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L'omologazione Dei Gusti
nel mondo globalizzato
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reefaddict
Messaggio: #1
Questa foto, una tra tante presa per caso su un altro sito e volutamente da uno sconosciuto, ha avuto un'ottima votazione su photo.net:

IPB Immagine

Ho scelto questa perché è emblematica dell'insopportazione che vorrei esprimere. E' esteticamente piacevole, ma a ben guardare è l'apoteosi della ruffianaggine: risponde a tutti gli stereotipi esistenti al mondo: la regola dei terzi, colori belli saturi che non li vedi manco sotto LSD, il cielo per 1/3 del fotogramma, cielo che dev'essere tormentato, il mare che dev'essere così su 2/3, i massi che devono dare profondità, l'inclinazione dell'inquadratura che aumenta ancora il senso di profondità, l'uso del grandangolo, ecc. Insomma, mettendo assieme, senza la più piccola briciola di orginalità, tutti gli ingredienti da Bignami della fotografia, si riesce a spuntare un voto elevato e l'approvazione di una tipica platea internettiana.

Perché ce l'ho con questo tipo di foto? Perchè l'ho vista 685468426824 volte e vorrei vederne altre, vorrei essere stupito, vorrei delle visioni personali, vorrei foto che non fossero fotocopie, ma VISIONI, visioni personali e originali.

Ma più che altro vorrei (utopia) che fossimo tutti stra-annoiati da queste foto... e invece....

Altro esempio, voti altissimi:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Cos'ha questa? provo a dirlo io: colori da pennarello Uniposca, diagonale discendente tirata con il righello, e poi ovviamente l'autore che se ne va in giro nel bosco con filtro ND4. Perché? Perchè ha "imparato" che il ruscello si fa con tempo lungo così "viene l'acqua mossa che si fa così".
Mi chiedo? Si fa così perchè? Per aggiungere l'ennesima foto alla lista dei ruscelli mossi?

Questi erano solo 2 esempi a casaccio, ma la questione è ben più vasta. A me sembra, che nell'omologazione generale del gusto, si tenda tutti alla stessa foto, finché un giorno si FARA' tutti la stessa foto, applaudendo pure la straordnaria similitudine tra le migliaia di fotocopie realizzate.

Fortuna che ogni tanto c'è qualche pazzo visionario farneticante che VEDE altro.
ziouga
Messaggio: #2
Ma tu credi addirittura che siano foto originali?
Io non ci credo, si direbbero proprio volgari taglia e cuci.
Soprattutto nella seconda, quell'acqua che sembra vaselina ha più l'aria di provenire da pesanti (e mal fatti) ritocchi software...

Come carico da undici, ho visto di recente un servizio su Oggi Gente o Vattelapesca, in cui venivano idealizzate come "maggiche" delle orribili foto con fiorellini banalmente sovrapposti a delle gocce d'acqua.
E' il gusto ad essere rovinato, ammetto di faticare anch'io a volte a non farmi travolgere da passioni "de panza", purtroppo non è neppure facile distinguere fra l'originale e il plagio...

Alessandro

Negativodigitale
Messaggio: #3
Bel TEMA, complimenti Alessandro.

Quello che dici è verissimo, certi scatti raccolgono il consenso della platea internet.
Ma non è a mio avviso un consenso unanime.
Su questo stesso Forum c'è, per esempio, una corrente che è assolutamente a favore di un tipo di fotografia "vera", "al volo", spontanea, imperfetta a cominciare dall'eventuale scansione da pellicola.
E' una corrente che io non condivido del tutto ma che è bene che ci sia, perchè ci riporta tutti con i piedi per terra.
Personalmente non sono contrario alla postproduzione, anzi, credo che sia quasi sempre indispensabile, ma sono altresì convinto che una eventuale scelta di campo vada fatta in base all'impiego finale a cui è destinato uno scatto. Foto come quelle che mostri possono andare benissimo sul web o su stampati di un certo tipo. Proprio perchè il pubblico generalista che ne sarà l'ultimo e definitivo fruitore ha dimostrato in questi anni di apprezzarli molto.

Il tema è, ripeto, interessantissimo. Mi auguro che questo tuo intelligente thread abbia un seguito di partecipazione almeno uguale a quelli in materia di alti ISO sulle nuove reflex. rolleyes.gif

Ciao e grazie.
Paolo
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #4
Paolo, siamo in pochi ma ci siamo... smile.gif magari abbiamo gia' il vaccino verso alti ISO e raffica da 11 fps

Bel tema alessandro, con alcuni ottimi spunti su cui ragionare.
1) la PP croce e delizia dei fotoamatori provetti
2) La voglia di uscire fuori dagli schemi

In merito alla PP, non mi frega tanto sapere se c'e' e come e' stata fatta, ma se il risultato mi piace, x me va bene tutto, anche copia e incolla etc. (certo alessandro2, non e' questo il caso, queste foto pur carine sono a mio avviso anche fatte male).

In merito agli schemi e all'omologazione, credo che x uscirne fuori bisogna sapere cosa ci sta dentro... smile.gif nel senso che bisogna prima conoscere o imparare a fare le cartoline e poi metterci di tuo, in tutti i generei fotografici.

