolare?
Scusate lo sfogo, ma ormai mi si accappona la pelle e mi si riempie il corpo di bolle quando sento nominare ancora una volta questa benedetta regola dei terzi
Enrico


Ciao Enrico
Argomento annoso, quello delle “regole” nella comunicazione (non a caso lo associo alla regole sintattiche entro le quali può o meno correre la comunicazione scritta).
L’efficacia del messaggio espressivo può essere supportato e rafforzato dall’osservanza di canoni universalmente accettati. Ma non è vero il reciproco: ovvero che un messaggio formalmente corretto sia, solo per questo, efficace.
Questo nella comunicazione in generale e nella fotografia in particolare.

Premesso questo, ritengo che “il fare le pulci” ad aspetti formali di un’immagine, anziché tentare di metabolizzarne il contenuto espressivo faccia parte di una prima fase del percorso fotografico di molti di noi, ovvero di quella nella quale, magari imbottiti di nozioni di base, si tentano i primi approcci critici.
E la parte più “facile” è il confronto tra “ciò che si vede” nell'immagine con le nozioni che si sono assimilate.
Poi vi sarà chi, superata questa fase, sviluppa una propria capacità critica (ed autocritica) più matura, tale da condurlo oltre ai semplici formalismi delle regole, e chi invece vi resta ancorato.
Anche qui è questione di passione, perseveranza, volontà nel proprio percorso di maturazione e magari anche di qualche background culturale di base.
cuomonat
Messaggio: #12
QUOTE(PAS @ Jun 20 2014, 01:37 PM) *
...
L’efficacia del messaggio espressivo può essere supportato e rafforzato dall’osservanza di canoni universalmente accettati. Ma non è vero il reciproco: ovvero che un messaggio formalmente corretto sia, solo per questo, efficace.
Questo nella comunicazione in generale e nella fotografia in particolare.

...

Perdona, come spieghi l'efficacia del messaggio pubblicitario? Io ci vedo solo forma e niente contenuto, dove per contenuto intendo il prodotto pubblicizzato.
Ricordo sempre le musiche, le modelle, le location (caratteri formali), ma faccio fatica a ricordare i prodotti, l'ho notato quando volendo cercare una canzone di cui non conoscevo il titolo dovevo almeno ricordare il brand da inserire come chiave per la ricerca. Forse si tratta di una tecnica estrema che fissa l'attenzione su codici ben più efficaci che rimandano in seconda battuta, non senza sforzo nel mio caso, al messaggio sotteso?

Messaggio modificato da cuomonat il Jun 20 2014, 02:09 PM
PAS
Messaggio: #13
Sì, beh qui la tecnica di comunicazione è più complessa ed ovviamente differente tra immagine pubblicitaria e spot pubblicitario.

L’immagine è statica e c’è tutto il tempo per “digerirla”, quindi le regole compositive hanno lo scopo di guidarne la lettura. In generale di attrarre immediatamente l’attenzione sul “soggetto” (es modella) per poi guidarla all’”oggetto” (es prodotto di bellezza). Non a caso è prevalente la regola compositiva di soggetto a sinistra ed oggetto a destra o, ancora più frequente: soggetto in alto e prodotto subito sotto.
Questo non per seguire una formalità di composizione fotografica, ma la nostra naturale predisposizione al senso di lettura di un messaggio visivo.

Lo spot pubblicitario in video è un ambito che conosco poco dal punto di vista tecnico e quindi posso solo valutarlo banalmente da “ciò che mi resta” dopo averlo visto.
Anch’io, come te, spesso mi ricordo musica, location, soggetti, ma non ricordo l’oggetto dello spot. Sbaglierò ma ritengo che, in questo caso, lo spot abbia sostanzialmente fallito il suo target, dato che una regola fondamentale della comunicazione afferma che la “responsabilità” dell’efficacia del messaggio è sempre di chi lo comunica.
A meno che, come ipotizzi, il gioco comunicativo non sia più complesso e si basi su una sorta di attenzione subliminale che maturerà “a posteriori”
cuomonat
Messaggio: #14
Ogni volta che guardo questa foto (molto simile alla seconda di Riccardo) mi sorprendo sempre nel constatare come il mio sguardo corra subito a cercare la simmetria dello sfondo e subito dopo l'incrocio delle linee su a destra, infine scorre sull'intera figura in prima in primo piano notandone le particolarità.

