Parrebbe propio di si
Se fino a oggi col digitale abbiamo avuto una miriade di persone che con l'abbattimento dei costi si sostituisce
a fotografi di cerimonie e piccoli eventi
ora anche i giornali tagliano i fotografi
http://www.macitynet.it/chicago-sun-times-licenzia-fotografi-sostituiti-iphone/
ritengo che la cultura dell'immagine odierna non faccia cogliere la differenza tra chi fa foto e chi fa fotografia
Onestamente non credo che la colpa sia del digitale, anzi in alcuni casi il digitale ha aumentato le possibilità creative.
sono in parte d'accordo ma per come la vedo io il "professionismo" in certi casi si è suicidato!
credo di si,
quello artigianale sta morendo
rimarrà solo quello di nicchia.
Antonio
....... .......
Francesco Martini
tanto per dire....la mia ex ha fatto un servizio fotografico con una bridge......e nessuna esperienza.
la colpa però non è sua,ma degli sposi che hanno preferito risparmiare.
Il fatto è anche che un giornale stampa le foto ad una risoluzione ridicola, per la quale basterebbero 0.0005 megapixel e se le pubblica online la risoluzione non è comunque mai enorme quindi si può sostituire con foto fatte da macchine non-professionali. L'unica cosa che cambia è la qualità ma le foto sono pur sempre un contorno, uno non si ferma certo a guardare le foto in un giornale...
Faccio un parallelo, forse fuori luogo, ma che rende come la penso: io disegno con programmi CAD cam 3d. I programmi sono sempre di più, più potenti, facili da usare ed a costi contenuti. Quando la mia esperienza e la mia professionalità non saranno più in grado di garantirmi uno guadagno, cambierò mestiere. E lo farò tanto più velocemente se chi mi andrà a soppiantare non è neanche un professionista, ma uno che lo fa per hobby! Senza polemizzare... significa semplicemente che sarei fuori mercato.
Non so che contratti avessero i 28 foto reporter in questione, e non so la legislazione USA in merito...però, bello, da un giorno con l'altro 28 segati così?
Poi è vero che le stampe su quotidiano sono di qualità pessima...ad esempio, non credo che al National Geographic stiano pensando alla stessa cosa...e nemmeno riviste di Moda/Glamour...
Graziano
Qualche link:
- http://www.lastampa.it/2012/09/16/cultura/opinioni/la-cucina-dei-giornali/fotoreporter-su-instagram-Zo5qDevnUjqlyIPZgoUngP/pagina.html
- http://www.01net.it/itechstudio/articoli/0,1254,4_ART_153016,00.html
- http://vocearancio.ingdirect.it/focus/diventare-fotografi-con-unapp/
Ma cercando ce ne sono a iosa...
ovvio che il National non prenderà uno sproveduto, ma oggi pagare un professionista che
deve ammortizzare l'attrezzatura, paga tasse, inps, varie ed eventuali ha un costo
mentre comprare per pochi spiccioli da una persona che fa tutt'altro per cui quello è solo un di più ne ha un'altro.
secondo me è come se si licenziasse un'operaio perchè l'extracomunitario costa meno
l'instant reporter frutta molto di piu' e meglio... un utente sul posto al momento dell'evento-incidente-incendio fotografa, orgoglione di avere una sua foto pubblicata su una testata nazionale... spesso a gratisse o con contributi ridicoli...
fotoreporter "dipendente" parte dalla sede del giornale in orario lavorativo o da casa propria, va sul posto e scatta, poi torna in sede... sempre in orario di lavoro... per uno scatto la redazione deve pagare la mattinata al suo fotografo interno...
un esempio? il simpaticone che agita la mannaia dopo aver sgozzato un militare in inghilterra... quelle cose saranno fatte solo con telefonini...
io ritengo che in tutto questo la crisi giochi un bel ruolo. Qualche giorno fa in radio parlavano della crisi dell' editoria, e testate giornalistiche come Vanity Fair e Vogue sono attualmente in crisi, -si avete capito bene!- Per cui credo ci sia poco da meravigliarsi se tra i tagli editoriali si tagliano anche i fotografi. Poi dall'altra parte il problema del digitale, che come qualcuno ha fatto notare sopra, non riguarda solo la fotografia ma tutti i settori in cui si è inserita la tecnologia informatica. Ho amici che fanno i DJ per lavoro e mi dicono che più passa il tempo e più è semplice utilizzare i programmi. Un triste destino comune che comporta un aumento degli utenti e una diminuzione di professionisti veri.
forse mi sono spiegato male,
ovvio che la foto immediata o sei sul posto o non la fai e allora ben venga il cellulare
qui invece stiamo parlando di servizi programmati: "intervisti Paul McCartney? scattagli qualche foto coll'iPhone"
Dove andremo a finire?
http://www.clickblog.it/post/56769/il-chicago-sun-times-licenzia-tutti-i-suoi-fotografi-in-quanto-gli-sono-sufficienti-le-foto-realizzate-con-liphone
Vorrei provare a fare un ragionamento sereno, evitando i soliti "pro vs amatori, iva vs nero, io ci campo vs tu ci arrotondi" etetc
date le premesse, mi chiedo: è questo il futuro? Sta succedendo la stessa cosa che ha fatto fuggire tanta gente dallo stock?
