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Aperture Diaframma "strane"
quant'è la differenza in EV dallo "stop"?
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Seba_F80
Nikonista
Messaggio: #1
Ciao,
credo non sia la sezione giusta per questo tipo di domanda, ma non ho i privilegi d'apertura in "tech reference".

Nonostante usi alcuni obiettivi Nikon da molti anni su D300 e D70s prima, solo qualche giorno fa ho avuto la curiosità di capire bene quanto l'apertura f/4.2 fosse più chiusa di f/4.
Sul mio Nikon 18-35 IF ED, per es, ruotando la ghiera delle focali e partendo da 18mm, la fotocamera mostra a display queste aperture:

- f/3.5 (a 18)
- f/4
- f/4.2
- f/4.5
Posto che f/4.5 è 1/3 di stop più chiuso di f/4 e che la fotocamera adegua i tempi di scatto nell'esposizione in funzione del diaframma, e che mi aspetto che i tempi di scatto "vadano a passo" di 1/3 stop (secondo il settaggio del mio corpo macchina), cosa succede se scatto ad f/4.2?
Leggera sovra o sotto esposizione?
E come comanda la fotocamera una apertura come f/4.2, intermedia fra f/4 (lo stop) ed f/4.5 (+1/3 stop)? Il diaframma si muove con continuità e non "a scatti"?

Lo stesso vale per altre ottiche, non Nikon AF, ma compatibili con Nikon (es. Zeiss), che hanno f/1.7 .. anche questo numero strano ... Idem per le ottiche "cine" che hanno aperture diverse dalle ottiche per fotocamera.

Non mi buttate fuori dal forum se la domanda è troppo banale messicano.gif

Grazie, Seba
buzz
Staff
Messaggio: #2
La domanda non è banale, è solo insolita.
A me non è mai capitato di leggere sulla fotocamera questi valori, pur convenendo che esistano.
Gli scatti sono una convenzione. Quando l'ottica non era comandata dalla fotocamera gli scatti erano netti, poi si è passato ai mezzi "stop" e poi con l'elettronica si va di 1/3 alla volta.
Ma la differenza è talmente minima che sfido chiunque a sceglierne una delle due in base alle esigenze.
Seba_F80
Nikonista
Messaggio: #3
QUOTE(buzz @ Jun 8 2018, 07:10 PM) *
La domanda non è banale, è solo insolita.
A me non è mai capitato di leggere sulla fotocamera questi valori, pur convenendo che esistano.
Gli scatti sono una convenzione. Quando l'ottica non era comandata dalla fotocamera gli scatti erano netti, poi si è passato ai mezzi "stop" e poi con l'elettronica si va di 1/3 alla volta.
Ma la differenza è talmente minima che sfido chiunque a sceglierne una delle due in base alle esigenze.


Grazie buzz!
Ho capito, nel movimento (meccanico) le lamelle del diaframma non vanno a scatti, o cmq non hanno uno scatto minimo di 1/3. In questo caso l'apertura massima f/4.2 probabilmente è comunicata dall'obiettivo (è un AF-D) alla fotocamera, che "vede" stringere il diaframma max disponibile in base al movimento della lente.

Ponendo ora la domanda da un altro punto di vista, visto che le lamelle dell'obiettivo sono chiuse, e comandate, tramite un input elettrico, e non si muovono per un meccanismo "trascinato" dalla posizione delle lenti dentro l'biettivo, mi chiedo allora anche perché l'apertura massima del diaframma cambia al cambiare della focale in uno zoom ad apertura variabile (es. il Nikon 18-35 IF-ED è f/3.5-4.5); perché le lamelle non si posizionano sempre ad f/3.5?
E' la CPU dell'obiettivo che, sapendo che ad f/3.5 e 35mm si genererebbe un cono d'ombra sul sensore, invia alla fotocamera il segnale secondo cui il diaframma deve, al max, aprirsi ad f4.5?

