Sono molti gli amici che nel corso del tempo mi hanno chiesto ragguagli a riguardo, quindi una volta per tutte vi spiego step by step come tarare in maniera definitiva quelle lenti magnifiche chiamate Sigma Art. E’ davvero necessario un mini tutorial? Secondo me sì, ricordo bene che anni fa dopo aver avuto colloqui interlocutori con l’importatore (M-Trading) e con l’assistenza ufficiale (AD Service) mi vidi costretto a telefonare notte tempo a Sigma Japan, e solo con i jap ebbi risposte certe ai miei dubbi. Fra l’altro c’è gente in rete che, pur avendo movenze da specialista del brand, evidentemente sul lato tecnico mostra non poche lacune. Ho letto questi guru dare indicazioni del genere “fate una taratura on camera e poi con la dock riportate quel valore su tutte le distanze”. Bene, questo è il modo migliore per incasinare l’obiettivo, e dare consigli del genere vuol dire fare disinformazione!
Sostengo da sempre che tutte le ottiche di tutti i brand (a maggior ragione quelle molto luminose) devono essere tarate sulla fotocamera ma purtroppo il mondo dei foto-amatori si divide fra quelli che le comprano solo per il gusto del possesso e quelli che invece le usano anche e soprattutto per quello per cui sono state progettate, e cioè a TA. Coloro che appartengono alla prima categoria possono pure terminare qui la lettura, molto probabilmente non hanno mai sentito parlare di dof e quello che segue non li interesserà minimamente. Gli altri invece si trovano davanti ad un’altra scelta: il vostro set di lenti Art sarà usato con diverse macchine, oppure volete modellarlo su una sola fotocamera, magari la migliore che avete in casa? Anche qui i primi possono tranquillamente evitare di continuare a leggere, a loro consiglio spassionatamente di tarare le lenti on camera (ovviamente alla distanza di lavoro che usano di più) su ogni corpo. Così facendo gli obiettivi saranno starati (ovvero tarati alla pene di segugio, se vi piace di più) sulla maggior parte delle distanze, ma lavoreranno alla perfezione alla distanza alla quale li avete tarati.
E veniamo all’ultima categoria, quella del foto-appassionato. Qui troviamo amici che dopo aver comprato la reflex dei loro sogni (750, 810, 850, D5…) decidono, a valorizzare l’investimento fatto, di dargli in dotazione il massimo in fatto di ottiche. E qui la scelta cadrà inevitabilmente su Zeiss (top in assoluto) ovvero sugli Art, se non si vuol rinunciare alla maf automatica. Personalmente ho roba di entrambi, quando voglio stare leggero mi porto Nikon, quando è roba seria e in movimento uso gli Art e quando proprio voglio fare il figo (e il soggetto è statico…) tiro fuori i Milvus. Non sono sponsorizzato da Sigma quindi non perderò neanche un microsecondo a sperticarmi sulle qualità della serie stessa ma, atteso che avete comprato un Art e legittimamente vi aspettate un certo tipo di prestazioni, ora siete obbligati a tararlo per bene. E intendo dire a cucirlo letteralmente sulla vostra macchina! Sigma è stata la prima a dare questa possibilità ai propri clienti mettendo sul mercato l’ormai famigerata dock station, il cui acquisto (una quarantina di euro) è pressoché obbligatorio se si vuol fare sul serio. Obbligatori pure un solido treppiede per la fotocamera e una buona focus chart a 45°. Evitate come la peste chi consiglia tarature con le tre pile (anzi, le pile rimettetele subito nel gameboy altrimenti il figlio si incazza!) ovvero con focus chart cartacea appesa al muro e parallela al piano focale. Qui si lavora sulla profondità di campo e la dof potete valutarla solo con FC a 45°. Io uso vantaggiosamente questa https://www.amazon.it/gp/product/B07FWVD5GT/ref=ppx_yo_dt_b_asin_title_o01_s00?ie=UTF8&psc=1
che è piccola, economica e funzionale, voi scegliete quello che volete purché non sia roba di cartoncino ripiegato, se non è perfettamente planare la FC non serve a nulla. Posizionata la macchina sul cavalletto e la FC in linea con l’asse dell’obiettivo, possiamo andare a cominciare l’opera tenendo presente che tutti gli scatti test che andrete ad eseguire dovranno essere a TUTTA APERTURA
Scaricato ed installato l’apposito programma (in italiano, ed è anche molto ben fatto, potete scaricare l’exe per windows oppure la dmg per mac) aprite l’applicazione e collegate la lente al computer tramite la suddetta dock. Il computer riconosce la lente (sulla dock si accende un led, e a video vi mostra tutte le caratteristiche), in pochi secondi il programma esegue la lettura dei settaggi presenti e, se rileva che c’è on line un aggiornamento firmware, vi consente di installarlo in un attimo. A questo punto diventerà cliccabile il pulsante PERSONALIZZAZIONE, premetelo e poi a seguire cliccate su REGOLAZIONE AF. Ora avrete davanti le regolazioni AF scritte sul fw del vostro obiettivo per quattro distanze prefissate, e tali valori su un obiettivo nuovo li troverete tutti a zero. Se l’ottica è di seconda mano è possibile che i valori siano stati modificati, in questo caso cliccate sul tasto di reset (o modificateli uno per uno, ci vuole un attimo) e riportate tutto a zero, la taratura che avete trovato è magari perfetta sulla reflex del precedente proprietario, non sulla vostra! Sempre con la schermata davanti segnatevi su un foglio le quattro distanze di taratura (per i quattro settori sono riportate sopra in feet e sotto in metri).
