Questa foto, una tra tante presa per caso su un altro sito e volutamente da uno sconosciuto, ha avuto un'ottima votazione su photo.net:
Ho scelto questa perché è emblematica dell'insopportazione che vorrei esprimere. E' esteticamente piacevole, ma a ben guardare è l'apoteosi della ruffianaggine: risponde a tutti gli stereotipi esistenti al mondo: la regola dei terzi, colori belli saturi che non li vedi manco sotto LSD, il cielo per 1/3 del fotogramma, cielo che dev'essere tormentato, il mare che dev'essere così su 2/3, i massi che devono dare profondità, l'inclinazione dell'inquadratura che aumenta ancora il senso di profondità, l'uso del grandangolo, ecc. Insomma, mettendo assieme, senza la più piccola briciola di orginalità, tutti gli ingredienti da Bignami della fotografia, si riesce a spuntare un voto elevato e l'approvazione di una tipica platea internettiana.
Perché ce l'ho con questo tipo di foto? Perchè l'ho vista 685468426824 volte e vorrei vederne altre, vorrei essere stupito, vorrei delle visioni personali, vorrei foto che non fossero fotocopie, ma VISIONI, visioni personali e originali.
Ma più che altro vorrei (utopia) che fossimo tutti stra-annoiati da queste foto... e invece....
Altro esempio, voti altissimi:
Cos'ha questa? provo a dirlo io: colori da pennarello Uniposca, diagonale discendente tirata con il righello, e poi ovviamente l'autore che se ne va in giro nel bosco con filtro ND4. Perché? Perchè ha "imparato" che il ruscello si fa con tempo lungo così "viene l'acqua mossa che si fa così".
Mi chiedo? Si fa così perchè? Per aggiungere l'ennesima foto alla lista dei ruscelli mossi?
Questi erano solo 2 esempi a casaccio, ma la questione è ben più vasta. A me sembra, che nell'omologazione generale del gusto, si tenda tutti alla stessa foto, finché un giorno si FARA' tutti la stessa foto, applaudendo pure la straordnaria similitudine tra le migliaia di fotocopie realizzate.
Fortuna che ogni tanto c'è qualche pazzo visionario farneticante che VEDE altro.
Ma tu credi addirittura che siano foto originali?
Io non ci credo, si direbbero proprio volgari taglia e cuci.
Soprattutto nella seconda, quell'acqua che sembra vaselina ha più l'aria di provenire da pesanti (e mal fatti) ritocchi software...
Come carico da undici, ho visto di recente un servizio su Oggi Gente o Vattelapesca, in cui venivano idealizzate come "maggiche" delle orribili foto con fiorellini banalmente sovrapposti a delle gocce d'acqua.
E' il gusto ad essere rovinato, ammetto di faticare anch'io a volte a non farmi travolgere da passioni "de panza", purtroppo non è neppure facile distinguere fra l'originale e il plagio...
Alessandro
Bel TEMA, complimenti Alessandro.
Quello che dici è verissimo, certi scatti raccolgono il consenso della platea internet.
Ma non è a mio avviso un consenso unanime.
Su questo stesso Forum c'è, per esempio, una corrente che è assolutamente a favore di un tipo di fotografia "vera", "al volo", spontanea, imperfetta a cominciare dall'eventuale scansione da pellicola.
E' una corrente che io non condivido del tutto ma che è bene che ci sia, perchè ci riporta tutti con i piedi per terra.
Personalmente non sono contrario alla postproduzione, anzi, credo che sia quasi sempre indispensabile, ma sono altresì convinto che una eventuale scelta di campo vada fatta in base all'impiego finale a cui è destinato uno scatto. Foto come quelle che mostri possono andare benissimo sul web o su stampati di un certo tipo. Proprio perchè il pubblico generalista che ne sarà l'ultimo e definitivo fruitore ha dimostrato in questi anni di apprezzarli molto.
Il tema è, ripeto, interessantissimo. Mi auguro che questo tuo intelligente thread abbia un seguito di partecipazione almeno uguale a quelli in materia di alti ISO sulle nuove reflex.
Ciao e grazie.
Paolo
Paolo, siamo in pochi ma ci siamo... magari abbiamo gia' il vaccino verso alti ISO e raffica da 11 fps
Bel tema alessandro, con alcuni ottimi spunti su cui ragionare.
1) la PP croce e delizia dei fotoamatori provetti
2) La voglia di uscire fuori dagli schemi
In merito alla PP, non mi frega tanto sapere se c'e' e come e' stata fatta, ma se il risultato mi piace, x me va bene tutto, anche copia e incolla etc. (certo alessandro2, non e' questo il caso, queste foto pur carine sono a mio avviso anche fatte male).
In merito agli schemi e all'omologazione, credo che x uscirne fuori bisogna sapere cosa ci sta dentro... nel senso che bisogna prima conoscere o imparare a fare le cartoline e poi metterci di tuo, in tutti i generei fotografici.
Nel mio piccolo mi sforzo di farlo ma spesso, quando alle riviste con cui collaboro mostro reportage storcono il naso, se invece gli passi un banalissimo paesaggio col cielo strasaturo e il fiorellino rosso in primo piano sbavano come bambini... magari un giorno, le riviste decideranno di asumere un photoeditor, nel frattempo bisognera' convivere con i redattori old style e con le cartoline strasature...
a presto
G.
Trovo questa discussione molto interessante.
Uno dei problemi del digitale è il ricorso all post-produzione. Anch'io non sono contrario alla PP in linea di principio.Però forse questa affermazione non basta, è necessario distinguere: c'è PP e PP. C'è una PP 'cattiva' che interviene pesantemente sull'oggetto della fotografia, ne cambia i parametri fondamentali, in una parola lo stravolge. L'effetto di questa elaborazione è anche quello lamentato da chi mi ha preceduto e cioè l'omologazione dei gusti estetici.
