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sarogriso
Messaggio: #1
Forze incontrastabili, certo che per quei due sul sentiero il destino è stato determinante, un piccolo e insignificante cambio di orario sul passaggio e sarebbe stata la fine,
purtroppo per altri non è stato possibile salvarsi, molti travolti in modo terribile.

brata
Messaggio: #2
Dice Messner che uno intelligente o, correggendosi, esperto non passerebbe mai sotto un seracco. Ma era veramente un seracco? A vederla prima del crollo sembrerebbe una normale placca di ghiaccio residua e cancerosa di un normale piccolo ghiacciaio morente. Dopo il crollo in effetti si vede il cambio di pendenza della roccia sotto la placca, ma ripeto, da fuori appariva come un seracco? In ogni caso come massima generale, non mi affiderei mai a guide alpine nate e vissute in pianura nei primi venti anni della loro vita, neanche se avessero fatto tutti i quattordici 8000. Magari servirebbe a poco, ma sarebbe sicuramente una sicurezza in più.

Messaggio modificato da brata il Jul 4 2022, 02:02 PM
brata
Messaggio: #3
Ho sentito Luca Mercalli, che è glaciologo, il pezzo di ghiacciaio caduto non l'ha mai chiamato seracco, mi pare abbia usato il termine cupola, dice che appariva ed era considerato del tutto innocuo, e i seracchi non sono mai considerati del tutto innocui.Sto anche guardando chi sono i coinvolti. Finora sembrano essere quasi solo "esperti di montagna" nati, cresciuti e residenti in pianura/collina, che avevano frequentato corsi di sezioni CAI di pianura. Le guide alpine anche provenivano dalle terre basse. Mah... aspetto di sapere e capire meglio per liberarmi dei miei pregiudizi. Finora non trovano evidenze che li confutino, anzi sembrano piuttosto trovare una certa corroborazione.
sarogriso
Messaggio: #4
Li l'esperienza conta poco/zero, non era una cordata, un passaggio richiedente esperienza, una escursione dove richiede valutazione meteo e capacità dei componenti, una uscita con sci d'alpinismo dove devi conoscere la neve e le sue condizioni e posizionamento per evitare valanghe e tutte cose simili, quel pezzo era destinato a venire giù e questo era in lista di attesa da tanti tanti anni e come tutti i blocchi in quella posizione hanno la loro fine solamente che possono venire giù nell'arco di molti anni senza alcun preavviso, l'acqua che è entrata sotto in questi giorni ha dato lo start magari anticipandolo di un po' ma anche senza estate calda sarebbe venuto giù quest'anno o l'anno prossimo o fra cinque anni, ma su non restava.

poteva venire giù a mezzanotte e ci si accorgeva al mattino, una fatalità pura e semplice che è venuto giù mentre passavano sotto, in montagna si staccano anche blocchi di pietra senza alcuna escursione termica, anno dopo anno nelle fessure entra l'acqua e con gelo e disgelo fa un lentissimo allargamento delle crepe fino al punto di perdita della presa e partono senza dare segnali.
brata
Messaggio: #5
Sì gli esperti (tranne Messner in un primo tempo, ma sicuramente non ha cambiato idea) dicono tutti che non c'era nulla da fare per evitarlo (alcuni, come quelli del CAI, hanno però un conflitto d'interessi, sono quelli che conferiscono patenti e diplomi da alpinista "esperto", addiritura anche io ne ho uno incorniciato e appeso al muro a Sondrio, e non so più fare un nodo...). Però leggo di cordate di quattro persone. Sono accettabili, e neanche tanto, per il Cevedale. Significa che nel gruppo non c'era un sufficiente numero di esperti e significa raddoppiare i morti in caso di incidente grave, tutta questa ribadita serietà nell'affrontare l'escursione... mah... Non era una montagna presa sul serio. D'altra parte in quasi ogni immagine che vedo compare un manufatto edilizio di qualche genere, la conferma di una montagna oltraggiata e antropizzata, che alimentava l'illusione che fosse innocua. Cito dal Corriere: «Pensare — ha detto la madre Marilisa Marcante a L'Arena — che giorni fa mi aveva detto che luglio non è il mese adatto per andare sui ghiacciai, per il caldo. Non capisco perché ci sia andato... è una cosa che mi tormenta» (e, si potrebbe aggiungere, un ghiacciaio di una cima di appena 3300 m). Ecco una persona alla quale l'estremo dolore non impedisce di ragionare correttamente, a differenza della cognata di una guida alpina, di pianura, morta, alla quale il dolore ha fatto rilasciare dichiarazioni assurde, come se in montagna spettasse alle autorità garantire la sicurezza di una scalata su un ghiacciaio, un delirio di arroganza e incompetenza.