Nel mio piccolo mi sforzo di farlo ma spesso, quando alle riviste con cui collaboro mostro reportage storcono il naso, se invece gli passi un banalissimo paesaggio col cielo strasaturo e il fiorellino rosso in primo piano sbavano come bambini... magari un giorno, le riviste decideranno di asumere un photoeditor, nel frattempo bisognera' convivere con i redattori old style e con le cartoline strasature... smile.gif
a presto
G.

Messaggio modificato da belvesirako il Nov 27 2007, 04:39 PM
blow up
Messaggio: #5
Trovo questa discussione molto interessante.
Uno dei problemi del digitale è il ricorso all post-produzione. Anch'io non sono contrario alla PP in linea di principio.Però forse questa affermazione non basta, è necessario distinguere: c'è PP e PP. C'è una PP 'cattiva' che interviene pesantemente sull'oggetto della fotografia, ne cambia i parametri fondamentali, in una parola lo stravolge. L'effetto di questa elaborazione è anche quello lamentato da chi mi ha preceduto e cioè l'omologazione dei gusti estetici.
E c'è una PP 'sostenibile' che serve ad ovviare alle debolezze dell'immagine digitale (rispetto a quella analogica): quando ci limitiamo ad intervenire sui valori di base (esposizione, luminosità, contrasto, nitidezza), secondo me facciamo un'operazione più corretta, cioè facciamo una PP sostenibile. Cerchiamo di usare la tecnologia per ridurre il gap con l'immagine analogica che ci ha abituato a livelli qualitativi superiori. Già l'intervento sulla saturazione dei colori va oltre la sostenibilità perché riscrive il mondo con una tavolozza di colori che non trova corrispondenza con la realtà.
enrico
Messaggio: #6
Ciao Alessandro,
è un discorso intereressante e complesso.
Credo ci siano due componenti da esaminare, componenti che danno come risultante, delle immagini stereotipe. Intanto, è da notare che non si tratta di fotografi principianti, in considerazione del bagaglio tecnico che le immagini dimostrano essere in dotazione agli autori. Prescindo naturalmente dalle immagini specifiche ed espongo il mio pensiero.

1 - Occorre chiedersi, quando si legge una immagine, anche quale è il destinatario della stessa, colui o coloro che l'autore aveva in mente quando l'ha prodotta. Non sempre si fotografa "per se stessi". Il fotografo professionista scatta "per il committente", cerca di soddisfarne i desideri.
Sto leggendo "Fotografia e società". Parlando dei ritrattisti, l'autrice cita Nadar e le sue splendide foto di intento artistico-espressivo, molte delle quali regalava. Erano foto nelle quali traspariva l'anima del ritrattato. Poi cita Disderi e le sue "cart de visite" con fine prettamente commerciale, quasi industriale, ma con un notevole abbassamento della qualità. Immagini tutte simili, stereotipate.

Spesso, quando la foto ha come scopo l'esposizione, in una mostra o sul web, il destinatario è "la giuria". Il fotografo in cerca di plausi e di premi, si adegua al gusto corrente. Se la cosa funziona e la foto "banale" è premiata, ciò va a demerito di entrambe le parti.

2 - E' da osservare anche, che non tutti hanno lo stesso livello di creatività. Quando mancano le idee e la fantasia, si ricalcano i modelli che vanno "di moda". E' sempre stato così. Negli anni del pittorialismo, abbondavano i paesaggi con le greggi al tramonto, i pescatori seduti sui pontili, le contadine sui viottoli di campagna.
Direi che quando si comincia, è pressoché normale. Poi si cresce e si cerca di esprimere qualcosa di originale.
A volte c'è qualcuno che rompe gli schemi in maniera geniale ed apre ad un nuovo modo di vedere. Agli inizi crea scandalo in alcuni, entusiasmo in altri.
Nasce una nuova corrente che, passato un po' di tempo diventa anch'essa uno stereotipo ed una massa di fotografi corre a scimmiottarla.

Un saluto
Enrico
Gennaro Ciavarella
Messaggio: #7
dico solo che hai ragione

e aggiungo che dire delle riprese solo con colori saturi o troppo urlati ....

ma in quanti siamo qui ?

e poi togliere è più difficile di aggiungere, sarà che non ho mai sopportato il manierismo
zico53
Messaggio: #8
QUOTE(blow up @ Nov 27 2007, 04:41 PM) *
Trovo questa discussione molto interessante.
Uno dei problemi del digitale è il ricorso all post-produzione. Anch'io non sono contrario alla PP in linea di principio.Però forse questa affermazione non basta, è necessario distinguere: c'è PP e PP. C'è una PP 'cattiva' che interviene pesantemente sull'oggetto della fotografia, ne cambia i parametri fondamentali, in una parola lo stravolge. L'effetto di questa elaborazione è anche quello lamentato da chi mi ha preceduto e cioè l'omologazione dei gusti estetici.
E c'è una PP 'sostenibile' che serve ad ovviare alle debolezze dell'immagine digitale (rispetto a quella analogica): quando ci limitiamo ad intervenire sui valori di base (esposizione, luminosità, contrasto, nitidezza), secondo me facciamo un'operazione più corretta, cioè facciamo una PP sostenibile. Cerchiamo di usare la tecnologia per ridurre il gap con l'immagine analogica che ci ha abituato a livelli qualitativi superiori. Già l'intervento sulla saturazione dei colori va oltre la sostenibilità perché riscrive il mondo con una tavolozza di colori che non trova corrispondenza con la realtà.