E c'è una PP 'sostenibile' che serve ad ovviare alle debolezze dell'immagine digitale (rispetto a quella analogica): quando ci limitiamo ad intervenire sui valori di base (esposizione, luminosità, contrasto, nitidezza), secondo me facciamo un'operazione più corretta, cioè facciamo una PP sostenibile. Cerchiamo di usare la tecnologia per ridurre il gap con l'immagine analogica che ci ha abituato a livelli qualitativi superiori. Già l'intervento sulla saturazione dei colori va oltre la sostenibilità perché riscrive il mondo con una tavolozza di colori che non trova corrispondenza con la realtà.
Ciao Alessandro,
è un discorso intereressante e complesso.
Credo ci siano due componenti da esaminare, componenti che danno come risultante, delle immagini stereotipe. Intanto, è da notare che non si tratta di fotografi principianti, in considerazione del bagaglio tecnico che le immagini dimostrano essere in dotazione agli autori. Prescindo naturalmente dalle immagini specifiche ed espongo il mio pensiero.
1 - Occorre chiedersi, quando si legge una immagine, anche quale è il destinatario della stessa, colui o coloro che l'autore aveva in mente quando l'ha prodotta. Non sempre si fotografa "per se stessi". Il fotografo professionista scatta "per il committente", cerca di soddisfarne i desideri.
Sto leggendo "Fotografia e società". Parlando dei ritrattisti, l'autrice cita Nadar e le sue splendide foto di intento artistico-espressivo, molte delle quali regalava. Erano foto nelle quali traspariva l'anima del ritrattato. Poi cita Disderi e le sue "cart de visite" con fine prettamente commerciale, quasi industriale, ma con un notevole abbassamento della qualità. Immagini tutte simili, stereotipate.
Spesso, quando la foto ha come scopo l'esposizione, in una mostra o sul web, il destinatario è "la giuria". Il fotografo in cerca di plausi e di premi, si adegua al gusto corrente. Se la cosa funziona e la foto "banale" è premiata, ciò va a demerito di entrambe le parti.
2 - E' da osservare anche, che non tutti hanno lo stesso livello di creatività. Quando mancano le idee e la fantasia, si ricalcano i modelli che vanno "di moda". E' sempre stato così. Negli anni del pittorialismo, abbondavano i paesaggi con le greggi al tramonto, i pescatori seduti sui pontili, le contadine sui viottoli di campagna.
Direi che quando si comincia, è pressoché normale. Poi si cresce e si cerca di esprimere qualcosa di originale.
A volte c'è qualcuno che rompe gli schemi in maniera geniale ed apre ad un nuovo modo di vedere. Agli inizi crea scandalo in alcuni, entusiasmo in altri.
Nasce una nuova corrente che, passato un po' di tempo diventa anch'essa uno stereotipo ed una massa di fotografi corre a scimmiottarla.
Un saluto
Enrico
dico solo che hai ragione
e aggiungo che dire delle riprese solo con colori saturi o troppo urlati ....
ma in quanti siamo qui ?
e poi togliere è più difficile di aggiungere, sarà che non ho mai sopportato il manierismo
Ciao Ragazzi,
ottimo argomento, per fortuna ogni tanto i buoni argomenti non mancano.
Vi racconto questa:
Non ricordo quale sito tra photonet/flirck/Ciccionet era stata presentata una foto, un bel bianco e nero soggetto scala di un palazzo vista dall'alto leggermente decentrata e sul bordo esterno omino su bici mosso, i commenti sono stati molto particolari tra i quali perche' il ciclista e' mosso, perche' quella inquadratura o prendi il ciclista o prendi la scala, bella pero' bisogna impegnarsi di piu'...eccetera.....Ora la foto era stata messa a posta per provare la qualita'e la conoscenza della fotografia dei fotoamatori presenti sul sito e non e' venuto fuori granche' a mio parere...ma questo succedeva anche ai tempi dei Fotoclub.
un saluto :-)
Francesco
PS: Dimenticavo......la foto era di Henri Cartier Bresson!!!!
Bel tema..
visto che si parla anche di PP: oggi per essere un "pazzo visionario" non basta più avere reflex e obbiettivi, ma anche un PC, un programma di fotoritocco ed essere bravi a stravolgere le proprie foto e, ovviamente, avere le idee molto chiare del risultato finale che si vuole ottenere ed è qui che interviene il genio che non tutti hanno.. oggi grazie al digitale sempre + persone si possono permettere una macchina fotografica e il tempo che queste impiegano per raggiungere un buon livello tecnico è molto breve e meno dispendioso! Oggi è quello che avviene dopo lo scatto a caratterizzare maggiormente le proprie foto...ahime!
Bella discussione, io credo che il punto non è la PP leggera o pesante che sia, anche con la pellicola c'era in camera oscura la possibilità di agire anche pesantemente sul risultato finale, il digitale ha portato ad una ricerca che va oltre lo scatto, ma unisce un pensiero anche astratto ad una immagine. Il punto nodale, per me, sta proprio nell'omologazione, nella pedante e ossequiosa assonanza alle regole e ai dettami della 'buona tecnica fotografica' che ben lungi dal riportare quello che nell'animo giace e vuole emergere, porta ad una ripetizione quasi ossessiva di immagini che solo all'apparenza sono diverse, ma ad uno sguardo attento, identiche e spesso vuote, perchè scattate come automi e non come uomini.
Un saluto a tutti
Stefano
Mi fa piacere che ci sia questa partecipazione e ringrazio tutti dei contributi. Stefano Petitti ha ricondotto la discussione proprio al mio intento originario: non è tanto la post-produzione o il metodo digitale ad essere indiscussione infatti. Tra l'altro ho sempre rivendicato il fatto che l'individuo con velleità artistiche, piccolo dilettante o grande professionista che sia, possa usare liberamente tutti i mezzi a sua disposizione. Io piuttosto leggo e giudico il risultato finale. I modi contano, ma il risultato conta di più. Quando poi si entra in questa discussione chimico vs digitale, postproduzione si/no, mi viene sempre spontaneo ricordare che tutti quanti sono stati in una camera oscura hanno fatto postproduzione, e che gente come Ansel Adams (o Salgado per parlar dei vivi) stravolge le stampe finali con uno strenuo lavoro di mascherature in camera oscura. Insomma, cambiano le modalità di PP, ma niente di veramente nuovo, si cambia l'ingranditore con un pc e si imparano altre tecniche.