Messaggio modificato da brata il Jul 6 2022, 10:06 AM
Mauro Villa
Messaggio: #6
Brata permettimi una puntualizzazione la cognata della guida alpina, se intendo la stessa persona, ha perso anche la sorella lasciando tre bambini. Ora ho sentito il suo sfogo e non condivido le sue parole però la comprendo in questo momento di assoluto dolore, ogniuno alle tragedie reagisce a suo modo e io non sono nessuno per giudicare, accetto e basta.
Per quanto riguarda nello specifico del fatto non ho nessuna competenza per pronunciarmi, mi piace la montagna da fotografo naturalista e di sicuro noi sapiens stiamo rovinando questo pianeta o meglio lo abbiamo gia rovinato e giornalmente ne paghiamo le conseguenze.
Ho sempre considerato gli alpinisti dei pazzi fino al 26 dicembre 2015 quando un urlo disumano ha lacerato il silenzio in casa mia, avevano appena informato mia figlia che il suo fidanzato era morto su una cascata di ghiaccio sopra ad Aosta, nei giorni seguenti ho conosciuto la tribu degli scalatori, gente indescrivibile sempre in competizione tra loro ma sempre fratelli. Sanno quello che rischiano, non sono dei pazzi sanno che possono morire in qualsiasi momento ma l'amore per le vette supera ogni paura.
Per concludere l'amico che era con lui e lo ha portato dove l'elisoccorso ha potuto prelevarlo, un altro suo amico di cordata non presente quel giorno e la figlia del sindaco di Oulx sono morti 18 mesi dopo sotto una valanga, altro dolore perchè li conscevo........ciao Fabio
_Lucky_
Messaggio: #7
Bisognerebbe avere piu' rispetto e timore della montagna, cosi' come del mare, cosi' come della Terra....
Ma la presunzione di onnipotenza dei sapiens ci porta a pensare di poter imbrigliare e comandare la natura, cosa invece assolutamente falsa.
Costruiamo la dove dovrebbero esserci solo zone alluvionali, poi l'acqua si riprende i suoi spazi e noi contiamo i morti.
E poi mi ritorna in mente Rigopiano, solo un'altra di tante tragedie annunciate
Costruiamo opere architettoniche bellissime e ardite, nella presunzione che i calcoli strutturali possano bastare a prevedere tutto, poi la terra si scuote, come un cane scuote la pelliccia, e noi "pulci sul cane" contiamo nuovamente i morti.
Ma scommetto che questo pensiero non ha mai sfiorato nessuno di quelli che acquistano appartamenti milionari, in grattacieli di vetro e cemento costruiti a pochi metri dal mare, all'interno di esclusivi complessi sulla costa ovest degli USA, a pochi passi dalle faglie piu' distruttive...
La montagna da e la montagna prende, cosi' come il mare da ed il mare prende, e chi ci si avvicina non puo' avere l'animo del turista in gita domenicale, che ritiene che tutto sia "normale", "dovuto" e privo di rischi, ma deve essere sempre disposto a mettere in gioco tutto.
Altrimenti c'e' il National Geographics con i suoi temerari inviati, i televisori da 80 pollici e gli home teater.....
Si, penso che dovremmo proprio cambiare globalmente il nostro modo di approcciarci alla natura.
 
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