Come non trovarmi d'accordo?
Ormai sto antipatico a molti perchè mi lamento sempre delle post-produzioni spinte. Ma voglio dire io se parliamo di fotografia che c'entra andare a cambiare la tonalità della pelle di una modella, che c'entra prendere uno sfondo che ti aggrada e metterlo sotto ad un soggetto che ti piace; finchè parliamo di ottimizzazione del file, mi sembra addirittura inevitabile, ma il resto proprio no.
Riguardo all'omologazione dei gusti, la questione la vedo di difficile soluzione, è un pò come uscire un sabato pomeriggio in centro e trovare i ragazzi tutti vestiti alla stessa maniera. Io la trovo la cosa più sconvolgente di questi tempi per me "bui".
Però vedo d'altra parte tanti ragazzi che sgomitano per emergere, non è tutto piatto per fortuna.
Se invece vogliamo focalizzare sulla votazione di photo-net bene lì è solo una questione di giro di amicizie, come in tutti i forum di questo mondo.
francesco65
Messaggio: #9
Ciao Ragazzi,
ottimo argomento, per fortuna ogni tanto i buoni argomenti non mancano.
Vi racconto questa:
Non ricordo quale sito tra photonet/flirck/Ciccionet era stata presentata una foto, un bel bianco e nero soggetto scala di un palazzo vista dall'alto leggermente decentrata e sul bordo esterno omino su bici mosso, i commenti sono stati molto particolari tra i quali perche' il ciclista e' mosso, perche' quella inquadratura o prendi il ciclista o prendi la scala, bella pero' bisogna impegnarsi di piu'...eccetera.....Ora la foto era stata messa a posta per provare la qualita'e la conoscenza della fotografia dei fotoamatori presenti sul sito e non e' venuto fuori granche' a mio parere...ma questo succedeva anche ai tempi dei Fotoclub.

un saluto :-)

Francesco

PS: Dimenticavo......la foto era di Henri Cartier Bresson!!!!

Messaggio modificato da francesco65 il Nov 27 2007, 05:41 PM
stefanocucco
Messaggio: #10
Bel tema..
visto che si parla anche di PP: oggi per essere un "pazzo visionario" non basta più avere reflex e obbiettivi, ma anche un PC, un programma di fotoritocco ed essere bravi a stravolgere le proprie foto e, ovviamente, avere le idee molto chiare del risultato finale che si vuole ottenere ed è qui che interviene il genio che non tutti hanno.. oggi grazie al digitale sempre + persone si possono permettere una macchina fotografica e il tempo che queste impiegano per raggiungere un buon livello tecnico è molto breve e meno dispendioso! Oggi è quello che avviene dopo lo scatto a caratterizzare maggiormente le proprie foto...ahime! unsure.gif

Messaggio modificato da stefanocucco il Nov 27 2007, 09:15 PM
enrico
Messaggio: #11
QUOTE(stefanocucco @ Nov 27 2007, 09:14 PM) *
Oggi è quello che avviene dopo lo scatto a caratterizzare maggiormente le proprie foto...ahime! unsure.gif


Ciao Stefano,
condivido il "maggiormente" e credo che quindi tu sia daccordo con me sul fatto che la creazione di una fotografia non finisce con lo scatto. Anche con l'analogico, il processo di camera oscura è un fatto altamente creativo. Io non demonizzerei il digitale, nè la postproduzione. Sono mezzi. Il fatto negativo è quando divengono fine a se stessi e, èeggio, servono per mascherare un vuoto di idee.
Buona serata
Enrico
stefano.petitti
Messaggio: #12
Bella discussione, io credo che il punto non è la PP leggera o pesante che sia, anche con la pellicola c'era in camera oscura la possibilità di agire anche pesantemente sul risultato finale, il digitale ha portato ad una ricerca che va oltre lo scatto, ma unisce un pensiero anche astratto ad una immagine. Il punto nodale, per me, sta proprio nell'omologazione, nella pedante e ossequiosa assonanza alle regole e ai dettami della 'buona tecnica fotografica' che ben lungi dal riportare quello che nell'animo giace e vuole emergere, porta ad una ripetizione quasi ossessiva di immagini che solo all'apparenza sono diverse, ma ad uno sguardo attento, identiche e spesso vuote, perchè scattate come automi e non come uomini.