Ma il punto è un altro: il Gusto Unico.
Come giustamente fatto osservare, qualche voce fuori dal coro c'è; se però volesse emergere professionalmente e vendere le sue foto, probabilmente un photo editor qualunque lo costringerebbe a morire di fame per via del suo prodotto "non conforme". Più probabilmente lo "addomesticherebbe" riportandolo nell'alveo del "fotograficamente corretto". Cioè del Gusto Unico. Ma qui ci sono i fattori committente/prodotto/mercato per cui andiamo oltre.
Per i fotoamatori dilettanti il discorso è meno impegnativo, ma il risultato anche peggiore, nel senso che si tende a fare le foto che riscuotono consenso. Può anche darsi che siano gli amici chiamati su un qualunque forum a "sostenerti", ma visto che oggi non mi sento complottista, direi che più in generale si tratta proprio del Gusto Unico che opera a livello globale su siti come photo.net che vantano un respiro internazionale.
Prossimo passo, vediamo se ha un senso spingere in direzione opposta e come cambiare (leggermente) le cose...
Ancora un esempio, questa mi pare una visione molto più sofisticata di "paesaggio", incidentalmente è un bianco e nero, ma poco importa:
Il tema è complesso e tocca sostanzialmente due aspetti:
Quello annoso della post produzione
Quello altrettanto annoso dei metri di valutazione
La trattazione di entrambi gli aspetti, come più volte discusso anche su queste pagine, hanno forti componenti soggettive ed altrettanto forti componenti di emulazione.
Non entro nel merito (almeno per il momento) avendo già più volte espresso la mia opinione, ma mi limito ad alcune considerazioni:
Pochissimi oseranno criticare una foto formalmente ineccepibile ma assolutamente priva di valenza espressiva.
Molti potranno criticare una foto che parla ma che, ahimè, non rispetta la regola dei terzi, o non riproduce una perfetta orizzontale, etc
Spesso chi non riesce a recepire il messaggio espressivo di una foto, sfoglia il manuale di fotografia ed inizia a tracciare righe.
Ovvio che anche da parte di alcuni fotografi (non tutti per fortuna) prenda corpo la consuetudine omologa, quando il target è produrre una foto che debba riscuotere gradimento.
Come fare?
Puntare su valenza espressiva e comunicativa richiede manico e sensibilità?
Allora molto meglio (e spesso molto più semplice) giocare sulla spettacolarità e sul rigore formale. Il successo è quasi assicurato. Si punterà sulla pigrizia mentale del fruitore che farà soffermare il suo giudizio su questi aspetti, certo anche di essere in buona compagnia e di non dover giustificare ciò che altri non vedono.
Quindi non tanto omologazione, bensì una pigra superficialità che è figlia del nostro tempo.
La stessa pigra superficialità che induce sempre più spesso a parlare degli aspetti tecnici della fotografia, riempiendo pagine di infinite discussioni, piuttosto che rimboccarsi le maniche, sperimentarli di persona e metterli al servizio della propria creatività.
Parlo per me stesso, non prima di avere ringraziato il mio omonimo per avere introdotto questo interessantissimo tema.
Sono abituato a giudicare le immagini che vedo in base a quello che i miei neuroni recepiscono per quanto loro proveniente dal nervo ottico. Probabilmente è un mio limite, ma se una foto mi piace mi piace subito, indipendentemente da eventuali imperfezioni tecniche, mentre se non mi piace non mi piacerà mai, anche se intrisa di significati profondi o perfettissima dal lato estetico. Ovviamente a prescindere dal fatto che sia frutto di postproduzione più o meno pesante.
Mi sembra che il discorso sull'appiattimento dei gusti non riguardi esclusivamente il mondo delle immagini in generale nè quello della fotografia in particolare, ma sia esteso più o meno a tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano attinenti al lato estetico che i nostri sensi percepiscono: basti pensare agli stereotipi oramai consolidati riguardanti abbigliamento, auto, gadgets e via discorrendo per accorgersi che l'appiattimento dei gusti riguarda oramai tutto quanto.
Del resto anche nelle altre arti grafiche, in special modo nella pittura, ma anche nella cinematografia, in determinati periodi, tutti, seguendo il genio di turno, si sono adeguati alla corrente del momento e l'hanno pedissequamente seguita.
E sempre più raramente qualcuno inventa qualcosa di nuovo.
Dal mio punto di vista ben venga il paesaggio che rispetta canoni classici, come quelli della prima foto proposta da Alessandro, purchè ben fatto e purchè soddisfacente i miei gusti, così come foto come l'ultima proposta, anche se, sinceramente, nella sua ricerca di originalità.
Ho seguito tutta la discussione, che propone interessantissimi spunti di discussione. Solleva un problema fondamentale, che ritengo possa essere esteso a tutti gli aspetti culturali, Infatti si tratta di omologazione culturale, facile e ruffianesca maniera di acquisire il consenso della maggior parte dei fruitori-utenti. Quest'ultima parola è una delle più orrende e fuorvianti che possano essere utilizzate: fruitore nel senso che fruisce, usa cioè, l'opera culturale, che sia una fotografia, o uno spettacolo teatrale, o una musica. Allora tutto si sposta sulla necessità dell'autore di acquisire il consenso e quindi meno originalità (chè spesso non viene compresa da tutti) e più omologazione al gusto comune vale a dire della maggioranza. Si forma cos' una "moda", che spesso non è altro che il valore statistico del gusto medio. Facciamo l'esempio della cucina, del fast-food, ecc., è esattamente lo stesso. Quasi sempre la originalità o la sperimentazione non è compresa, bollata come inguardabile, dispersiva, se non brutta e basta, secondo appunto il gusto comune medio.
