Dopo una lunga assenza da questa sezione, torno a proporvi un piccolo reportage di viaggio a puntate, sulla falsariga di http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=63094&hl=ladak che un po' di tempo fa aveva riscosso un certo successo.
Quindi un po' di foto e un po' di notizie di viaggio, sperando di non annoiare troppo.
E allora, via, con la...
Per noi (io e mia moglie Sara), abituati a viaggiare sempre fai da te in giro per il mondo, la prima volta in Africa equatoriale poeva un problema: anche qui il fai da te completo (con i problemi legati se non altro agli spostamenti nelle zone più selvagge) o affidarsi a un (per noi) orrido viaggio organizzato? Dopo vario dibattito ancora una volta le soluzione si è presentata grazie al qui presente forum, dove abbiamo letto di http://www.nital.it/travel/travelmozambico.phpche "accompagnano" volenterosi e incoscienti viaggiatori in giro per l'Africa con un camion militare dismesso e riadattato
Detto fatto prendiamo contatto con i soggetti in questione, scoprendo che sono torinesi come noi, anche se ormai Malawiani (si dirà così?) di adozione, poiché passano sei mesi all'anno a Liwonde e dintorni, e decidiamo di aggregarci a una loro "spedizione".
Arriva agosto, volo su Dar es Salaam via Addis Abeba, tragitto in taxi dall'aereoporto ed eccoci in un campeggio in riva all'oceano, come da cartolina; tranne forse i nuvoloni. Ma non era la stagione secca?
Vabbè, ma tanto non siamo mica qui per fare i bagnanti, no?
E infatti la mattina dopo tutti al mercato per fare le provviste:
patate...
verdura varia...
e le immancabili e buonissime banane!
e poi in fila, per prendere il traghetto alla volta della savana, ma questa è un'altra storia.
Se vi interessa battete un colpo e continerò...
Ciao a tutti.
Paolo
Continua, continua!
Io andrò in Tanzania in settembre anche se in modo molto più "orrido", come lo hai definito tu..
E quindi eccoci qui a continuare il viaggio...
Fatta, come dicevamo, la dovuta coda per il traghetto e imbarcato il camion, dalla cabina del medesimo di può cogliere un bella panoramica della popolazione locale già in "pole position" per lo sbarco...
E dalla murata (si dice così?) del traghetto si possono vedere i dow (imbarcazione a vela tipica soprattutto della vicina Zanzibar) che incrociano l'altro traghetto...
e l'affollamento del mercato del pesce.
Sbarcati, un ultimo controllo alla dotazione di viaggio, comprese le fondamentali mappe in cabina...
e via lungo la strada per la prima di due lunghe tappe di trasferimento alla volta del remoto parco del Ruaha. Ma siccome la Tanzania è una sorpresa continua, già lungo questa strada non mancano i primi incontri con la fauna locale, ad esempio con un gruppo di attentissimi impala.
Alla sera la prima tappa in tenda, ma questa è un'altra storia, per chi avrà voglia di proseguire...
Ciao a tutti.
Paolo
Credo che in molti abbiano voglia di continuare con questo racconto ed io sono senz'altro tra questi.
Beh....cosa aspetti a continuare?!?!
Dai che fino qua mi hai entusiasmato!!!
Dunque dicevamo che arriva la sera e ci si agginge a piantare il campo in un 'area attrezzata (più o meno) a Mikumi
Come vedete le nuvole continuano a non mancare (sempre la stagione secca, eh?) e appena finito di montare le tendine inizia a piovviginare
e nella notte ci sarà acqua a catinelle.
Comunque la matina riprendiamo la strada (seconda giornata di trasferimento verso il Ruaha), che inizia a salire verso l'altopiano, e a fare le prime vittime nei tornanti
Qui la guida dei camionisti è piuttosto "sportiva" e la manutenzione decisamente approssimativa (abbiamo visto camion andare in rettilineo con inclinazioni di parecchi gradi e il conducente in continuo controsterzo per tenere il mezzo in carreggiata). Tuttavia nessuno sembra prendersela troppo, e soccorsi gli eventuali feriti, ci siede sul mezzo e si attende di poterlo "recuperare" in qualche modo.
Dal canto nostro facciamo alcune brevi soste.
Per acquistare il carbone che ci servirà per cucinare al campo nel parco...
e per fare rifornimento (il sacco bianco legato sul davanti è quello del carbone...).
Lungo la strada scene di vita, come questi bambini diretti alla scuola del villaggio.