Un saluto a tutti

Stefano
reefaddict
Messaggio: #13
Mi fa piacere che ci sia questa partecipazione e ringrazio tutti dei contributi. Stefano Petitti ha ricondotto la discussione proprio al mio intento originario: non è tanto la post-produzione o il metodo digitale ad essere indiscussione infatti. Tra l'altro ho sempre rivendicato il fatto che l'individuo con velleità artistiche, piccolo dilettante o grande professionista che sia, possa usare liberamente tutti i mezzi a sua disposizione. Io piuttosto leggo e giudico il risultato finale. I modi contano, ma il risultato conta di più. Quando poi si entra in questa discussione chimico vs digitale, postproduzione si/no, mi viene sempre spontaneo ricordare che tutti quanti sono stati in una camera oscura hanno fatto postproduzione, e che gente come Ansel Adams (o Salgado per parlar dei vivi) stravolge le stampe finali con uno strenuo lavoro di mascherature in camera oscura. Insomma, cambiano le modalità di PP, ma niente di veramente nuovo, si cambia l'ingranditore con un pc e si imparano altre tecniche.

Ma il punto è un altro: il Gusto Unico.

Come giustamente fatto osservare, qualche voce fuori dal coro c'è; se però volesse emergere professionalmente e vendere le sue foto, probabilmente un photo editor qualunque lo costringerebbe a morire di fame per via del suo prodotto "non conforme". Più probabilmente lo "addomesticherebbe" riportandolo nell'alveo del "fotograficamente corretto". Cioè del Gusto Unico. Ma qui ci sono i fattori committente/prodotto/mercato per cui andiamo oltre.

Per i fotoamatori dilettanti il discorso è meno impegnativo, ma il risultato anche peggiore, nel senso che si tende a fare le foto che riscuotono consenso. Può anche darsi che siano gli amici chiamati su un qualunque forum a "sostenerti", ma visto che oggi non mi sento complottista, direi che più in generale si tratta proprio del Gusto Unico che opera a livello globale su siti come photo.net che vantano un respiro internazionale.

Prossimo passo, vediamo se ha un senso spingere in direzione opposta e come cambiare (leggermente) le cose...
reefaddict
Messaggio: #14
Ancora un esempio, questa mi pare una visione molto più sofisticata di "paesaggio", incidentalmente è un bianco e nero, ma poco importa:

IPB Immagine

PAS
Messaggio: #15
Il tema è complesso e tocca sostanzialmente due aspetti:
Quello annoso della post produzione
Quello altrettanto annoso dei metri di valutazione
La trattazione di entrambi gli aspetti, come più volte discusso anche su queste pagine, hanno forti componenti soggettive ed altrettanto forti componenti di emulazione.

Non entro nel merito (almeno per il momento) avendo già più volte espresso la mia opinione, ma mi limito ad alcune considerazioni:

Pochissimi oseranno criticare una foto formalmente ineccepibile ma assolutamente priva di valenza espressiva.

Molti potranno criticare una foto che parla ma che, ahimè, non rispetta la regola dei terzi, o non riproduce una perfetta orizzontale, etc

Spesso chi non riesce a recepire il messaggio espressivo di una foto, sfoglia il manuale di fotografia ed inizia a tracciare righe.

Ovvio che anche da parte di alcuni fotografi (non tutti per fortuna) prenda corpo la consuetudine omologa, quando il target è produrre una foto che debba riscuotere gradimento.
Come fare?
Puntare su valenza espressiva e comunicativa richiede manico e sensibilità?
Allora molto meglio (e spesso molto più semplice) giocare sulla spettacolarità e sul rigore formale. Il successo è quasi assicurato. Si punterà sulla pigrizia mentale del fruitore che farà soffermare il suo giudizio su questi aspetti, certo anche di essere in buona compagnia e di non dover giustificare ciò che altri non vedono.

Quindi non tanto omologazione, bensì una pigra superficialità che è figlia del nostro tempo.

La stessa pigra superficialità che induce sempre più spesso a parlare degli aspetti tecnici della fotografia, riempiendo pagine di infinite discussioni, piuttosto che rimboccarsi le maniche, sperimentarli di persona e metterli al servizio della propria creatività.

Messaggio modificato da PAS il Nov 30 2007, 11:24 AM
maxiclimb
Messaggio: #16
QUOTE(PAS @ Nov 28 2007, 10:58 AM) *
.......
Pochissimi oseranno criticare una foto formalmente ineccepibile ma assolutamente priva di valenza espressiva.

Molti potranno criticare una foto che parla ma che, ahimè, non rispetta la regola dei terzi, o non riproduce una perfetta orizzontale, etc

Spesso chi non riesce a recepire il messaggio espressivo di una foto, sfoglia il manuale di fotografia ed inizia a tracciare righe.

Ovvio che anche da parte di alcuni fotografi (non tutti per fortuna) prenda corpo la consuetudine omologa, quando il target è produrre una foto che debba riscuotere gradimento.
Come fare?
Puntare su valenza espressiva e comunicativa richiede manico e sensibilità?
Allora molto meglio (e spesso molto più semplice) giocare sulla spettacolarità e sul rigore formale. Il successo è quasi assicurato.
........
Quindi non tanto omologazione, bensì una pigra superficialità che è figlia del nostro tempo.