La PP: da un po' di tempo mi sto appassionando di still-life, fotografo vasi trasparenti con i fiori, caffettiere, oggetti comuni, ecc., e in questo caso raramente una fotografia è fatta con meno di 3 o 4 foto, poi montate con livelli e maschere di livello. E' una alterazione della realtà, è indubbio, il cui scopo è quello, a mio avviso e non solo, di rendere quello che è l'immagine pensata di quell'oggetto. Eticamente scorretto? Non penso.
Come sempre è una questione di conformismo al gusto del gruppo, quanto più grande il gruppo, tanti più numerosi i conformati, e quanto più numerosi i conformati, tanto minori gli originali. Nihil su sole novi.
Saluti
Giovanni
Causa o effetto?
Le foto piacciono perchè rispettano alcune regole, o rispettano le regole per piacere?
Non lo sappiamo.
Sappiamo solo che i gusti generalmente gradiscono certe regole.
E qui rientriamo nella filosofia di cosa è bello.
Come mai vengono giudicate "belle" quelle donne che rispettano determinati parametri?
Perchè non vengono premiate le ragazze che escono fuori dalle misure canoniche?
SOlo questione di moda? Credo che invece ci sia qualcosa di molto più antico.
L'uomo brutto non piaceva nemmeno ai tempi di Leopardi.
Tornando quindi all'estetica della foto, è ovvio che sia molto più facile "vendere" (leggi far gradire) una foto raffigurante un bel paesaggio, una bella dona, un bel fiore. E per fare questo si cerca l'equilibrio delle masse (composizione e regola dei terzi) i colori più gradevoli (i saturi richiamano il bel tempo) e tutto ciò che possa richiamare il nostro desiderio.
Poi ci sono le mode, ma quelle richiamano uno stile di passaggio e non provocano una rivoluzione sui gusti universali.
Non è causa di una globalizzazione. Il gusto del bello è uguale in tutto il mondo, a prescindere dalle comunicazione.
Poi ci sono ovviamente le eccezioni, esistono frangie di gusto, che sembrano più una forzatura, che propongono composizioni fortemente fuori dagli schemi. Ma siampo sicuri che piacciano davvero, o piace il fatto che siano rivoluzionarie?
Ciao, io sono pienamente d'accordo con quanto scrive Buzz..
Buzz, le regole compositive non sono in discussione. Da Raffaello ad oggi la sezione aurea ha un suo perché che ha origini remote e profonde. Basta che la "regola compositiva" non sia l'elemento determinante nel giudizio su una foto perché sinceramente sarebbe un giudizio molto povero e superficiale.
Diverso il discorso sul "bello". Il bello non mi pare sia mai stato uguale in tutto il mondo in nessun momento nella storia dell'uomo. Altrimenti... ti sfido a trovare attraente una donna di Rubens che oggi sarebbe giudicata una grassona senza t..te. L'omologazione per me ha una valenza diversa. Per me è da indendersi come il fenomeno per cui tutti tendono a fare, ad esempio, lo stesso paesaggio nello stesso modo, senza maturare una visione originale e autonoma, diversa e intrigante. (Non dico sia facile)
Nellla storia di esempi di fotografi che hanno rotto con gli schemi imperanti e sono stati guardati con incredulità e sufficienza ce ne sono stati tanti. Oggi ci riferiamo a loro come precursori, geni, innovatori.
Fin dall'inizio, fin da quando il pittorialismo di fine ottocento è stato superato dai fotografi "straight" che hanno iniziato a fregarse della moda imperante di fare foto-che-sembrano-quadri e hanno rivendicato per la fotografia una identità autonoma e non succube della pittura.
Tutti questi momenti di innovazione sono stati caratterizzati da qualcuno che ha avuto una visione diversa.
Mi trovo molto in sintonia con le conclusioni di Paolo "blow up". Lasciamo pure perdere il discorso troppo vasto che tutto è omologato, dalle TV di mezzo mondo dove trionfano i reality al cibo di massa che ha lo stesso sapore a Milano o a Delhi, nel giudizio di una foto sarebbe opportuno dare meno peso ai fattori "omologanti" (hai rispettato tutti i parametri del gusto imperante per cui è bellissima) e dare un maggior peso all'originalità della visione, al messaggio trasmesso, alla "novità" dello scatto. Questo presume che chi emette il giudizio abbia egli stesso maturato, con il tempo e con l'affinamento dei gusti, una certa insoddisfazione per l'ennesimo "mare mosso al tramonto con cielo nuvoloso". A me è successo ad esempio di iniziare seguendo sia i modelli "classici", anche scopiazzando spudoratamente foto già fatte, sia cercando di inseguire il Gusto Unico imperante e devo aggiungere che non ne sono immune neppure oggi, ma, con il tempo inizio ad apprezzare di più altre foto e trovare molto noiose quelle più comuni. Ad esempio ho preso dei bei voti per una foto che trovo insignificante, nel senso che è una foto che sicuramente non regala nulla di nuovo all'umanità , incidentalmente mi è scappata una foto di crete senesi su photo.net e... apriti cielo! Appena uno straniero vede le colline toscane va in visibilio, peccato che ci siano...quante? Milioni di foto "bellissime" tutte uguali fatte sulle crete senesi con il sole basso, i colori saturi, i contrasti cromatici, ecc.?
Insomma, chi è capace a fare le "crete senesi" DIVERSE??? Io no, ammetto, ma vorrei tanto. (Alessandro S., la sfida è anche per te che stai in vantaggio Pensa se un giorno riuscissi a fare la TUA visione originale unica e DISTINGUIBILE delle crete senesi... a parte il fatto che forse in parte ci stai riuscendo)
E' indubbio che il desiderio di vedere (e fare, magari) più foto originali e con visioni nuove proceda di pari passo con una maturazione dei gusti nei confronti delle immagini fotografiche.
Bel 3d Vi stò leggendo molto volentieri.....
Il mio intervento potrebbe senbrare superficiale, oper cui vorrei precisare che ho fatto solo una analisi in base al mio giudizio di un fenomeno generale.