La ricerca della simmetria è stata solo perfezionata in fase di PP, rifilando di pochissmo l'immagine e correggendo lievemente la prospettiva, solo perché è stata scattata al volo a mano libera; avessi avuto un cavalletto non ci sarrebbe stato bisogno, avrei compsto sul posto, ma istintivamente avevo già operato tutte le scelte.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

miciagilda
Messaggio: #15
QUOTE(buzz @ May 4 2014, 02:56 PM) *
Ciao Enrico, era tanto che non ti facevi sentire!
Cosa vuoi farci? è probabilmente l'unica regola di equilibrio statico visivo che la maggior parte conosce, per cui ci si attacca solo a quella.
Servirebbero un po' di nozioni complete sulla composizione, e spiegare che non esiste solo quella "regola" (che poi regola non è, come la regola del reciproco anti mosso) ma esistono dei criteri, violabili, sulla composizione/posizione degli oggetti nell'immagine.
io conosco una persona che sarebbe capace...
ti andrebbe di organizzare un thread/tutorial?


A me interesserebbe moltissimo.
Ho letto e sto leggendo molto sulla composizione e sui diversi generi fotografici ma, come spesso accade, più "so" e più dubito... come dice il Piccolomini... o il Trivial. messicano.gif

O meglio: io non dubito che i libri che leggo non dicano cose vere e corrette, ma poi in giro trovo sempre più opinioni contrarie e sempre più spesso certe regole vengono, come ad esempio in questo 3D, considerate una sterile scocciatura o una mera convenzione restrittiva della creatività.

Vorrei capire dove sta il "centro". E mi piacerebbe imparare dell'altro.
Trasformare un 3D di "sfogo" in uno di cultura fotografica sarebbe molto apprezzabile. smile.gif

QUOTE(PAS @ Jun 20 2014, 03:17 PM) *
Sì, beh qui la tecnica di comunicazione è più complessa ed ovviamente differente tra immagine pubblicitaria e spot pubblicitario.

L’immagine è statica e c’è tutto il tempo per “digerirla”, quindi le regole compositive hanno lo scopo di guidarne la lettura. In generale di attrarre immediatamente l’attenzione sul “soggetto” (es modella) per poi guidarla all’”oggetto” (es prodotto di bellezza). Non a caso è prevalente la regola compositiva di soggetto a sinistra ed oggetto a destra o, ancora più frequente: soggetto in alto e prodotto subito sotto.
Questo non per seguire una formalità di composizione fotografica, ma la nostra naturale predisposizione al senso di lettura di un messaggio visivo.

Lo spot pubblicitario in video è un ambito che conosco poco dal punto di vista tecnico e quindi posso solo valutarlo banalmente da “ciò che mi resta” dopo averlo visto.
Anch’io, come te, spesso mi ricordo musica, location, soggetti, ma non ricordo l’oggetto dello spot. Sbaglierò ma ritengo che, in questo caso, lo spot abbia sostanzialmente fallito il suo target, dato che una regola fondamentale della comunicazione afferma che la “responsabilità” dell’efficacia del messaggio è sempre di chi lo comunica.
A meno che, come ipotizzi, il gioco comunicativo non sia più complesso e si basi su una sorta di attenzione subliminale che maturerà “a posteriori”


Per quel poco di marketing che ho studiato, l'obiettivo del messaggio è raggiunto quando il consumatore sceglie (anche inconsapevolmente) quel prodotto tra gli altri sugli scaffali. Poco importa se coscientemente o mnemonicamente non ricollega lo spot al marchio: il cervello registra le informazioni anche se non ce ne accorgiamo. wink.gif


ciao,
Katia
Emergent87
Iscritto
Messaggio: #16
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jun 14 2014, 02:07 PM) *
Ci si attacca alla regola dei terzi quando la foto fa pena e non si vuole dire a chi l'ha fatta "guarda che fa schifo!" diciamo che è un modo carino per bocciare una foto senza offendere nessuno.