Se così fosse f/4.2 nascerebbe "dentro la CPU dell'obiettivo", cioè è funzione di una misurazione (e taratura) dell'ottica che, nota la focale (ovvero la posizione dei gruppi ottici) "limita" alla fotocamera di aprire oltremodo il diaframma.
Il ragionamento è corretto?

Grazie ancora!

Messaggio modificato da Seba_F80 il Jun 8 2018, 07:32 PM
Maurizio Rossi
Admin
Messaggio: #4
QUOTE(Seba_F80 @ Jun 8 2018, 08:31 PM) *
Grazie buzz!
Ho capito, nel movimento (meccanico) le lamelle del diaframma non vanno a scatti, o cmq non hanno uno scatto minimo di 1/3. In questo caso l'apertura massima f/4.2 probabilmente è comunicata dall'obiettivo (è un AF-D) alla fotocamera, che "vede" stringere il diaframma max disponibile in base al movimento della lente.

Ponendo ora la domanda da un altro punto di vista, visto che le lamelle dell'obiettivo sono chiuse, e comandate, tramite un input elettrico, e non si muovono per un meccanismo "trascinato" dalla posizione delle lenti dentro l'biettivo, mi chiedo allora anche perché l'apertura massima del diaframma cambia al cambiare della focale in uno zoom ad apertura variabile (es. il Nikon 18-35 IF-ED è f/3.5-4.5); perché le lamelle non si posizionano sempre ad f/3.5?
E' la CPU dell'obiettivo che, sapendo che ad f/3.5 e 35mm si genererebbe un cono d'ombra sul sensore, invia alla fotocamera il segnale secondo cui il diaframma deve, al max, aprirsi ad f4.5?

Se così fosse f/4.2 nascerebbe "dentro la CPU dell'obiettivo", cioè è funzione di una misurazione (e taratura) dell'ottica che, nota la focale (ovvero la posizione dei gruppi ottici) "limita" alla fotocamera di aprire oltremodo il diaframma.
Il ragionamento è corretto?

Grazie ancora!

Proprio perchè è ad apertura variabile per cui in base alla focale le lamelle si posizionano sempre più chiuse man mano che vai verso il 35mm
che poi in pratica le lamelle (a meno che la reflex non sia in L.V. sono sempre merre a 3.5 per cui a TA
nel momento dello scatto la levetta della reflex si alza a chiude il diaframma al valore impostato...
se è questo che volevi sapere.
togusa
Messaggio: #5
Credo sia un po' come la ghiera dei tempi sulle F2 con prisma Photomic, che la ghiera ruotava "a scatti" in corrispondenza degli stop pieni, ma grazie a un trucchetto se si teneva la ghiera a metà tra uno scatto e l'altro si otteneva il "mezzo stop", perché la ghiera in realtà è un potenziometro e il circuito di gestione è analogico, quindi si poteva ottenere qualsiasi tempo "fuori standard" si volesse (anche 1/78s per dire), a patto di tenere ferma la ghiera sulla posizione corrispondente.
Ovviamente però era impossibile sapere con precisione che valore fosse questo tempo...

La stessa cosa valeva per il diafamma, gli scatti della ghiera sono solo un riferimento "meccanico"... ma la macchina ragiona a prescindere da questo.
sarogriso
Messaggio: #6
QUOTE(togusa @ Jun 9 2018, 10:48 AM) *
La stessa cosa valeva per il diafamma, gli scatti della ghiera sono solo un riferimento "meccanico"... ma la macchina ragiona a prescindere da questo.