Anche io auspico che esistano le novità e i "fuori stile" ma dato che spesso nel costruire le proprie opere ci si orienta su qyuelloc he è il gusto comune, ecco che è davvero difficile inventare qualcosa di nuovo che incontri il consenso delle masse.
Per quello che riguarda le donne di rubens, che sicurezza abbiamo che fossero lo stereotipo di bellezza di quei temi e che iovece non fosse la "sua " visione personale?
Picasso ad esempio, dipingeva donne alle quali nessun uomo si sarebbe avvicinato, ma era un discorso diverso!
Per quanto riguarda il bello nell'arte non esistono solo i dipinti di Rubens. Le donne giunoniche di Rubens sono descritte come ideale di bello dell'epoca anche nella letteratura coeva. Le donne di Botticelli erano di forme più lievi e bionde. Le modelle attuali sono molto spesso sottopeso. Non si tratta solo di idea personale del gusto, ma di vera e propria moda del momento storico. Attenzione che con moda non si intende alcuna accezione negativa: la moda è un fatto culturale, che appunto essendo tale, muta nel tempo. L'ideale di bellezza del primo 800 erano le donne magre e "diafane" (ed a questo scopo le signore "alla moda" assumevano piccole quantità di arsenico per "migliorare" la carnagione). Quindi, per proprietà transitiva, se la moda è quella seguita dalla maggior parte del gruppo culturale, quello che è attualmente di moda piace. E lo stesso nelle arti visive, nella musica, nel teatro, ecc......
Diverso il discorso della omologazione, ma non tanto: tutti tendono a fare un panorama nello stesso modo, si diceva prima, perchè così piace, in questo senso il gusto si omologa alla tendenza del momento. E avanti così: non c'è da meravigliarsi, a mio avviso, è fatto abbastanza naturale e storicamente sempre provato.
Giovanni
Ciao a tutti,
il cercare una propria strada non e' semplice,
a mio parere quello che manca e' "Cultura Fotografica" che include anche l'arte in toto.
Ripeto che su tu fai vedere una foto di Stieglitz/Steichen/Sander alcuni non sanno neanche chi sono(non e' una colpa e' un dato di fatto) per rimanere su questo Forum si era fatto il nome dei Luxardo ed e' stato associato al Maraschino
Per le omologazioni (immagini piacione)a mio parere ci sono sempre state sia in basso che in alto e mi riferisco per esempio ad alcuni nomi venuti fuori in grandi nomi, le due giovani fotografe BRAVE per carita' ma le immagini mi sembrano abbastanza omologate.
Oggi e' tutto molto piu' facile produrre immagini buone da qui staccarsi dalle omologazioni e'estremamente difficile e te lo dico da fotografo abbastanza omologato.
un saluto :-)
Francesco
Mi e' venuta in mente un altra cosa che volevo dire tanti parlano di regola dei terzi ed altro cercano di applicare quello che hanno letto da qualche parte perche' il MANUALE dice questo ma a mio parere il risultato sono solo immagini con il soggetto decentrato e basta....
Trovo estremamente interessane questa discussione, mi sono spesso interrogato sull'argomento trattato, riporto qui di seguito un mio pensiero che ho goà espresso in altra sede:
"Il concetto di "banale" in fotografia secondo me non è tanto da applicare ad un soggetto o un tema già visto ma a quello che la foto riesce a raccontare.
Una foto che sia perfetta tecnicamente ma che non suscita la minima impressione in chi la guarda è per mebanale, una foto anche se "sgrammaticata" ma che comunica un'emozione, un sentimento, un racconto è per me, invece, riuscita.
Come accade per la poesia e per la prosa, anche nella fotografia ritengo che sia necessario poter ricorrere ad una certa "licenza poetice" che però sia funzionale a ciò che si vuole comunicare, sono convinto, infatti, che per fare una buona foto sia necessario un 70% di cuore e cervello e un 30% di tecnica, tecnica che però deve essere solida e consapevole."
Un saluto, Alessandro.
Vorrei tornare un attimo sul termine “omologazione” con il quale è stato aperto il thread.
Che cosa fa decidere un fotografo di creare e proporre un’immagine secondo canoni omologati se non la consapevolezza che così facendo riscuoterà apprezzamento e gratificazione?
Purtroppo il circolo è vizioso: il fruitore medio (orribile lo so!) gradisce quel tipo di fotografia e non è incline a valutare o approfondire proposte più creative e meno convenzionali.
Perché? Le cause sono molte ma tutte concorrenti ad una certa narcosi intellettiva che, ripeto, è figlia del nostro tempo e del modo ufficiale di gestire espressività e comunicazione.
L’overdose di proposte omologate crea assuefazione e standardizza non solo le regole ma il “cosa” debba essere prodotto secondo le regole.
La cultura individuale di base può anche esserci, ma spesso è troppo faticoso richiamarla per valutare una proposta creativa non convenzionale, o per attivare metri di giudizio che non siano un’emulazione di quelli letti poco prima, nella recensione di altri.
La discussione si è fermata? Allora provo a lanciare un sasso nello stagno.
http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=76682
QUesta foto è stata postata qualche giorno fa, e ha raccolto pareri sostanzialmente positivi, tra cui il mio. L'unica critica circa la composizione è stata rivolta da alcuni commentatori (le cui immagini postate sul forum ne certificano la competenza fotografica) alla centralità del soggetto.
Personalmente, invece, ritengo che la forza di questa immagine stia invece nel posizionamento al centro della donna, che conferisce alla foto un carattere di fissità, di sospensione. Effetto che, molto spesso, tutti noi cerchiamo di evitare, preferendo ottenere immagini meno statiche, che ci diano l'idea di un movimento dentro l'inquadratura.
Posto che è irrilevamente, in questo 3d, stabilire chi abbia ragione in merito alla centralità del soggetto (anche perchè la foto è stata fatta così e l'autore ne è contento), vorrei proporre questo caso come esempio concreto del tema in discussione:
il suggerire una composizione più decentrata può qui condurre verso una omologazione del gusto?