Ringraziando Alessandro per l'ottimo spunto di riflessione, e scusandomi con Valerio per aver snellito il suo messaggio, dico anche la mia:

Sono ampiamente d'accordo sul fatto che ormai non è più una questione pellicola-digitale, ma è proprio un fatto di omologazione.
Il fatto è che questa omologazione è sempre esistita, e nei vari periodi storici ci sono state varie correnti a testimoniarlo.
La differenza sostanziale è che oggi la fotografia è molto più accessibile, e non solo nei mezzi per produrla, ma soprattutto nei mezzi per fruirne.
basta collegarsi ad internet e si ha immediatamente accesso ad una quantità di immagini sconvolgente.
Io fotografo da circa 25 anni (ho iniziato giovane!) ma ho visto molte più foto negli ultimi 3 anni che nei 22 precedenti!
Maggiori possibilità di comunicazione e fruizione portano inevitabilmente ad un appiattimento del gusto.
Questo accade in molti altri settori, dalla gastronomia alla musica per esempio.
Io penso che la maggior parte di noi fotografi in realtà non abbia affatto un progetto preciso in mente, nè tantomeno un particolare desiderio di esprimersi.
Spesso non abbiamo alcun messaggio da veicolare, nè qualcosa da dire, se non: "hei, ci sono anch'io!"
E' proprio il "ci sono anch'io", questo desiderio di essere notato ed apprezzato, che fa produrre delle foto che si avvicinano il più possibile al gusto predominante.
Il desiderio di qualsiasi principiante in fondo è molto semplice: fare delle buone foto, che piacciano.
Già, ma senza avere un gusto personale, per sensibilità innata o per pressante desiderio di esprimere la propria individualità, l'unico modo che viene in mente è di seguire i consigli di persone più esperte, o semplicemente copiarle.
Questa omologazione del gusto è abbastanza inconsapevole, tra l'altro.
Nel mio caso, quando ho scoperto Photo.net, ne sono rimasto affascinato, e per mesi ci ho passato un sacco di tempo ammirando delle foto che ritenevo fantastiche.
Poi, a poco a poco, ho diradato le visite, ed ora lo guardo una volta al mese quando va bene.
Il motivo è semplice: mi ha stufato.
Le foto sono davvero tutte uguali, gli autori interscambiabili l'uno con l'altro, e i pochi originali (perchè ci sono) si perdono nella massa dei cloni.
Di foto come quella postata all'inizio ne ho viste qualche centinaio di "fotocopie" pure io.
Che noia che barba, che barba che noia...
Eppure, quelle stesse foto tempo fa mi sembravano eccellenti, magnifiche, e... ho provato a ...copiarle!

Senza accorgermi che mi stavo omologando anch'io.
In realtà non l'ho neanche fatto con l'idea di riscuotere consensi, era una soddisfazione personale ottenere quei risultati, addirittura replicarne la PP, e dire: l'ho fatta io.

Giustissime comunque le considerazioni circa i fruitori finali: se devo vendere le foto, e mantenerci la famiglia, che piaccia o meno bisogna produrre delle foto vendibili, e per questo stereotipate.
L'unica possibilità di cambiamento ce l'hanno solo due categorie di persone:
noi fotoamatori che non dobbiamo compiacere nessuno se non noi stessi, e i Grandi Professionisti stra-affermati, che se vogliono possono imporre la loro visione agli editors più conformisti.

Facciamo la nostra parte! laugh.gif
blow up
Messaggio: #17
QUOTE(maxiclimb @ Nov 28 2007, 02:48 PM) *
Maggiori possibilità di comunicazione e fruizione portano inevitabilmente ad un appiattimento del gusto.

Vorrei rispondere a Maxiclimb che, secondo me, scrive moltissime cose che condivido pienamente e una meno condivisibile. Mi riferisco all'affermazione secondo cui una maggiore esposizione alla fotografia condurrebbe all'appiattimento del gusto: io non credo che sia così. Anzi, credo sia vero il contrario: è la mancanza di una forte cultura fotografica che ci impedisce di riconoscere la seta dagli stracci, che non ci aiuta a liberarci dagli stereotipi. Anche in questo forum il commento tecnico prevale nettamente sulla lettura delle immagini. Non può essere diversamente, si dirà. L'industria fotografica fa di tutto e di più per farci consumare tecnica a colazione, pranzo e cena. Poi è inevitabile se ci convinciamo che la buona fotografia sia tutta nell'ultima fotocamera, nell'ultima ottica, nell'ultimo software che ci offre più possibilità (tecniche ovviamente).
Non voglio demonizzare la tecnica, per carità. Senza la tecnica non si va da nessuna parte, di questo credo che siamo tutti convinti, me compreso.
Ma si può fare a meno della cultura fotografica? E quanti e quali mezzi abbiamo per coltivarla? Visto che la nostra materia prima non è la tecnica ma l'IMMAGINE, non avvertiamo l'esigenza di saperne di più? Come facciamo a concepire un NOSTRO progetto di ricerca fotografica se ignoriamo ciò che ha prodotto la storia della fotografia? Non per copiare, ma per farci una cultura fotografica e raggiungere più facilmente una nostra autonomia espressiva.
alessandro.sentieri
Messaggio: #18
Parlo per me stesso, non prima di avere ringraziato il mio omonimo per avere introdotto questo interessantissimo tema.
Sono abituato a giudicare le immagini che vedo in base a quello che i miei neuroni recepiscono per quanto loro proveniente dal nervo ottico. Probabilmente è un mio limite, ma se una foto mi piace mi piace subito, indipendentemente da eventuali imperfezioni tecniche, mentre se non mi piace non mi piacerà mai, anche se intrisa di significati profondi o perfettissima dal lato estetico. Ovviamente a prescindere dal fatto che sia frutto di postproduzione più o meno pesante.
Mi sembra che il discorso sull'appiattimento dei gusti non riguardi esclusivamente il mondo delle immagini in generale nè quello della fotografia in particolare, ma sia esteso più o meno a tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano attinenti al lato estetico che i nostri sensi percepiscono: basti pensare agli stereotipi oramai consolidati riguardanti abbigliamento, auto, gadgets e via discorrendo per accorgersi che l'appiattimento dei gusti riguarda oramai tutto quanto.
Del resto anche nelle altre arti grafiche, in special modo nella pittura, ma anche nella cinematografia, in determinati periodi, tutti, seguendo il genio di turno, si sono adeguati alla corrente del momento e l'hanno pedissequamente seguita.
E sempre più raramente qualcuno inventa qualcosa di nuovo.
Dal mio punto di vista ben venga il paesaggio che rispetta canoni classici, come quelli della prima foto proposta da Alessandro, purchè ben fatto e purchè soddisfacente i miei gusti, così come foto come l'ultima proposta, anche se, sinceramente, nella sua ricerca di originalità.
maxiclimb
Messaggio: #19
QUOTE(blow up @ Nov 28 2007, 03:48 PM) *
Vorrei rispondere a Maxiclimb che, secondo me, scrive moltissime cose che condivido pienamente e una meno condivisibile. Mi riferisco all'affermazione secondo cui una maggiore esposizione alla fotografia condurrebbe all'appiattimento del gusto: io non credo che sia così. Anzi, credo sia vero il contrario: è la mancanza di una forte cultura fotografica che ci impedisce di riconoscere la seta dagli stracci, che non ci aiuta a liberarci dagli stereotipi.
......