Nel tardo pomeriggio si arriva nei pressi Iringa dove si pianta il campo per la notte. Siamo comunque a circa 1.700 mslm e la notte la temperatura scenderà parecchio.
Meglio fare le cose per bene, tra l'altro evitando di piantare la tenda sotto un sausage tree (albero delle salsicce). I suoi durissimi frutti legnosi pesano parecchi chili (anche 10) l'uno e staccandosi potrebbero tranquillamente uccidere chi ci si trovasse sotto.
E comunque anche gli alberi più innocui possono presentare delle sorprese... Quello sotto cui stavamo montando la nostra tenda ospitava questo simpatico green mamba (cugino meno noto, ma altrettanto mortale del black mamba) che essendo in realtà un animale molto timido come tutti i serpenti, ha preferito allontanarsi dignitosamente.
Alla mattina veloce attraversamento di Iringa: la cittadina promette di essere interessante e vi faremo un sosta al ritorno dal Ruaha, prima di affrontare le Udzungwa mountains.
Per ora basta così. Prossimamente l'incredibile parco Ruaha e i meravigliosi animali che lo popolano. Sempre naturalmente per chi vorrà proseguire il viaggio...
Ciao Paolo
Bellissimo il tuo racconto e altrettanto belle le immagini, non invasive, presentate con una naturalezza incredibile. Continua che ci fai sognare....
Ciao
Alex
Foto e luoghi veramente fantastici. Non vedo l'ora di partire! La nostra rotta sarà invece verso i parchi del nord. A proposito, visto che Ngorongoro e Serengeti sono ripsettivamente a 2500 e 1500 slm, consigli di vestirsi molto pesanti la sera? So che la temepratura scende parecchio, ma non ho idea di quanto.
Dicevamo del Ruaha. Il parco è piuttosto isolato (molto in realtà) e la carrozzabile che conduce all'ingresso è uno sterrato di decine di Km che tra vari scollinamenti mette a dura prova il mezzo e i passeggeri
L'ingresso del parco è situato presso un'ansa del fiume omonimo...
e già mentre svolgiamo le pratiche burocratiche per l'ingresso cercando bene si riescono ad individuare alcuni abitanti del luogo.
Entrati nel parco, unici esseri umani, ci addentriamo per altri vari Km fino a giungere al nostro "camping". Un piccolo spiazzo a ridosso del fiume assolutamente deserto e privo di ogni cosa, tranne una catasta di legna (di notte bisognerà fare i turni per tenere accesi i fuochi che dovrebbero tenere lontani gli animali...) mah! La "truppa" appare piuttosto perplessa...
Comunque in pochissimo tempo le tende sono piazzate, tipo cerchio dei carri dei pionieri nel west
Il tempo di dare un'occhiata al "river side"...
...scoprire di avere dei vicini un po' ingombranti...
...dare un'occhiata all'entroterra...
...per fare conoscenza con una spledida fish eagle (parente africana dall'aquila calva nordamericana)...
...e via verso il primo "safari"!
Ma questo nella prossima puntata...
Ciao
Paolo
Non vedo l'ora che arrivi la prossima puntata!
...riprendiamo dalla partenza per il safari.
Il primo incontro, dopo un bel vagare, è con una mandria di bufali. Sono tantissimi e all'apparenza pacifici...
...ma si sa che l'apparenza inganna! E basta avvicinarsi un po' di più per attirare l'attenzione irritata di un grosso esemplare...
...meglio allontanarsi. Pare che il bufalo oltre ad essere parecchio irritabile sia dotato di parecchia forza e particolarmente disposto ad utilizzarla se si sente minacciato. Va beh, se il bufalo non ci gradisce, peggio per lui! Cerchiamo compagni di giochi più socievoli... e dopo un altro po' un bel gruppo di elefanti con tanto di piccoli!
Loro sicuramente saranno più di sponibili con dei veri amanti della natura come noi! Si sa che l'elefante è intelligente (mica come uno stupido bue troppo cresciuto!). O forse ha solo molto memoria!??!! Non ricordo... Com'è, come non è, i pachidermi si mettono a mangiare e tutto sembra andare per il meglio...
...anche perché i cuccioli sono sotto l'attenta sorveglianza degli adulti.
Nonostante ciò, dopo un po' la matriarca del gruppo deve pensare che tutto sommato 'sti qui che invadono la sua privacy hanno stufato e inizia a mandarci dei messaggi non troppo amichevoli. Con lo sguardo...
... con le orecchie...