La mia intenzione non è di criticare le critiche, ma di riferire il problema dell'omologazione del gusto trattato in questo 3d a un caso concreto di immagine con relativi commenti.
gianni
Grazie Gianni per l'attenzione. Rispondo in tema dicendo che sono andato contro le regole, completamente...il soggetto è proprio al centro e la mia intenzione era di seguire la donna che si perde nei vicoli della città avvolgendosi nel fascio di luce che taglia nettasmente la foto a metà!
COmpletamente contro le regole
Sinceramente quando compongo una foto la creo senza pormi il problema della regola dei terzi salvo casi particolari, proprio perchè la creatività e la bravura sta nel creare un proprio stile, quindi ogni foto la leggo in modo diverso...in questa ho sentito la necessità di avere la piena centralità per la luce e il soggetto...decentrandola secondo me avrebbe perso...
Ciao e ancora mille grazie per il commento e l'aver preso in considerazione la mia foto!
Marco
Ciao Alessandro concordo pienamentew con quanto hai detto nel presentare l'argomento e volevo porre l'attenzione su qualche argomento.
Partendo dal presupposto che la fotografia è arte e non artigianato troppo spesso si guardano le opere degli artisti fotografi ponendo l'attenzione solo sulle tecniche utilizzate per ottenre il risultato. Il 99% degli interventi sul forum e di tutti gli altri fotografi (non artisti certo) sono solo di stampo tecnico, nessuno o quasi commenta le immagini partendo dal significato. Pensa che una volta sono stato taciuto da un altro forumer che sosteneva che io non potessi commentare una fotografia esulando dal contenuto tecnico!
Io quando guardo un quadro, una scultura, una installazione ed una fotografia utilizzo lo stesso metro di giudizio e se non mi chiedo la marca degli oli che utilizzava De Chirico non sono minimamente interessato al tempo di esposizione dello scatto dietro alla stazione di Saint-Lazare di HCB. Certo la tecnica è importante, è diciamo la base di partenza per poter esprimere qualcosa ma troppo spesso vedo immagini vuote, prive di significato.
Per il discorso dell'omologazione del gusto o del gusto unico vorrei ricordarti che la vox populi non è la fonte più autorevole per dare un giudizio su un'opera. Provo a spiegarmi meglio con un esempio, la stragrande maggioranza della popolazione ama la pittura impressionista perchè la trova così calda, classica, rassicurante e diciamo romantica, peccato che questo movimento ha rappresentato proprio il contrario. La gente non sa che il termine impressionista è stato dato in senso dispregiativo da parte dei critici del tempo, l'uomo della strada non ha la benchè minima idea che tali opere furono rifiutate dal Salon (del 1877 o 1876 non ricordo l'anno esatto) perchè troppo innovative e fuori dai canoni.
Per mia eperienza personale la mia crescita artistica va di pari passo al graduale allontanamento ai gusti dell'uomo medio che apprezza il paesaggio con il cielo blu e le nuvolette bianche.
Io cercherei di non fare l'equazione successo popolare = bella immagine perchè questo porterà ad una omologazione verso il basso della nostra arte.
Spero di essere stato chiaro e soprattutto utile.
A presto,
Luca
Per Valerio:
-Non ho detto che l’arte è “solamente” un mezzo espressivo. Bensì che è “soprattutto” un mezzo espressivo-
Secondo il tuo ragionamento tutto ciò che ci mette in comunicazione con il mondo esterno è un mezzo espressivo, mi sembra una affermazione banale e un troppo massimalista. Dopo che ho detto che la fotografia è un mezzo espressivo nelle mie mani rimane un pugno di mosche.
La fotografia può e deve essere molto di più che un semplice mezzo espressivo.
-L’arte da che mondo e mondo è frutto di processo e mentalità artigianale nel senso nobile del termine.
Qualunque artista è artigiano per definizione.
Associare l’artigianato alla falsificazione è quantomeno riduttivo oltre che offensivo
Il contrario della creazione artigianale è il processo industriale e non mi pare che questo abbia attinenza con l’arte-
Certo ma come ho scritto prima la differenza tra artigiano e artista non sta nelle capacità di fare le cose ma nei significati che quest'ultimo riesce a dare alle proprie opere. Io non ho parlato di falsificazione semplicemente di esecuzione. Nell'arte non è fondamentale l'esecuzione ma il significato dell'esecuzione stessa. L'artista è molto di più di un artigiano. Su questo sono mnpenamente d'accordo un artista è un anche un artigiano ma aggiungo io, un artigiano non è per forza un artista.
-Definire la fotografia in genere come arte non è corretto. Alcune forme di fotografia possono avere valenza artistica, altre no. Tutte però hanno valenza espressiva, ovvero raccontano come è stato percepita la realtà da parte del fotografo che le ha scattate-
Questa è una tua ipotesi che il corso degli anni e della storia dell'arte sta smentendo. Non ha senso neanche il discorso che la fotografia parta dalla realtà delle cose, sei sicuro che una immagine sia per forza una rappresentazione della realtà (per quanto filtrata dalla soggettività del fotografo)? Mi spieghi allora come può essere possibile rappresentare con una immagine un soggetto astratto che non è possibile vedere nella realtà come un qualunque sentimento?
Per il discorso di ostinarsi stai tranquillo ho usato quel termine perchè già una volta ci siamo incrociati e abbiamo fatto scintille...
Per una nuova discussione per me non c'è problema ti chiedo solo un favore, puoi iniziarla tu se ne hai voglia perchè io non scrivendo molto non saprei da dove cominciare. Da parte mia non voglio più approfittare di questa discussione per dire quello che pensop perchè non è educato invadere lo spazio altrui.
Luca.
Reintervengo per porre una domanda: non omologazione=originalità?
Secondo me no. Prendo ad esempio una espressione artistica che conosco bene: la musica. Se Rossini si copiava era meno artista? Un facile accontentarsi di motivi melodici usuali, per quanto piacevoli ed inediti, è originale?