Questo è una diramazione del discorso molto interessante. smile.gif
Io ragiono in maniera pragmatica.
Se tutti noi fossimo dotati di macchina fotografica e computer, ma fossimo impossibilitati a vedere le foto degli altri e a far vedere le nostre, pensi che ci sarebbe omologazione?
Io penso invece che ognuno svilupperebbe un modo di fotografare del tutto originale.
Le popolazioni isolate sviluppano caratteristiche peculiari e un linguaggio sempre più differenziato, al contrario invece le zone di grande transito favoriscono una mescolanza di lingue, culture ed abitudini.
Per seguire una moda, è necessario venire a conoscenza che quella moda esiste!
Se non ci fosse internet, di foto come quelle postate in apertura ce ne sarebbero molte meno, di questo sono sicuro.
I forum per alcuni aspetti peggiorano la situazione, tendendo a criticare chi posta foto "non conformi", e suggerendo gli interventi o i tagli che vanno per la maggiore.ù
Prendiamo l'esempio di un nuovo iscritto a questo forum, che ha appena comprato la sua prima macchina fotografica: comincerà a postare le foto chiedendo consigli, e come gli risponderemo?
"taglia di qua, croppa di la, aggiungi contrasto, decentra il soggetto e aggiungi qualche bel cromatismo... OK, così è perfetta, va benissimo, è proprio come piace... a noi!"
Già, ma a lui?
Lui, non avendo una propria visione, finirà per adeguarsi allo stile prevalente, seguirà i consigli "della maggioranza", perchè tiene al giudizio degli altri e perchè vuole sentirsi parte della community.
Magari lui col tempo raggiungerà una consapevolezza diversa e camminerà con le sue gambe, ma molti altri non lo faranno e rimarranno omologati, continuando a ringraziare chi li ha messi sulla retta via...
Con queste premesse, resto dell'idea che sia proprio la facilità di fruizione una delle maggiori cause di omologazione.

Però sono anche d'accordo con te quando sostieni l'importanza di una forte cultura fotografica per imparare a distinguere.
Su questo non ho dubbi, il problema è che secondo me proprio il mezzo più comodo ed accessibile (internet) è anche quello che produce più omologazione e meno cultura.
Oddìo, sapendo dove cercarle le opere interessanti non mancano anche in rete, però sono disperse in un oceano di foto mediocri, magari perfette tecnicamente, ma poco significative e molto conformiste.
La cultura dell'immagine penso che si ottenga più efficacemente visitando le mostre, -anche di pittura- i musei e sfogliando dei buoni libri di fotografia. (libri di foto, non di tecnica fotografica).