...e infine apprestandosi a caricare!
Ma come? Anche lei!!? Dopo tutte le petizioni firmate per salvare gli elefanti??? L'ingrata!!
Vabbè giriamo il cavallo, pardon il camion, e cerchiamo animali meno attaccabrighe. Ce ne saranno pure, no?
Finalmente lungo il fiume una coppia di garzette sembra guardarsi negli occhi perduta d'amore. Quale idilliaco quadretto...
.. ma che succede? improvvisamente la scena si anima ed è tutto uno scompiglio!
Sono volate botte da orbi ed alla fine ne è rimasto soltanto uno. Manco higlander...
Insomma deve esserci del vero in quello che dice il famoso proverbio africano: Ogni mattina nella savana una gazzella si alza e incomincia a correre perchè se no il leone la ucciderà. Ogni mattina nella savana un leone si alza e incomincia a correre perché se non ucciderà la gazzella morirà di fame. Nella savana non importa che tu sia gazzella o leone: alzati e incomincia a correre.
Nelle prossime puntate, se volete, cercheremo di verificare se è proprio così...
Ciao a tutti!
Paolo
Molto interessante e molto "vissuto".
Sarò anch'io da quelle parti, in agosto, ma nel Serengeti. Spero di portare a casa qualcosa di altrettanto interessante.
P.S.: Ragazzi, facciamo attenzione al peso delle immagini postate, questa discussione è poco gestibile, mi si è impallato il PC per aprirla tutta...
Inoltre ricordo che, nelle risposte, è opportuno non quotare anche le immagini, al fine di non appesantire la navigazione (non tutti sono forniti di connessione a banda larga). In questi casi è consigliabile eliminare i riferimenti alle immagini stesse o sostituirli con gli url, come ho provveduto a fare.
Grazie.
Complimenti per questo bellissimo racconto pieno di foto classiche e ben fatte.
Ciao! Paolo
P.S.:
Non nascondo una certa umana invidia per un'esperienza che vorrei tanto poter fare ...
molto bello il racconto, molto belle le immagini!
Complimenti.
Eravamo rimasti al proverbio africano secondo cui l'importante è correre, quando incontriamo una famiglia di babbuini che invece sembra incarnare l'ancor più famosa esprassione swahili "pole pole" letteralente "piano, piano" riferita al corrente modo di affrontare la vita nel suo complesso.
Una mamma accudisce il cucciolo più piccolo...
...il fratellino osserva il mondo...
...un baldo giovanotto sembra interessato ad attività più... "adulte"
Vabbè, come sempre le certezze saltano e le contraddizioni rendono il mondo più interessante...
Necessitando maggiore approfondimento e riflessione su questi quesiti filosofici (e visto che è solo il primo safari dopo lungo e stancante trasferimento ) ci conviene tornare al campo... Il quale da un colle lungo la strada del rientro si manifesta in tutta la sua "wilderness"...
Ala prossima puntata per maggiori informazioni sul birdwatching (e non solo!) che si può effettuare direttamente dal campo suddetto...
Ciao a tutti!
Paolo
Complimenti per il racconto e per le foto! dev'essere stato una bellissima esperienza
aspetto altre foto
Riprendendo dopo alcuni giorni (il lavoro, arghhhh!!! ), vi do solo un breve flash sugli uccelli che popolano la riva del Ruaha:
Gli immancabili martin pescatori
appollaiati di vedetta
che sfrecciano a pelo d'acqua
o che si librano in aria in attesa di tuffarsi sulla preda di turno
Oppure una simpatica coppia di red ceeked cordon bleu, nella versione maschio, con la tipica macchia rossa sul collo
e femmina, senza macchia.
Il tempo in questi giorni è proprio tiranno e quindi basta così, ma -come vi avevo anticipato- non solo birdwatching lungo il Ruaha... come scoprirà chi avrà voglia di proseguire nella prossima puntata.
Ciao a tutti!
Paolo
Come dicevo dunque, non solo pennuti lungo il fiume, ma anche una giraffa all'abbeverata (sempre molto attenta, in questo momento molto pericoloso per quelle della sua specie)
e una colonia di ippopotami con tanto di cuccioli e "visitatori" di passo
Come prima giornata al parco, non è andata male...
All'indomani nuovi safari... per chi vorrà.
Ciao a tutti!
Paolo
Un racconto veramente molto interessante, corredato da degne immagini. Continua pure non smetterò di seguire la tua bella esperienza.