Penso che ci siamo infognati in una discussione impossibile da terminare: ci possono essere infinite definizioni dell'omologazione: da quella puramente statistica a quella più artistica. E, infine, come ogni aspetto di valutazione critica, entra in gioco la sensibilità del singolo osservatore. Concordo con refaddict per quanto riguarda la rottura delle regole e l'originalità di visione.
Saluti
Giovanni
Scusate se abuso di questo spazio per dire che sono completamente d'accordo con te Valerio, vorrei dirtelo in Pm ma non ho capito come si fa...
Stai tranquillo non sono uno che se la prende anzi, il termine scintille era proprio per riderci un po' su per non prenderci troppo sul serio.
Mi puoi dire come si manda un messaggio privato così la prossima volta non abuserò più dello spazio altrui? Grazie.
Buona giornata anche a te, magari un giorno faremo qualche immagine assieme perchè no?
Ciao,
Luca
Ti ho inviato un MP
Ciao
Valerio
Mah, che dire, fotograficamente parlando sono un completo ignorante, per me arrivare a fare qualcosa di simile ai primi due scatti proposti sarebbe già tanto. Da anni ci provo, ma i risultati non sono poi così semplici a venire.
Mi piace la musica in genere, e se dovessi prendere gran parte di quello che sento ogni giorno in radio o nelle centinaia di CD che ho potrei dire la stessa cosa... "poi alla fine sono tutte simili", ma questo non mi impedisce di provare emozioni ogni volta che le ascolto...
Probabilmente tanti votanti, la maggiornaza, saranno tutti al mio livello e rimangono a bocca aperta quanto vedono queste cose...
quando ho visto la foto che apre questa discussione la prima che cosa che ho pensato e ... di averla già vista, ma in realtà era la prima volta che vedevo quella foto in particolare, ma di copie ne ho viste a centinaia, e infatti mi è bastato prendere a caso una rivista di fotografia dalla libreria per trovarne una quasi identica,
sulla copertina campeggia una scritta che promette ottimi consigli per fare panorami come i migliori, e che poi porta gli ignari lettori ad imitare i migliori (ma saranno davvero tali questi illustri sconosciuti?) e a fare tutti le stesse foto.
mi capita a volte di sfogliare libri di fotografia di cui è fornita la libreria di un mio parente, ed ogni volta mi accorgo di quanto sia difficile trovare soggetti interessanti, o meglio, vederli, perchè a volte stanno li sotto il nostro naso ma non li vediamo,
eppure con le nostre belle macchine da centinaia o migliaia di euro dobbiamo pur farci qualcosa, altrimenti che le abbiamo prese a fare se di professione non facciamo i fotografi? e del resto non basta comprare i migliori colori e i pennelli più costosi per diventare picasso! ci si deve accontentare di dipingere meglio che si può, magari tutti lo stesso panorama....
quanti di noi hanno una foto con la torre di pisa? avete mai visto le foto di martin parr davanti alla torre? fantastiche nel loro genere, eppure quando ci sono stato non sono riuscito a "vedere" quello che ha visto lui. durante le feste sono stato a roma, eppure le foto che ho fatto, scatti da turista, potevo farle benissimo con una compatta..., e di sicuro gli spunti non mancavano.
e allora non rimane che smanettare con potoschioppe per realizzare foto spettacolari ma paradossalmente banali, e accapigliarci perchè il mare ti è venuto mosso e il gabbiano non si era pettinato le penne prima di mettersi in posa
e quanto costano certi volumi di fotografie! ne vogliamo parlare, si fa presto a dire cultura fotografica, ma poi non è mica facile acquistare volumi che spesso costano un occhio, o avere il tempo di leggere manuali e altro.
certo, quando poi osservi i lavori dei fotografi che sono passati alla storia, ti rendi conto dell'abisso che corre tra la massa e i maestri, le tue prospettive cambiano radicalmente, e capisci quanta spazzatura ci sia in giro, e di quanto sia inutile litigare sul rumore a 50.000 iso.
spesso vorrei postare un commento a una foto che mi piace, ma mi rendo conto di non essere in grado di farlo. ancora più difficile commentare quelle che proprio non mi piacciono, perchè molti alla minima critica diventano subito intrattabili. di questi tempi l'umiltà è merce rara, e via con il valzer dei post inutili.
anch'io a volte vorrei postare qualche scatto, ma poi ci rinuncio, perchè mi rendo conto di quanto poco interessante possa essere per gli altri, e quando trovo il coraggio di farlo, figuratevi la contentezza se ricevo un commento positivo, ma so accettare le critiche negative, anzi ben vengano se sono costruttive.
per fortuna c'è anche tanta gente in gamba, che rimane spesso in disparte, ma che quando interviene lo fa con competenza ed è sempre pronta a darti una mano e dalla quale c'è tanto da imparare! (p.s. grazie della pazienza)
Purtroppo non ho il tempo, ora, di leggere tutto il 3D quindi mi scuso se ripeterò cose già dette...
In prima analisi verrebbe da dare ragione all' autore dell 3D, quelle foto sono la sintesi di tutte le regole più note. Vorrei solo fare notare, però, che le regole più comuni usate in fotografia non sono state imposte, ma si è trattato semplicemente di formalizzare delle figure estetiche che il nostro cervello riconosce come gradevoli... a partitre del formato stesso della foto.
Detto questo, secondo me, il trovar "belle" quelle foto non è affatto una forzatura o un omologazione dei gusti, ma è esattamente il contrario... esistono delle regole per fare delle foto "belle" se le rispetti la foto sarà "bella".
Questo, ovviamente, non ha nulla a che fare con l'originalità ma qui ci addentriamo in un campo troppo soggettivo per dare dei giudizzi... se uno mostra una foto che rompe gli schemi, a mio parere, riceverà pareri positivi solo da persone che hanno il suo stesso tipo di "gusto" per le foto, e se andiamo a vedere gli scatti di chi ha dato pareri positivi, molto probabilmente, noteremo una certa somiglianza stilistica tra loro e quindi torniamo a parlare di monotonia e uniformazione dei gusti, solo che il caso è ristretto a tanti piccoli sottogruppi e da l'idea di non esistere.