Bisogna seguire la regola dei terzi? Io direi di si, nel 90% dei casi rispettarla (anche approssimativamente) rende migliore una fotografia. La "regola" dei terzi no è nata prima del gusto estetico ma DOPO, cioè non è che hanno inventato la regola e poi l'hanno applicata ma è andata al contrario, ci si è accorti nei secoli (è un "regola" antichissima) che i dipinti che avevano un rapporto 2/3 1/3 risultavano più gradevoli degli altri e da osservazioni di questo tipo si è "formulata" questa "regola". Non è come una legge che nasce per impedire a qualcuno di fare qualcosa, è un suggerimento che aiuta tutti a ottenere facilmente risultati migliori.

In alcuni generi di foto è praticamente obbligatoria, se fotografi il mare e mi metti l'orizzonte in centro la foto fa schifo, se lo metti su un terzo (quello che vuoi) la foto è 100 volte migliore, quindi si, puoi non seguire la regola, farai una foto orribile ma puoi non seguirla. In foto di architettura puoi bellamente fregartene dei terzi e puoi puntare alla simmetria o inseguire prospettive e linee varie. In un ritratto o segui la regola dei terzi (che poi porta risultati identici alla spirale aurea) oppure piazzi il soggetto al centro creando quella che recentemente è stata definita come "la prospettiva ad un punto di kubrick" e detto tra noi fa anche figo dire "qui ho applicato la regola della prospettiva ad un punto di kubrick".

Io cosa faccio? di solito scatto senza pensarci troppo, quando quel che vedo nel mirino mi piace faccio fuoco e nel 90% dei casi rispetto senza pensarci la regola dei terzi, altre volte scatto sfruttando linee e prospettive. Chiaramente puoi scattare anche a caso, se vuoi dare l'idea di caos non c'è niente di meglio che non rispettare alcuna regola ma se non è il caos quello che stai cercando allora meglio rispettare qualche regola ma io sono convinto che il rispetto delle regole deve essere automatico, istintivo e non ragionato, se ci devi pensare vuol dire che devi allenarti di più a fotografare e fare più esperienza.

Qui un esempio di regola dei terzi non rispettata che ha prodotto comunque una bella foto (arrivata seconda ad un concorso).



qui altra foto che non rispetta i terzi e che personalmente adoro:



qui un esempio della prospettiva ad un punto di Kubrick... (detta anche foto centrata) è palesemente un orrendo fotomontaggio con protagonista un mio collega.




Perfetta la citazione di Kubrick.
La foto della ragazza al centro mi ha ricordato tutto Shining (guardate come compone le inquadrature.
Kubrick lo fa perché quelle composizioni sono funzionali alla storia, alla sua poetica.
Magari rispettando i terzi alcune immagini sarebbero state più "equilibrate", ma avrebbero perso tutto il loro senso.
Esiste un linguaggio funzionale a quello che si vuole dire...se la "regola" non mi permette di esprimermi allora che vada a farsi benedire.
La verità secondo me è che certe "regole" vengono sostenute da chi non conosce la storia dell'arte o del cinema o della fotografia.
Passate dal cinema classico americano (Hawks, Ford, Hitchcock, Lubitsch, Lang, Wilder...) al cinema della modernità (Truffaut, Godard, Antonioni...) e già vi renderete conto che parlare oggi di "regole" è quantomeno anacronistico...secondo me spesso dettato da ignoranza.
Guardate esponenti della fotografia strutturalista: Rodchenko http://4.bp.blogspot.com/-3b4-Zartktw/TVZV...rodchenko-4.jpg.
Allora si capisce che già nei '20/'30 del '900 la fotografia si interrogava su diverse modalità di composizione (che in molti casi andava incontro a diverse modalità architettoniche introdotte dal movimento moderno).
Praticamente diventa impossibile essere originali (vedi inquadrature dal basso verso l'alto molto esasperate), ma se una modalità è funzionale ad un'idea, ad un messaggio, allora tutto è lecito!
cuomonat
Messaggio: #17
QUOTE(TheSandman @ Nov 9 2014, 12:25 PM) *
Perfetta la citazione di Kubrick.
La foto della ragazza al centro mi ha ricordato tutto Shining (guardate come compone le inquadrature.
Kubrick lo fa perché quelle composizioni sono funzionali alla storia, alla sua poetica.
Magari rispettando i terzi alcune immagini sarebbero state più "equilibrate", ma avrebbero perso tutto il loro senso.
Esiste un linguaggio funzionale a quello che si vuole dire...se la "regola" non mi permette di esprimermi allora che vada a farsi benedire.
La verità secondo me è che certe "regole" vengono sostenute da chi non conosce la storia dell'arte o del cinema o della fotografia.
Passate dal cinema classico americano (Hawks, Ford, Hitchcock, Lubitsch, Lang, Wilder...) al cinema della modernità (Truffaut, Godard, Antonioni...) e già vi renderete conto che parlare oggi di "regole" è quantomeno anacronistico...secondo me spesso dettato da ignoranza.
Guardate esponenti della fotografia strutturalista: Rodchenko http://4.bp.blogspot.com/-3b4-Zartktw/TVZV...rodchenko-4.jpg.
Allora si capisce che già nei '20/'30 del '900 la fotografia si interrogava su diverse modalità di composizione (che in molti casi andava incontro a diverse modalità architettoniche introdotte dal movimento moderno).
Praticamente diventa impossibile essere originali (vedi inquadrature dal basso verso l'alto molto esasperate), ma se una modalità è funzionale ad un'idea, ad un messaggio, allora tutto è lecito!