Ciao Marco
Per curiosità: con che obiettivo le hai scattate?
sempre bello!
ma quello di Santorini dov'è?
Eravamo rimasti ai safari dell'indomani....
Dunque, come nella migliore tradizione sveglia prima dell'alba (per potersela godere appieno nei suoi incredibili colori simil-tramonto) e per partire nelle ore più propizie agli avvistamenti
La levataccia è premiata da uno sciacallo dalla gualdrappa intento a puntare qualcosa...
sotto lo sguardo attento (e preoccupato) degli immancabili impala che (purtroppo per loro) fungono da "mangime" per ogni sorta di predatore, anche se dalle dimensioni non eccezionali.
Nemmeno lungo il fiume gli impala possono rilassarsi...
anche perchè in quel caso i "vicini" sono particolarmente poco raccomandabili!
Ci spostiamo un po' e un gruppo di giraffe dapprima intente a fissare da lontano alcune acacie, in parte sembra interessarsi a noi...
e poi si allontana trotterallando di buona lena!
Siamo stati noi a disturbarle, o c'è qualcosa di preoccupante tra le acacie?
Lo scopriremo, se vi va, nella prossima puntata!
Ciao a tutti
Paolo
Ciao Paolo
Un bel reportage con buone foto, non tutte allo stesso livello ma molte veramente eccellenti.
Luci forti ed aspre, come aspra è la vita in quelle terre.
Dai domato bene i forti contrasti tonali.
Complimenti.
Tornando alle giraffe in fuga, in effetti non eravamo stati (solo) noi a infastidirle, ma un gruppetto di leoni. Apparentememtne piuttosto disinteressati alle loro potenziali prede, ma sempre piutosto inquietanti.
Sia che si tratti di leonesse intente a godersi il panorama
Sia che si tratti di un maschio desideroso solo di dormire
al punto da chiudersi gli occhi per non vedere i disturbatori di turno.
Ma quando è troppo è troppo e dopo un paio di ruzzoloni
bisogna alzarsi
e andare a cercare di mimetizzarsi, per vedere di essere lasciati in pace!
A questo punto decidiamo di tornare al campo per la notte, ma lungo la strada faremo altri incontri...
Alla prossima puntata, per chi vorrà...
Ciao a tutti
Paolo
Altri incontri, tornando al campo. In particolare un branco di elefanti in lontananza nella savana al calare della luce
e un solitario baob "incendiato" dal tramonto
Facciamo appena in tempo a tornare al campo che il sole cala definitivamente dietro una collina, tra i rami di un'acacia...
Si cena. Ma l'aver constatato che tra i nostri vicini ci sono davvero i grandi predatori rende tutti un po' più nervosi. I fuochi intorno all'accampamento sono un po' più alti e i turni di veglia durante la notte per tenerli accesi (un'ora a coppia: 11/12, 12/01, 01/02, 02/03, 03/04, 04/05, e 05/06) sono attesi con un misto di fascino e timore... Per il momento ci si rilassa chiacchierando della giornata.
Come andrà la notte? Avremo visite? Lo scopriremo nella prossima puntata...
Ciao a tutti
Paolo
Non solo splendide foto ma anche un simpaticissimo testo che ben l'accompagna. Mi piace il tuo spirito di avventura e un po' di sana invidia sia per questo che per la tua capacità di fotografare.
Che splendido reportage. Un viaggio stupendo che ti invidio molto
Che splendido reportage. Un viaggio stupendo che ti invidio molto
Rieccomi dopo tre settimane di latitanza dovute in parte a impegni di lavoro e in parte FINALMENTE alle vacanze di quest'anno...
Tornando al viaggio...
La notte bene o male passa, circondati dai mille rumori della savana e da una breve (ma intensa) visita di alcuni ippopotami che tornano al fiume dai loro pascoli correndo a pochi metri dai nostri fuochi. Purtroppo un po' la sorpresa e un po' il buio non ci hanno consentito di immortalarli...
Al mattino l'alba sul fiume è bellissima
Il tempo di svegliarci completamente e via per i safari di giornata. Appena usciti dal campo (non più di un centinaio di metri) il primo incontro con parte (e che parte!) dei nostri rumorosi vicini
Tre leonesse stanno tornando dalla loro caccia notturna e piano piano si avvicinano
fino quasi a mettersi in posa per incredibili primi piani
La giornata si preannuncia interessante!
Alle prossima puntata, per condividerla con chi vorrà.
Ciao a tutti
Paolo
Che storia!!!