Io ce l'ho questa cultura? NO! ma sto cercando di farmela.
E sono omologato? Purtroppo SI, anche se sto cercando di disintossicarmi.
Di certo, il solo fatto di rendersene conto è già un passo avanti, e il fatto che questa discussione esista significa che forse un po' di consapevolezza del "problema" comincia ad esserci.
smile.gif


Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #20
Ho seguito tutta la discussione, che propone interessantissimi spunti di discussione. Solleva un problema fondamentale, che ritengo possa essere esteso a tutti gli aspetti culturali, Infatti si tratta di omologazione culturale, facile e ruffianesca maniera di acquisire il consenso della maggior parte dei fruitori-utenti. Quest'ultima parola è una delle più orrende e fuorvianti che possano essere utilizzate: fruitore nel senso che fruisce, usa cioè, l'opera culturale, che sia una fotografia, o uno spettacolo teatrale, o una musica. Allora tutto si sposta sulla necessità dell'autore di acquisire il consenso e quindi meno originalità (chè spesso non viene compresa da tutti) e più omologazione al gusto comune vale a dire della maggioranza. Si forma cos' una "moda", che spesso non è altro che il valore statistico del gusto medio. Facciamo l'esempio della cucina, del fast-food, ecc., è esattamente lo stesso. Quasi sempre la originalità o la sperimentazione non è compresa, bollata come inguardabile, dispersiva, se non brutta e basta, secondo appunto il gusto comune medio.

La PP: da un po' di tempo mi sto appassionando di still-life, fotografo vasi trasparenti con i fiori, caffettiere, oggetti comuni, ecc., e in questo caso raramente una fotografia è fatta con meno di 3 o 4 foto, poi montate con livelli e maschere di livello. E' una alterazione della realtà, è indubbio, il cui scopo è quello, a mio avviso e non solo, di rendere quello che è l'immagine pensata di quell'oggetto. Eticamente scorretto? Non penso.
Come sempre è una questione di conformismo al gusto del gruppo, quanto più grande il gruppo, tanti più numerosi i conformati, e quanto più numerosi i conformati, tanto minori gli originali. Nihil su sole novi.

Saluti

Giovanni


giannicarioni
Messaggio: #21
QUOTE(maxiclimb @ Nov 28 2007, 05:41 PM) *
Prendiamo l'esempio di un nuovo iscritto a questo forum, che ha appena comprato la sua prima macchina fotografica: comincerà a postare le foto chiedendo consigli, e come gli risponderemo?
"taglia di qua, croppa di la, aggiungi contrasto, decentra il soggetto e aggiungi qualche bel cromatismo... OK, così è perfetta, va benissimo, è proprio come piace... a noi!"
Già, ma a lui?



Ecco, però un attimo, un attimo. E' vero che c'è il rischio di omologazione, ma se guardo le mie foto del 2005 (acquisto d70, consideriamolo l'anno zero) la tecnica, la scelta del soggetto, l'inquadratura, la PP, erano penose. Il forum, grazie anceh alle tantissime foto omologate (ma forse non tutte, no?) mi ha insegnato le regole, i fondamentali. Solo con quelle magari le mie foto sono a rischio omologazione, ma senza di quelle le mie foto sono inguardabili.

Del resto, se avessi invece frequentanto un corso di fotografia in un fotoclub, con il Maestro, i Sacerdoti della Grande Tradizione, i miei Confratelli pasciuti di ignoranza fotografica avrei trovato probabilmente un ambiente più asfittico, paludato e avrei visto meno foto. Avrei imparato di meno sulla fotografia.

Quindi, è vero che il problema posto da alessando reefaddict esiste, ma non possiamo non vederne anche gli aspetti positivi.

Dopodichè occorre andare avanti: e come? Gli spunti nel 3D non son mancati, e più o meno si è detto (brutalizzo): allarghiamo i nostri orizzonti, non limitiamoci a vedere le solo foto a rischio omologazione, studiamo gli Eretici della fotografia, vivi e morti.

Alessandro ha posto una questione davvero rilevante, e personalmente sento il bisogno di trovare, da subito, una strada per non sentirmi troppo a rischio Gusto Unico. Ci sono altre possibili cure, secondo voi, oltre a quella ipotizzata?


blow up
Messaggio: #22
QUOTE(giannicarioni @ Nov 28 2007, 11:05 PM) *
Alessandro ha posto una questione davvero rilevante, e personalmente sento il bisogno di trovare, da subito, una strada per non sentirmi troppo a rischio Gusto Unico. Ci sono altre possibili cure, secondo voi, oltre a quella ipotizzata?

Le possibili vie d'uscita ci sono, alcune stanno emergendo da questa discussione dove ognuno sta aggiungendo un tassello. Alcune di queste rimandano a contesti esterni forum (io aggiungerei la scuola primaria esecondaria che fa troppo poco per l'educazione all'immagine). Soluzioni a lungo termine, che rimandano ai massimi sistemi. Quindi se ne avvantaggeranno i nostri figli, magari.
Intanto che fare? Posto che il forum è benemerito perché finalmente abbiamo uno spazio in cui ci possiamo confrontare, come sfuggire alla trappola del Gusto Unico? Secondo me, almeno tre cose:
- non commentare SOLO gli aspetti tecnici della foto;
- commentare di più gli aspetti espressivi e compositivi dell'IMMAGINE, sforzandoci di dire anche PERCHE' una foto ci piace (o non ci piace);
- freghiamocene se non otteniamo apprezzamenti plebiscitari, non muore nessuno: non abbiamo committenti noi, siamo fotoamatori, abbiamo il privilegio di scattare le foto che ci piacciono!
Paolo
buzz
Staff
Messaggio: #23
Causa o effetto?
Le foto piacciono perchè rispettano alcune regole, o rispettano le regole per piacere?
Non lo sappiamo.
Sappiamo solo che i gusti generalmente gradiscono certe regole.
E qui rientriamo nella filosofia di cosa è bello.
Come mai vengono giudicate "belle" quelle donne che rispettano determinati parametri?
Perchè non vengono premiate le ragazze che escono fuori dalle misure canoniche?
SOlo questione di moda? Credo che invece ci sia qualcosa di molto più antico.
L'uomo brutto non piaceva nemmeno ai tempi di Leopardi.
Tornando quindi all'estetica della foto, è ovvio che sia molto più facile "vendere" (leggi far gradire) una foto raffigurante un bel paesaggio, una bella dona, un bel fiore. E per fare questo si cerca l'equilibrio delle masse (composizione e regola dei terzi) i colori più gradevoli (i saturi richiamano il bel tempo) e tutto ciò che possa richiamare il nostro desiderio.
Poi ci sono le mode, ma quelle richiamano uno stile di passaggio e non provocano una rivoluzione sui gusti universali.
Non è causa di una globalizzazione. Il gusto del bello è uguale in tutto il mondo, a prescindere dalle comunicazione.