La regola dei terzi, come tutte le regole compositive, servono proprio a rendere efficace il linguaggio espressivo.
L'errore è pensare che esista o si debba ridurre tutto alla regola dei terzi, e che Kubrick abbia fatto ricorso solo alla prospettiva a punto centrale, ma è palese che diverse regole compostive siano funzionali a diverse forme espressive senza iignorare i diversi momenti che compongono il racconto-messaggio. I cubisti lo avevano capito, destrutturando l'immagine e costringendo lo spettatore a prendersi il tempo necessario per tradurre l'artificio messo in atto dal pittore per rendere l'idea di tridimensionalità in oggetto bidimensionale, dato che osservando un'immagine a due dimensioni il cervello ci obbliga a trovare una coerenza a due dimensioni.
La prospettiva non è una e una sola possibile, il suo scopo è di assegnare le corrette proporzioni come le percepiamo.
E' ovvio e scontato che un autore scelga la prospettiva adatta per restituire le giuste proporzioni agli elementi che vuole enfatizzare e ai volumi che intende rappresentare, come sempre fa la prospettiva su qualunque immagine 2D per ricreare un effetto simil-3D.
S.Kubrick utilizza la one point perspective, per suscitare un tipo di emozione che mette a disagio il pubblico, perché è questo che viene percepito dal cervello e questo l'autore vuole fare; se fai una foto che vuole mettere a disagio il tuo osservatore Kubrick ti offre vari esempi cui ispirarti, ma sarebbe riduttivo attribuire a S.K. il solo uso della prospettiva a punto centrale, non sarebbe il grande artista che è se fosse un pedissequo e monocorde fautore di un singolo punto di vista.
Io posso ricorrere alla prospettiva a punto centrale se faccio un mezzo busto con il grandangolare, perché sono consapevole della distorsione prospettica indotta dal grandangolare sul primo piano quando risulti decentrato e dell'effetto deleterio che ne scaturisce sulle proporzioni di un viso. Se uso un medio o lungo tele scelgo la prospettiva centrale quando ho uno sfondo simmetrico, perché si armonizza con la simmetria dell'insieme senza distrarre l'attenzione ed applicando lo strutturalismo al linguaggio fotografico, così sei contento pure tu.
La cosa che mi pare più strana, per uno che usa le parole come bombe cluster, come fai tu, è che confondi assimilando prospettiva e composizione, la parte ed il tutto; bell'esempio di cultura strutturalista.
rattiva
Messaggio: #18
(A me mi piace) che sia tutto in centro possibilmente forse uno spazio maggiore davanti al soggetto quando si tratta di una persona , animale ,bicicletta o qualsiasi
cosa fotografo.
Poi possibilmente a fuoco sul soggetto principale,
Ma una volta ho sentito parlare della regola dei terzi , forse boh!!! hmmm.gif
buzz
Staff
Messaggio: #19
la regola dei terzi.....
sembra che queste regole siano norme dettate da politici!
Le regole di composizione non nascono prima della composizione stessa.
Nel corso degli anni, in arte figurativa, si sono guardate migliaia di opere, ed è risultato che le più gradevoli alla vista erano quelle con un certo equilibrio compositivo.
Chi di voi conosce il quadro della xxx con bambino in braccio, con dipinta una mela su un tavolo, proprio sotto il sederino del bambino? (purtroppo non riesco a trovarlo in rete, perché non ricordo l'autore).
Ebbene, la lezione di disegno intendeva mostrare come quella mela, apparentemente inutile nella narrazione figurativa, servisse invece a riequilibrare una struttura altrimenti pendente verso un lato del quadro.