Stupende immagini raccontate altrettanto bene, mi hai fatto sognare.
Un viaggio come il tuo ho sempre desiderato farlo.
Fino ad ora ho sempre rimandato per un paio di motivi (se vado avanti così ci andrò quando sono in pensione, magari col circolo anziani ) la compagnia, secondo me bisogna essere affiatati, e un po' la tema per la salute, malaria ecc....
Comunque sia ti faccio i miei complimenti e continua pure, continua...
ciao Enzo
bravo! bellissime foto!
Torniamo ora agli incontri di giornata, che come si preannunciava è stata abbastanza ricca, soprattutto nella varietà...
Guinea fowls, unico animale della savana che può anche essere addomesticato e in effetti spesso scorrazza nelle aie dei villaggi insieme alle galline e ai tacchini
un facocero, ispiratore di un simpatico comprimario del "re leone" di disneyana memoria
un bucero, particolare uccello spesso individuabile a terra dove vaga alla ricerca di cibo
un maschio di agma agama (grazie carlomor per l'aiuto nell'identificazione), grossa lucertola policroma lunga circa un 40 cm
lo splendido volo di una fish eagle intenta sorvegliare il sottostante fiume alla ricerca di prede
oltre agli ormai "soliti" giraffe, zebre e bufali
e infine di nuovo i nostri "vecchi amici" leoni intenti a rincorrersi creando un certo scompiglio in un gruppo di cicogne
Ancora una volta la giornata è stata propizia e ci dirigiamo al campo per la nostra ultima notte al Ruaha. Domani mattina si sonteranno le tende e si partirà alla volta delle Udzungwa mountains via Iringa. Come vedrà che avrà ancora la pazienza di seguirmi...
Ciao a tutti
Paolo
Che dire che non sia stato detto
Splendide foto splendido viaggio e splendido reportage
Grazie di cuore.
Saluti a tutti
jena74
Dunque l'ultima notta al Ruaha è passata tranquilla e al mattino (come sempre all'alba) si smonta il campo già con un po' di rimpianto...
...ma anche con curiosità per quello che ci attende. Appena fuori dal parco i primi segni di "civiltà" (???!!????? )
ma anche un bellissima ragazza che sfoggia il suo kanga.
Il modo di vestire può raccontare molto di una persona. Ciò è particolarmente vero in Tanzania dove gli abiti “parlano”, o meglio comunicano messaggi inequivocabili. I tradizionali kanga, lunghi e colorati veli di cotone indossati dalle donne, hanno infatti la peculiarità di sfoggiare frasi e slogan in lingua kiswahili.
I messaggi svolazzanti - stampati sui tessuti - sono innumerevoli e talvolta curiosi: “L’amore è cieco” (Mpenzi hayana macho ya kuona), “Non mi vendico, ma non dimentico” (Na wala sitasahau sitalipiza), “Un vicino ti sta spiando” (Girani za pekepeke ndani hazinitoi), “La forza del povero è la resistenza fisica” (Ninguvu zake mtagi wa maskini).
Sui kanga si trovano messaggi d’amore, frasi augurali, aforismi, proverbi, persino annunci funebri. Il kanga viene usato anche per avvolgere comodamente i propri bambini sulla schiena. Quando una donna diventa madre, è usanza che il proprio marito le regali un kanga con una dolce frase: “Nani kama mama” (“Tu ora, sei madre”): servirà da marsupio per il neonato. C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Per questo l’acquisto di un kanga è sempre un rito assai complicato. L’abito non viene scelto dalle donne in base alla fantasia o al tipo di cotone, quanto piuttosto alla “frase” che si trova impressa sul telo.
Il cotone usato per la fabbricazione dei kanga può essere ruvido e pesante (in genere viene usato dalle donne sposate), oppure morbido e leggero (viene prediletto dalle giovani ragazze che vogliono mettere ben in evidenza le curve del proprio corpo).
La diffusione dei “kanga parlanti” è cominciata una cinquantina di anni fa, quando le industrie tessili tanzaniane - in perenne concorrenza con quelle keniote - ebbero l’idea di rendere i vestiti delle donne, più accattivanti.
Trasformarono i parei classici in lunghi teli bordati con delle frasi originali. Fu un successo clamoroso. Una moda contagiosa che ha saputo rinnovarsi nel tempo per conquistare le nuove generazioni.