Chiunque di noi legga giornali (spero molti), cartacei o web che siano, sa che la qualità richiesta ad una foto è minima: 72dpi per il web e una stampa degna dell'aggettivo "quotidiano" per il cartaceo. Quindi ok, possiamo anche accettare che, entro certi limiti, un iphone o simili possa effettivamente bastare qualitativamente.
però mi chiedo: e il resto? Finchè parliamo ad esempio delle varie primavere arabe è anche comprensibile che la maggior parte delle immagini venga da "fotografi casuali" dato che essere sul luogo come pro ha delle difficoltà oggettive, non solo economiche. Ma le news? cioè la max percentuale del lavoro di questi 28 ormai ex fotografi? Vivendo a Roma mi capita di programmare delle uscite appositamente studiate, sempre per diletto. In queste occasioni spessissimo è pieno di tanti altri "curiosi" come me, con popò di attrezzature professionali o semi tali, ma anche tanti, tantissimi che si accalcano insieme al gruppo con smartphone e tablet vari. Mi viene sempre la domanda: possibile che veramente qualcuno sia ingaggiato, o lo stia facendo come freelance, magari per un video? Nel senso: se così non fosse: qual'è l'interesse di accaparrarsi delle foto o un video di una situazione il cui interesse finisce in qualche ora? (e infatti spesso vedo gente che corre in motorino a raccattare le schede o stesa in terra con portatili vari).
Unite le due discussioni sullo stesso argomento.
Ciao,
Alessandro.
Non mi stupisce per niente la cosa.
Oramai i giornali si impaginano prendendo gli articoli un po' dai blog, un po' da twitter, con foto prese da instagram, o da amatori, o addirittura scippate da forum e pagine personali di amatori e professionisti.
In tv i servizi si costruiscono con youtube e youreporter.
Ormai le notizie nei media generalisti sono vecchie di almeno 2-3 giorni, e sono solo quei pochi giornalisti che ancora riescono ad usare fonti differenti, a rischiare, che portano a casa qualcosa di diverso.
D'altronde che si fa? Si vieta l'uso di fotocamere ai non addetti ai lavori? La colpa è degli editori, che non sanno riconoscere un reportage da gli scatti fatti per caso di un passante, un pezzo di qualità, da uno scopiazzato da blog vari. C'è ance il rovescio, positivo, della medaglia. Oggi, come sta succedendo in Turchia, come è successo in Egitto, qualunque cosa accade è ripresa, fotografata, documentata. Insabbiare una rivolta, una protesta, è diventato pressoché impossibile.
Sul discorso "matrimonio pro vs matrimonio amatore", se gli sposi non sanno vedere la differenza, il problema è dovuto anche ad una mancata educazione. Forse bisognerebbe che noi amatori e i professionisti provassimo ad educare il grande pubblico verso una fotografia di maggiore qualità. Mostre, eventi, anche in rete, aiuterebbero a migliorare il "palato" del pubblico, almeno secondo me.
[Discorso serio: OFF]
E dei tragici licenziamenti che ci saranno tra i fornitori di carta per i giornali a causa della vendita di questi in formato ebook? Nessuno ne parla? Anche loro sono vittime della digitalizzazione!
[Discorso serio: ON]
Ma secondo voi, dai tempi di quel tizio chiamato Cristo, quanti lavori sono nati e tramontati? Al giorno d'oggi c'è chi fabbrica ancora spade? C'è chi costruisce ancora calessi? Andiamo siamo seri. Col progresso della tecnologia (ultimamente elettronica) i mestieri diventano obsoleti e scompaiono, come altri ne nascono e fioriscono! Chi si adegua cambia mestiere e continua a campare, chi non lo fa sentirà sempre più i crampi della fame!
Il digitale non ha ucciso il professionismo, l'avanzamento tecnologico probabilmente lo farà, anzi lo sta gia facendo nei settori in cui non è più necessario il professionista. Anche perché onestamente il tempo che passiamo a guardare una foto su un giornale non penso sia lo stesso che dedichiamo a una foto esposta in una mostra.
Ovviamente mia personalissima opinione.
In linea di principio potrei anche essere d'accordo sul discorso dei mestieri che nascono, si evolvono, muoiono, tornano sotto una luce diversa: il forgiatore di spade è diventato fabbro, poi sono arrivati i robot, il ferro è diventato obsoleto, etc etc sarebbe un discorso enorme.