Allo stesso modo, nella maggior parte delle composizioni, dato l'andamento dello sguardo in una immagine, si è scoperto che inserendo il soggetto principale nella zona aurea, questo risultava più equilibrato-

Questo non significa che una foto come quella presentata da riccardo sia "sbagliata" perché fuori regola. Tutt'altro! la bellezza di quella immagine sta proprio nella centralità del soggetto, racchiuso tra diverse cornici.
Ma cosa sarebbe successo se la ragazza fosse stata fotografata in centro, e nessun elemento le fosse presente attorno?
Provate a cancellare l'ambiente e a immetterla in un altro asimmetrico.
verrà naturale per l'occhio del compositore spostarla fino a che la foto non avrà riacquistato un serto equilibrio.
kalonik
Messaggio: #20
QUOTE(PAS @ Jun 20 2014, 12:37 PM) *
Ciao Enrico
Argomento annoso, quello delle “regole” nella comunicazione (non a caso lo associo alla regole sintattiche entro le quali può o meno correre la comunicazione scritta).
L’efficacia del messaggio espressivo può essere supportato e rafforzato dall’osservanza di canoni universalmente accettati. Ma non è vero il reciproco: ovvero che un messaggio formalmente corretto sia, solo per questo, efficace.
Questo nella comunicazione in generale e nella fotografia in particolare.

Premesso questo, ritengo che “il fare le pulci” ad aspetti formali di un’immagine, anziché tentare di metabolizzarne il contenuto espressivo faccia parte di una prima fase del percorso fotografico di molti di noi, ovvero di quella nella quale, magari imbottiti di nozioni di base, si tentano i primi approcci critici.
E la parte più “facile” è il confronto tra “ciò che si vede” nell'immagine con le nozioni che si sono assimilate.
Poi vi sarà chi, superata questa fase, sviluppa una propria capacità critica (ed autocritica) più matura, tale da condurlo oltre ai semplici formalismi delle regole, e chi invece vi resta ancorato.
Anche qui è questione di passione, perseveranza, volontà nel proprio percorso di maturazione e magari anche di qualche background culturale di base.

Io mi trovo in pieno accordo con "PASS" mi permetto di prendere in prestito ogni espressione perché in pieno accordo col mio modo di vedere la cosa.
Mi permetterei di aggiungere che la suddetta regole con i molteplici appigli e punti di forza dovrebbe essere un punto di partenza .
Cordiali saluti, kalo.
lexio
Messaggio: #21
A dire la verità, di regole compositive ce ne sono moltissime e gli artisti se ne sono sempre serviti, da migliaia di anni.
A mio avviso la regola che sta davvero uccidendo la fotografia è la regola del "mi piace". E allora, per riuscire a produrre foto che ottengano più "mi piace" , si va ad un corso di fotografia dove si insegnano 4 caxxate, la regola dei terzi, et voilà! Si diventa per magia grandi fotografi. Che poi, guarda caso, il reticolo del mirino divide il fotogramma in terzi.. quindi, è facile per tutti tenere sotto occhio il mirino e seguire pedissequamente questa regoletta, producendo così immagini sempre più stereotipate.
Luca C.
Messaggio: #22
Bruce Barnbaum parla (malissimo) della regola dei terzi nel suo libro The Art of Photography.
Secondo lui la regola dei terzi deriva da uno studio fatto attorno al 1850 da un professore di statistica (che non aveva competenze artistiche) aiutato da alcuni critici d'arte (che non avevano competenze di statistica). La sua opinione è che questa regola non ha né basi scientifiche né tantomeno artistiche, e che dunque va semplicemente ignorata.