Oggi una ragazza tanzaniana che desidera riappacificarsi con un amico può indossare un kanga con la scritta Nilijua yatawakera sana, che significa “Ho saputo che sei molto arrabbiato con me”, oppure più semplicemente Penzi haina shirika, “L’amore non ha limiti”.
Infine ritornati a Iringa (ci eravamo già passati all'andata) per rifornire la cambusa e passare la notte, incrociamo un camioncino che trasporta... le festanti invitate a un matrimonio!
E' un peccato non potersi fermare, ma appunto la cambusa piange e ci spostiamo al mercato. Lungo una delle vie di accesso fitte esposizioni di oggetti per la casa
e soprattutto montagne di cestini
Le occasioni di accrescere il bottino fotografico non sembrano mancare... chissà se il fotografo sarà almeno un po' all'altezza???
Lo vedremo nella prossima puntata.
Ciao a tutti.
Paolo
Proseguendo lungo la strada, arriviamo alla zona alimentare del mercato. La prima cosa che si nota sono gli enormi sacchi di riso accatastati ovunque. La cucina tanzaniana in effetti è molto basata sul riso che è una delle principali colture destinate al mercato interno (bisogna comunque ricordare che solo il 4% della superficie del paese è coltivabile, e che in gran parte le colture sono destinate all'esportazione, caffe e cotone in primis)
Il riso, ovviamente, viene venduto sfuso.
Frutta e vedura sono abbastanza diffuse, e in buona varietà, se confrontate con i mercati del vicino Malawi, molto meno se prendiamo a parametro le nostre abitudini "occidentali".
E le piccole cataste ordinate di lime, sono ghiotte anche fotograficamente
Finita la spesa, si fa campo per la notte e all'indomani mattina (presto, manco a dirlo) si partirà per gli Udzungwa...
Ciao a tutti e... alla prossima
Che ricordi!... Finalmente vedo il tuo reportage e mi tornano alla mente sensazioni, odori ecc. di quando, come sai, con Silvia avemmo modo di vivere la Tanzania "dall'interno". Be' noi non avevamo quel meraviglioso camion, ma solo un paio di scassatissime jeep (letteralmente: si era sempre lì ad aggiustare un pezzo...) e tende con le lampo malfunzionanti da poveri biologi... D'altronde il nostro compito era contare i baffi ai leoni, e far la conta delle loro prede (oltre, nel mio caso, a raccogliere documentazione per una sceneggiatura di Martin Mystère). Ma che bello! A veder le tue foto, le ricolloco nel nostro diverso percorso (nel Tarangire) immaginando come sarebbero venute se la Nikon di Silvia non avesse ceduto il primo giorno e non avessimo dovuto accontentarci della mia preistorica compattina Olympus del 2000! Così è la vita. Per fortuna i ricordi "fisici" non spariscono tanto facilmente e i tuoi scatti li riattizzano! Grazie! :-)
Ah, quand'è che le metti su Flickr?
Tornando al viaggio...
Gli Udzungwa Mountains sono uno dei pochi luogi in cui si è conservata la cosidetta foresta primaria africana.
Certo anche un piccolo trkking come il nostro, per un totale di non più di 400 metri di dislivello in 4-5 ore di passeggiata ad anello richiede un bel po' di sforzo, dato il caldo e l'umidità, ma i panorami sono eccezionali
e la varietà di farfalle impressionante
Per non parlare del signore incontrastato di queste montagne e dei loro alberi: il black and white colobus!
Insomma anche della scarpinata ne è valsa la pena... e ad attenderci fuori dalla forsta i simpatici abitanti di un piccolo villaggio. ma quest onei prossimi giorni.
Ciao a tutti (e grazie per la pazienza!!!)
Paolo
sempre interessante!
Che nostalgia vedere queste stupende foto. Qualche settimana fa (vedi post in prima pagina) ti chiedevo informazioni e adesso mi ritrovo a guardare i tuoi ultimi upload fresco fresco dal rientro dal mio viaggio. Ho fatto una settimana di safari nei parchi nord, tra Serengeti, Ngorongoro, Tarangire e Lago Manyara e una settimana di riposo sulle spiagge di Zanzibar.
Inutile provare a psiegare a parole l'atmosfera di quei luoghi e l'emozione di vedere così tanti animali nel loro habitat naturale, così vicini da poterli quasi toccare. A volte, scaricando le oltre mille foto che ho fatto, mi rendo conto che neanche le immagini e i video riescono a rendere a pieno l'idea. Sembra sempre tutto troppo parziale rispetto alla realtà di queste esperienze...
complimenti ancora per le foto
Andrea
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