Staccate la lente dalla dock e collegatela alla fotocamera alla prima distanza indicata, la più breve, che deve essere quella che intercorre fra la superficie della Focus Chart ed il piano focale della reflex stessa. Mi raccomando, ho scritto PIANO FOCALE e non lente anteriore o baionetta! Settate TUTTA APERTURA, messa a fuoco singola con punto centrale, misurazione esposimetrica spot, puntate (se usate la FC che ho indicato dovrete puntare sul cerchio di destra, il più piccolo) ed eseguite il vostro scatto test.
A questo punto visionate lo scatto sul computer (non sul telefonino ne tanto meno sul display della fotocamera) e avrete subito chiaro quella che è la situazione in termini di maf. Se il valore zero è centratissimo (nel senso che la leggibilità dei valori superiori sia assolutamente pari a quella dei valori inferiori, insomma se è definitissimo +20 deve essere parimenti definito anche -20), cosa rara ma possibile, vuol dire che a quella distanza l’af dell’accoppiate reflex-ottica lavora alla perfezione, non ha bisogno di alcuna correazione, e pertanto lasceremo il valore corrispondente a zero. Se invece - come è più probabile – la scala sarà più definita verso l’alto parleremo di back focus (ed andremo a correggere applicando valori con segno -) mentre se sarà più definita verso il basso parleremo di front focus ed andremo ad applicare valori con segno +.
Ok, facciamo un esempio, dalla foto che avete a video avete appurato che i valori perfettamente definiti sulla vostra scala vanno da +50 a -10, c’è chiaramente un back focus e visto che non è lievissimo andiamo a correggerlo. Clicchiamo sulla cella corrispondente alla nostra distanza di scatto, che a quel punto diventerà di color arancio. A questo punto con i cursori della scala graduata che troviamo poco più in alto andiamo ad inserire un valore verosimile, diciamo -7.
Inserito il nuovo valore clicchiamo su SCRITTURA, in un attimo il programma riscriverà il fw con il nuovo valore. Togliamo l’ottica dalla dock, inseriamola nella fotocamera, eseguiamo un nuovo scatto di test ed andiamo a vedercelo a video. Non illudiamoci di azzeccare subito il valore giusto, vedremo tuttavia che la zona a fuoco si è notevolmente spostata e che è necessario un ulteriore aggiustamento. Niente paura, colleghiamo di nuovo la lente al computer e ripetiamo i passaggi precedenti aggiustando più finemente, diciamo di due punti per volta. Basterà sempre cliccare sul valore inserito, modificare e poi riscrivere il fw.
Trovato finalmente il valore aureo, seppur a fronte di tre, quattro o cinque tentativi, si lascia tale valore sulla prima cella e si passa finalmente alla seconda. Impostiamo la nuova distanza (quella che appare sopra la cella) fra Focus Chart e piano focale della fotocamera, eseguiamo lo scatto test e ripetiamo la procedura sovrastante.
Alla fine della taratura dell’ultima cella clicchiamo per l’ultima volta su SCRITTURA ed abbiamo terminato. Lo so, il processo è lungo e ripetitivo, avete montato e smontato la lente almeno una dozzina di volte ma ora avete fra le mani un vero rasoio, uno strumento di misura tarato alla perfezione su tutte le distanze! Dimenticavo, se la lente è uno zoom il tempo necessario alla taratura (circa 40 minuti) si moltiplica, invece di una riga per distanze ne avrete quattro, corrispondenti a quattro focali diverse dello zoom stesso.