Non sono nemmeno del parere che il digitale abbia ucciso il professionismo, ma che sia entrato prepotentemente scalzando dai loro ruoli numerosi fotografi o ex tali si, non ho dubbi. Dicevo nel mio precedente intervento dello stock: ne conosco diversi che se prima riuscivano a campare producendo valanghe di immagini per lo stock, o hanno rinunciato direttamente perchè a parità di immagini prodotte la concorrenza è talmente tanta che il guadagno scende vertiginosamente, o chi proprio ha smesso e ha dovuto, quando ha potuto, reinventarsi. Anche nello sport, dove a volte mi capita qualche lavoretto, conosco diversi "vecchi" fotografi ai quali il passaggio pellicola-digitale ha lasciato un gap tecnico incolmabile; persone che fino a qualche anno fa scattavano ad alti livelli sono stati scalzati da "giovincelli" magari non meno bravi, ma con quasi nessuna esperienza al confronto. L'ambito "news" è un campo minato secondo me, giustamente diciamo entrambi che il tempo dedicato all'osservazione di una foto da quotidiano è minimo, la qualità richiesta è infima etc etc. A voler ben vedere sappiamo poi tutti che da anni anche i giornali o periodici che danno una qualche importanza alla parte fotografica hanno smesso di indicare il nome del fotografo anche in servizi con diverse fotografie, sempre che non sia il "gran nome" di turno.
Per non parlare di mestieri proprio scomparsi come il fotografo aziendale: un gigante come l'ENI ha al libro paga un fotografo, uno! E se non bastasse lo tengono nell'inattività cronica in attesa delle pensione perchè non possono licenziarlo dopo 30 anni...
Non bisogna poi dimenticare che la professione in questione è una delle meno "protette"; non sto qui a difendere ordini professionali, privilegi vari, etc etc però è evidente che ci sia anche troppa libertà in questo senso: Un mio caro amico ha smesso di lavorare in una agenzia immobiliare e si è dato ai matrimoni, senza aver mai preso in mano una freflex: lo stesso che tre mesi fa mi chiedeva cose tipo "senti ma l'autofocus perchè di notte non mi funziona?" adesso è più accreditato di me (che studio fotografia da tre anni) o comunque mi farà concorrenza quasi alla pari.
per cui concludendo: il digitale potrà non aver ucciso il professionismo, e secondo me non lo ucciderà in futuro, però credo che certi ridimensionamenti già avvenuti in determinati ambiti si faranno sentire sempre di più.
Alla domanda iniziale io direi che sicuramente il digitale ha fatto sì che ci saranno sempre meno persone che potranno vivere di fotografia, e quindi non ha "ucciso" il professionismo ma ha ridotto e sempre più ridurrà le persone che possono campare con la sola fotografia. Questo, secondo me, per i seguenti motivi:
- il digitale ha diffuso tantissimo la possibilità di fare fotografia, oggi tutti possono fare foto, e ne possono pure fare tante. Con la pellicola non era così: molte meno persone fotografavano e la stragrande maggioranza dei non professionisti che pur fotografavano lo facevano di rado e solo in certe occasioni.
- il digitale ha cambiato la modalità di fruizione delle immagini.
- il digitale ha cambiato il gusto delle immagini
- il digitale ha portato allo scoperto il professionista bravo da quello "normale". Sopravviveranno solo i veramente bravi, non coloro che erano chiamati a fare foto perchè era il loro mestiere, e nessuno si poneva la domanda se erano bravi o no.
Ad esempio nel mio paese il fotografo era Leopoldi (bravo) e il tipografo era Giacomelli. Non so quanti capissero quest'ultimo e soprattutto se per la comunione (ammesso che lui fosse disponibile) lo chiamassero. A me non risulta.
Un certo modo di vivere il digitale uccide il talento.
Questa qui sopra è la mia risposta breve al quesito della discussione.
Volendo usare qualche parola in più (oltre ad andarmi a presentare tra poco nella sezione apposita) posso dire che il digitale non toglie nulla a chi cerca di fare una buona foto, a chi fotografa per velleità artistiche o a chi fotografa per mestiere. Se (e sottolineo 'se', come diceva Mina) per 'digitale' intendiamo la comodità di variare ISO ad ogni foto, la comodità di ottiche ed esposimetri ed autofocus sempre più precisi, la leggerezza e luminosità di certe ottiche la cui controparte di altri tempi invidia.
Ma se per 'digitale' intendiamo quel ritocco estremo, quell'idea che una bella foto sia tale anche quando cloniamo/cancelliamo qualcosa via Photoshop (o equivalente), quell'ossessione per l'esaltazione/desaturazione dei colori, allora sì: il digitale uccide. Perché non è più una foto: è grafica. E a quel punto lo standard è Avatar (cioè a dire che non te la cavi con due botte di Photoshop per impressionarci).
I giornali preferiscono la foto mordi&fuggi col telefonino? Questione di soldi.
A chi interessa un pittore, oggigiorno? Le stampe sono a portata di tutti.
A chi interessa un musicista, oggigiorno? Con un paio di programmi tiri fuori la hit dell'estate.
Secondo me il digitale uccide il talento, quando questo non viene imposto ed esaltato.
Resisteranno solo i migliori, e per migliori non intendo solo a far foto.
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