Poi ci sono ovviamente le eccezioni, esistono frangie di gusto, che sembrano più una forzatura, che propongono composizioni fortemente fuori dagli schemi. Ma siampo sicuri che piacciano davvero, o piace il fatto che siano rivoluzionarie?
stefanocucco
Messaggio: #24
Ciao, io sono pienamente d'accordo con quanto scrive Buzz..

Messaggio modificato da stefanocucco il Nov 29 2007, 10:34 AM
reefaddict
Messaggio: #25
Buzz, le regole compositive non sono in discussione. Da Raffaello ad oggi la sezione aurea ha un suo perché che ha origini remote e profonde. Basta che la "regola compositiva" non sia l'elemento determinante nel giudizio su una foto perché sinceramente sarebbe un giudizio molto povero e superficiale.

Diverso il discorso sul "bello". Il bello non mi pare sia mai stato uguale in tutto il mondo in nessun momento nella storia dell'uomo. Altrimenti... ti sfido a trovare attraente una donna di Rubens che oggi sarebbe giudicata una grassona senza t..te. rolleyes.gif L'omologazione per me ha una valenza diversa. Per me è da indendersi come il fenomeno per cui tutti tendono a fare, ad esempio, lo stesso paesaggio nello stesso modo, senza maturare una visione originale e autonoma, diversa e intrigante. (Non dico sia facile)

Nellla storia di esempi di fotografi che hanno rotto con gli schemi imperanti e sono stati guardati con incredulità e sufficienza ce ne sono stati tanti. Oggi ci riferiamo a loro come precursori, geni, innovatori.
Fin dall'inizio, fin da quando il pittorialismo di fine ottocento è stato superato dai fotografi "straight" che hanno iniziato a fregarse della moda imperante di fare foto-che-sembrano-quadri e hanno rivendicato per la fotografia una identità autonoma e non succube della pittura.

Tutti questi momenti di innovazione sono stati caratterizzati da qualcuno che ha avuto una visione diversa.

Mi trovo molto in sintonia con le conclusioni di Paolo "blow up". Lasciamo pure perdere il discorso troppo vasto che tutto è omologato, dalle TV di mezzo mondo dove trionfano i reality al cibo di massa che ha lo stesso sapore a Milano o a Delhi, nel giudizio di una foto sarebbe opportuno dare meno peso ai fattori "omologanti" (hai rispettato tutti i parametri del gusto imperante per cui è bellissima) e dare un maggior peso all'originalità della visione, al messaggio trasmesso, alla "novità" dello scatto. Questo presume che chi emette il giudizio abbia egli stesso maturato, con il tempo e con l'affinamento dei gusti, una certa insoddisfazione per l'ennesimo "mare mosso al tramonto con cielo nuvoloso". A me è successo ad esempio di iniziare seguendo sia i modelli "classici", anche scopiazzando spudoratamente foto già fatte, sia cercando di inseguire il Gusto Unico imperante e devo aggiungere che non ne sono immune neppure oggi, ma, con il tempo inizio ad apprezzare di più altre foto e trovare molto noiose quelle più comuni. Ad esempio ho preso dei bei voti per una foto che trovo insignificante, nel senso che è una foto che sicuramente non regala nulla di nuovo all'umanità smile.gif , incidentalmente mi è scappata una foto di crete senesi su photo.net e... apriti cielo! Appena uno straniero vede le colline toscane va in visibilio, peccato che ci siano...quante? Milioni di foto "bellissime" tutte uguali fatte sulle crete senesi con il sole basso, i colori saturi, i contrasti cromatici, ecc.?
Insomma, chi è capace a fare le "crete senesi" DIVERSE??? Io no, ammetto, ma vorrei tanto. (Alessandro S., la sfida è anche per te che stai in vantaggio biggrin.gif Pensa se un giorno riuscissi a fare la TUA visione originale unica e DISTINGUIBILE delle crete senesi... a parte il fatto che forse in parte ci stai riuscendo)

E' indubbio che il desiderio di vedere (e fare, magari) più foto originali e con visioni nuove proceda di pari passo con una maturazione dei gusti nei confronti delle immagini fotografiche.



 
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