Luca
buzz
Staff
Messaggio: #23
La regola dei terzi non è una imposizione,
Il problema di tutti questi studiosi è che vogliono date un motivo logico e concreto a questo tipo di composizione.
Come spiegare perchè il cioccolato piace di più del pistacchio o lo stufato piace meno dello spezzatino.
Intanto di rientra in quelli che sono i "gusti" personali,
Però questa regola parte al contrario dalla pratica. Si è "notato" che piacciono di più le composizioni equilibrate di quelle che generano tensione visiva, e da lì si pafrte con lo studio teorico. Ognuno lo spieghi a modo suo, ma la realtà dei fatti non la cambi.

un po' come la musica. Piace di più quella che segue determinate regole compositive però poi hanno inventato la dodecafonica.
C'è chi la trova interessante, c'è a chi piace, c'è chi la trova cacofonica.
Ma c'è.
pes084k1
Messaggio: #24
QUOTE(cuomonat @ Nov 10 2014, 12:29 PM) *
La regola dei terzi, come tutte le regole compositive, servono proprio a rendere efficace il linguaggio espressivo.
L'errore è pensare che esista o si debba ridurre tutto alla regola dei terzi, e che Kubrick abbia fatto ricorso solo alla prospettiva a punto centrale, ma è palese che diverse regole compostive siano funzionali a diverse forme espressive senza iignorare i diversi momenti che compongono il racconto-messaggio. I cubisti lo avevano capito, destrutturando l'immagine e costringendo lo spettatore a prendersi il tempo necessario per tradurre l'artificio messo in atto dal pittore per rendere l'idea di tridimensionalità in oggetto bidimensionale, dato che osservando un'immagine a due dimensioni il cervello ci obbliga a trovare una coerenza a due dimensioni.
La prospettiva non è una e una sola possibile, il suo scopo è di assegnare le corrette proporzioni come le percepiamo.
E' ovvio e scontato che un autore scelga la prospettiva adatta per restituire le giuste proporzioni agli elementi che vuole enfatizzare e ai volumi che intende rappresentare, come sempre fa la prospettiva su qualunque immagine 2D per ricreare un effetto simil-3D.
S.Kubrick utilizza la one point perspective, per suscitare un tipo di emozione che mette a disagio il pubblico, perché è questo che viene percepito dal cervello e questo l'autore vuole fare; se fai una foto che vuole mettere a disagio il tuo osservatore Kubrick ti offre vari esempi cui ispirarti, ma sarebbe riduttivo attribuire a S.K. il solo uso della prospettiva a punto centrale, non sarebbe il grande artista che è se fosse un pedissequo e monocorde fautore di un singolo punto di vista.
Io posso ricorrere alla prospettiva a punto centrale se faccio un mezzo busto con il grandangolare, perché sono consapevole della distorsione prospettica indotta dal grandangolare sul primo piano quando risulti decentrato e dell'effetto deleterio che ne scaturisce sulle proporzioni di un viso. Se uso un medio o lungo tele scelgo la prospettiva centrale quando ho uno sfondo simmetrico, perché si armonizza con la simmetria dell'insieme senza distrarre l'attenzione ed applicando lo strutturalismo al linguaggio fotografico, così sei contento pure tu.
La cosa che mi pare più strana, per uno che usa le parole come bombe cluster, come fai tu, è che confondi assimilando prospettiva e composizione, la parte ed il tutto; bell'esempio di cultura strutturalista.


Il problema compositivo è il bilanciamento. Posso mettere una cosa al centro, ma le due masse laterali devono essere bilanciate. Se metto il soggetto a destra, devo avere qualcosa a sinistra, idem sulle diagonali, da qui la regola dei terzi in varie salse. Quella delle diagonali che finiscono all'angolo, delle quinte o della separazione al centro sono relazionate al bilanciamento, ma in realtà nella foto del palazzo in prospettiva in apertura non succedeva nulla con una violazione.
Una regola non scritta è che le masse bilanciate dovrebbero avere circa la stessa nitidezza.

A presto telefono.gif

Elio
marcopd89
Messaggio: #25
Ciao Enrico;concordo con te in parte, perchè le regole della fotografia questa come le altre, servono al fotografo a sua piacere e libertà.
Io seguo le regole solo quando il mio stomaco mi dice di seguire.
Sperò che mi hai capito e mi avete capito.
Buona serata.
Marco
 
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