Esatto, anche su ottiche manuali si poteva avere qualsiasi valore f/diaframma, ho un vecchio 500 senza che la ghiera del diaframma era a regolazione continua senza alcun scatto, per cui da TA fino alla chiusura massima potevi avere una infinità di regolazioni, ma poi al lato pratico non servivano a niente, a meno che non ci si metta a fotografare un cartoncino a tinta unita e mettersi poi a cercare l'esigua differenza, su una scena dove non esiste in assoluto una sola esposizione corretta le piccole differenze non fanno testo.
buzz
Staff
Messaggio: #7
QUOTE(Seba_F80 @ Jun 8 2018, 08:31 PM) *
Ponendo ora la domanda da un altro punto di vista, visto che le lamelle dell'obiettivo sono chiuse, e comandate, tramite un input elettrico, e non si muovono per un meccanismo "trascinato" dalla posizione delle lenti dentro l'biettivo, mi chiedo allora anche perché l'apertura massima del diaframma cambia al cambiare della focale in uno zoom ad apertura variabile (es. il Nikon 18-35 IF-ED è f/3.5-4.5); perché le lamelle non si posizionano sempre ad f/3.5?
E' la CPU dell'obiettivo che, sapendo che ad f/3.5 e 35mm si genererebbe un cono d'ombra sul sensore, invia alla fotocamera il segnale secondo cui il diaframma deve, al max, aprirsi ad f4.5?

Se così fosse f/4.2 nascerebbe "dentro la CPU dell'obiettivo", cioè è funzione di una misurazione (e taratura) dell'ottica che, nota la focale (ovvero la posizione dei gruppi ottici) "limita" alla fotocamera di aprire oltremodo il diaframma.
Il ragionamento è corretto?

Grazie ancora!



il valore del diaframma è sempre relativo alla lunghezza focale.
F4 ad esempio significa che il foro di transito della luce è un quarto della sua lunghezza focale.
Se ne deduce che restando il foro uguale, in base alla costruzione meccanica dello zoom, per mantenere lo stesso rapporto di 1/4 per 20 mm il foro sarà di 5 mm. per 40 mm dovrà essere 10mm.
per cui se resta nella sua posizione di 5mm avrai un'ottica 20-40 f 1/4 1/8.
Negli zoom a apertura massima costante, per mantenere costante il valore f, il diametro della pupilla del diaframma deve essere variato (e varia) durante l'escursione focale.
Seba_F80
Nikonista
Messaggio: #8
QUOTE(buzz @ Jun 10 2018, 10:48 AM) *
il valore del diaframma è sempre relativo alla lunghezza focale.
F4 ad esempio significa che il foro di transito della luce è un quarto della sua lunghezza focale.
Se ne deduce che restando il foro uguale, in base alla costruzione meccanica dello zoom, per mantenere lo stesso rapporto di 1/4 per 20 mm il foro sarà di 5 mm. per 40 mm dovrà essere 10mm.
per cui se resta nella sua posizione di 5mm avrai un'ottica 20-40 f 1/4 1/8.
Negli zoom a apertura massima costante, per mantenere costante il valore f, il diametro della pupilla del diaframma deve essere variato (e varia) durante l'escursione focale.

E' vero hai ragione!

Significa che, per come è costruito il Nikon 18-35 IF-ED AF-D, le lamelle rimangono al foro max possibile e, crescendo la focale, diminuisce l'apertura relativa. La macchina fotografica "legge" il valore dell'apertura relativa del diaframma ed appare a display f/4.2.

Faccio la prova, ma significa che se f/4.2 dovrebbe apparirmi anche aumentando la focale nel Nikon 28-105 IF AF-D f/3.5-4.5.
Grazie, Seba

QUOTE(Maurizio Rossi @ Jun 9 2018, 09:12 AM) *
Proprio perchè è ad apertura variabile per cui in base alla focale le lamelle si posizionano sempre più chiuse man mano che vai verso il 35mm
che poi in pratica le lamelle (a meno che la reflex non sia in L.V. sono sempre merre a 3.5 per cui a TA
nel momento dello scatto la levetta della reflex si alza a chiude il diaframma al valore impostato...
se è questo che volevi sapere.


si, guardando da un altro punto di vista, anche questo smile.gif Grazie!
S.
 
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