Il lavoro è tutto sommato semplice ma di attenzione, dovete prendervi il vostro tempo, giornate di pioggia come quelle di questi giorni sono l’ideale. Sperando di aver fatto cosa gradita per i possessori di ottiche Art, vi lascio solo due raccomandazioni
• Gli scatti test devono obbligatoriamente essere eseguiti a TA
• La lente che avete tarato ora è un tutt’uno con la vostra reflex, non con quelle degli altri. Quindi, nel momento in cui dovreste andare a rivenderla, abbiate cura di resettare con la dock i valori impostati
Giusto per curiosità dato che ormai sono passato a ML, è possibile secondo te ottenere una precisione del genere (cioè a tutte le distanze e focali per gli zoom come quella che si ottiene con i Sigma, che ho personalmente verificato con il 35mm f/1.4) con gli obiettivi Nikon?
Mi risulta che un centro di assistenza possa fare una cosa del genere ma non sono sicuro che agiscano solamente sull'obiettivo come dovrebbe essere per poter ottimizzare la messa a fuoco di più obiettivi. Con i Nikon avevo verificato l'impossibilità di avere un fuoco perfetto a tutte le distanze con la regolazione on camera.
Altra domanda, per caso hai chiesto a Sigma se le eventuali variazioni di piano di fuoco al variare del diaframma (focus shift) vengono prese in considerazione dal software dell'obiettivo che le corregge? I Sigma ne soffrono in maniera limitata se non nulla e quindi il problema è minimo, hai fatto delle prove in tal senso? Cioè confrontare due foto a distanza ravvicinata scattate a f/2.8/4 con uno dei fissi f/1.4, una con AF e l'altra con LV (quindi con apertura corrente) e controllare se per caso quella scattata in LV è più a fuoco.
La procedura non fa una piega, ma secondo me non è necessario usare una mira inclinata: se il fuoco cade avanti oppure dietro lo vedi dalle aberrazioni (verdi o magenta) e poi arrivato al punto che "sembra" giusto fai qualche scatto a cavallo di questo e verifichi quello più nitido. E' più facile valutare le piccole variazioni di nitidezza fra più foto su una superficie parallela al sensore che su una inclinata.
La Sigma Dock è una gran cosa secondo me, e contrariamente a quanto si legge spesso in rete, non serve a correggere i problemi di compatibilità Sigma-Nikon ed arrivare con i Sigma alla stessa accuratezza che si ha con i Nikon, serve a raggiungere livelli superiori.
scusa Lupaccio sono pienamente d'accordo che nei tuoi post usi il colore blu ( ricorda mio zio che per le sue lettere usava l'inchiostro verde), ma in un testo cosi lungo e tecnico, forse è meglio tornare al classico nero e magari nel punto e capo un doppio interlinea agevolerebbe la lettura .
scusa se sono stato invadente
Antonio
Tuo zio era uomo di buon gusto, sulla Montblanc uso inchiostro verde anch'io
Io l'ho fatta sul 24-105... un processo abbastanza lungo ma mi ha garantito i risultati.l'unica difficoltà e perplessità l'ho trovata a 24mm posto su infinito. E' stato veramente faticoso capire l'af giusto e a oggi non sono ancora sicuro di averlo preso, seppure mi sembra sia efficiente
I grandangoli su infinito sono effettivamente un bel casino, si risolve non allungando eccessivamente la distanza FC-piano focale. E mi spiego: col 24 per tarare l'infinito basta porsi a 2 metri, 2 e mezzo, non serve esagerare, su infinito virtualmente ci sei già. Così come col 50 mm bastano 3 metri. Con gli zoom, poi, come avevo scritto c'è veramente da penare, con tutti 'sti togli e metti c'è il serio rischio che la lente cada in terra! Però poi il risultato paga, avere la consapevolezza di essere in grado - alla bisogna - di scattare a TA a tutte le focali è una cosa che veramente non ha prezzo! E per me, lo si sarà capito, la maf è molto più importante dell'esposizione. Se quest'ultima la si sbaglia un pò comunque si recupera, ma una maf sbagliata anche di poco rovina scatti che altrimenti sarebbero da copertina. E mi riferisco in particolar modo alla moltitudine di ritratti che si vedono nei forum, fateci caso, guardando le miniature gli scatti che colgono subito l'attenzione non sono quelli artisticamente ben composti, ma bensì quelli con gli occhi del soggetto a fuoco...
Salve,
ho problemi a mettere a fuoco un nikkor 50 AF-S 1.4 G con la mia D3100, nel senso che ottengo foto a fuoco solo da f/2.8 in poi. Ho sempre pensato di sbagliare io qualcosa, può essere invece un problema di staratura dell'autofocus? Grazie
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