In oltre mi sento di quotare in pieno chi ha detto che quando si parte, si parte dalle basi e poi si evolve e che non tutti hanno la stessa fantasia ma credo che tutti hanno il diritto di poter fotografare.
Un ultimo appunto va a chi ha raccontato l'aneddoto della foto di Bresson criticata, questa non vi sembra la più grande forma di omologazione del gusto? cioè, è di Bresson e quindi è bella per forza? se a me una foto non piace la può aver scattata anche anche il più bravo fotografo del mondo ma continua a non piacermi, non che il mio parere debba contare qualcosa ma è mio e a me non piace, nessuno può permettersi di venirmi a dire che sbaglio, mi spiego? è un parere personale...
Concludendo, vorrei dire che anche a me le 2 foto iniziali non piacciono, ma, considerando che la maggior parte della gente le trova belle, non mi sono mai sognato di pensare o di dire che io e il piccolo gruppetto di gente che la pensa come me siamo dei geni incompresi e che gli altri hanno i gusti omologati, in fondo i gusti e le opinioni sono come i cog....oni, ogniuno ha i suoi...
Ho un amico che ha qualche idea in merito a questo argomento....
Scusa ma non riesco a cogliere il senso della tua risposta...
vedo che, magari in modo un po' tumultuoso, la discussione è tornata in auge (beh, stiamo parlando di mosso delle acque, mi pare normale, no? ). Le foto che sono state citate (anche da me) sono meri esempi per la discussione.
Credo che qui però molti degli interventi abbiano evitato la questione fondamentale, che provo a riproporre: l'omologazione del gusto, e il fatto che le critiche alle immagini che operiamo, qui nel forum, possano, talvolta, condurre chi sta imparando (io sto imparando o almeno ci provo, sia chiaro), verso qualche forma di omologazione.
Avevo posto la domanda in maniera molto chiara, ma mi sembra che nessuno abbia provato a rispondere: a partire dal decentramento del soggetto, vedasi la foto delle due donne arabe.
gianni
La risposta la dai tu stesso con la domanda.
E' il tempo che viviamo che ci porta verso una certa omologazione.
Chiamala moda, o chiamala come vuoi, è la realtà di tutti i tempi.
La gente si veste, parla, si muove e agisce secondo il tempo in cui vive, e pochi fanno eccezione.
La morale segue i tempi, il linguaggio pure, non vedo perchè il gusto debba essere esente da ciò!
Magari l'ho resa semplice, ma perchè complicarsi la vita?
1) Tu invece cosa sei in grado di offrire di inedito e originale? (anche bello perchè ,infrangere le regole solo per farlo , è troppo facile....)
Cos'ho da offrire io? Poco o nulla, ma, da autodidatta cerco di ampliare la mia cultura dell'immagine, leggendo, frequentando corsi, visitando mostre e, in generale, cercando di lavorare sulla estensione e l'affinamento dei miei canoni di giudizio. Inevitabilmente questo mi ha portato a conservare molto meno quando scatto, e buttare via un sacco di foto che ieri mi piacevano e oggi mi lasciano insoddisfatto, a cominciare dalle cartoline illustrate. Altra conseguenza è stata che mi piacciono molto di meno certe foto, come gli esempi che ho fatto, e mi sono piaciute molto di più altre foto, d'autore, che per inciso sono molto meno apprezzate dalla massa.
2) Meglio una foto classica ben riuscita o uno schifezza "diversa"?
Guarda, non è una battuta, non prenderla come tale: è meglio una foto diversa ben riuscita!
Io non ce l'ho con le foto classiche, (anche se "CLASSICO" spesso significa semplicemente smettere di cercare nuove visioni e di pensare e ripetere cose già "collaudate") ma con l'omologazione dei gusti, forse mi sono espresso male inizialmente, ma se leggi tutto il thread si chiarisce un po' meglio il concetto.
3) Sembra che ti arrabbi perchè a molte persone piacciono le solite cose, Perche? Non ti è sufficiente il fatto di essere così illuminato da apprezzare e fare gli scatti belli e creativi?
Non mi sono arrabbiato, e spero di non essere mai stato arrogante. Sono sinceramente accalorato quando spero, forse invano, che ci si scuota un po', si affinino i gusti, si allarghi in ognuno la capacità di visione. Condividere con più persone il piacere di apprezzare una buona foto non mi sembra da arrogante. Vedi, sulla stampa ormai pubblicano schifezze assolute di immagini, senza qualità; prima hanno iniziato i quotidiani gratuiti, che semplicemente scopiazzavano foto prese da internet in bassa risoluzione, poi anche i grandi quotidiani sono scesi terribilmente di qualità. E si potrebbero fare tanti altri esempi, dal national geograpic che scade sempre più a life che chiude per sempre. In generale, c'è scadimento e riduzione di qualità (e di prezzo) e anche questo è omologazione. Verso il basso.
4)Ultima domanda : il senso estetico personale dove lo metti ?
Ahhh! Il gusto personale! Questo giustifica tutto! Vedi programmi di elevato livello e larghissima audience come "l'isola dei famosi": il fatto che abbia un seguito di appassionati enorme significa che io sono arrogante se dico che è spazzatura? Capiamoci: chi guarda programi spazzatura non è un cretino, non mi permetterei mai una affermazione del genere, piuttosto vorrei spiegargli che esiste di più e di meglio. Potrebbe piacergli.
Dico subito che non ho letto tutto il thread ma solo la prima pagina, quindi magari dirò qualcosa di già detto.
La gente con il suo tipo di visione c'è, eccome. Ma il ''navigatore medio'' (o ''fotografo medio'') in cerca di foto sul web non pensa all'anima delle foto e del tempo che è stato fermato in quell'istante, guarda invece i colori (ecco perchè mi piace tanto il bianco e nero, una distrazione in meno in molti casi) e l'estetica. La foto concettuale e un po'rivoluzionaria forse è troppo per molti. Purtroppo.
Luca
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