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Ophrys Iricolor Subsp. Eleonorae
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ANTONIO1973
Messaggio: #1
Ophrys iricolor subsp. eleonorae

IPB Immagine

ges
Staff
Messaggio: #2
Bel click, forse un mezzo passo indietro avrebbe dato maggior nitidezza.
epipactis
Messaggio: #3
QUOTE(ges @ Feb 22 2016, 11:38 PM) *
Bel click, forse un mezzo passo indietro avrebbe dato maggior nitidezza.

Non capisco questa affermazione. La nitidezza dell' immagine dipende essenzialmente dalla qualità dell'obiettivo, l'esattezza della messa a fuoco e dall'assenza di micromosso. Questa foto non presenta micromosso e la messa a fuoco è corretta. Andando "mezzo passo indietro" non cambierebbe nulla della nitidezza (sempre che messa a fuoco sia corretta e non ci sia micromosso); le dimensioni dell'orchidea saranno solo più piccole ed i particolari sarebbero meno evidenti. Eventualmente per aumentare la profondità di campo che nella macro è sempre critica, si potrebbe chiudere di uno o due stop il diaframma, però allora entrebbe già in gioco la diffrazione.

Messaggio modificato da epipactis il Feb 26 2016, 11:05 AM
ges
Staff
Messaggio: #4
Ciao,
scusami mi sono espresso male, per nitidezza intendevo profondità di campo che dipende da tre fattori:
1) Lunghezza focale
2) Apertura diaframma
3) Distanza di messa a fuoco
Nel caso delle macro se vuoi ottenere un rapporto 1:1 la lunghezza focale non conta mentre incidono sempre l'apertura e la distanza.
Quando prima ti dicevo di fare un mezzo passo indietro avresti si variato il rapporto di riproduzione ma restia fuoco quelle aree che ora sono sfocate, cosa che non riuscirete ad ottenere chiudendo uno o due stop il diaframma.
Spero di essere stato più chiaro.
epipactis
Messaggio: #5
Certamente profondità di campo e nitidezza sono concetti diversi. Chiarito questo, non sono poi d'accordo sul fatto che "se vuoi ottenere un rapporto 1:1 la lunghezza focale non conta ". Tralasciando l' argomento profondità di campo che varia a seconda della lunghezza focale di un obiettivo, una cosa è scattare in rapporto 1:1 con un obiettivo di focale 40 mm, un'altra se lo scatto è fatto con un obiettivo di focale maggiore, ad esempio 100 mm. Quella che varia, e conta moltissimo se ad esempio vuoi fotografare insetti, è la distanza lente frontale-soggetto, che aumenta con la lunghezza focale. Inutile dire che un obiettivo a ridosso di una farfalla la farà scappare ben prima di poterla mettere a fuoco.
Questo per quanto riguarda la pura tecnica. Vorrei fare invece qualche altra considerazione sulla macrofotografia. Molte volte la macrofotografia è usata come documentazione naturalistica. Se voglio ad esempio riprendermi i dettagli di una Ophrys opto per un rapporto 1:1 per cui devo trovare una soluzione tecnica per conciliare scala di riproduzione con sufficiente profondità di campo. E' ovvio che "facendo un passo indietro" riduco la scala di riproduzione ed aumento automaticamente la profondità di campo, ma allora non ho più un rapporto 1:1 che invece mi sarebbe utile per confrontare (con sempre lo stesso parametro di riproduzione) specie diverse o anche esemplari diversi della stessa specie.
ges
Staff
Messaggio: #6
QUOTE(epipactis @ Feb 29 2016, 09:05 AM) *
.... non sono poi d'accordo sul fatto che "se vuoi ottenere un rapporto 1:1 la lunghezza focale non conta ". Tralasciando l' argomento profondità di campo che varia a seconda della lunghezza focale di un obiettivo, una cosa è scattare in rapporto 1:1 con un obiettivo di focale 40 mm, un'altra se lo scatto è fatto con un obiettivo di focale maggiore, ad esempio 100 mm. ....

Permettimi, come appassionato del genere, di dissentire su quanto da te asserito.

La regola generale vuole che la profondità di campo - come detto sopra - varia col variare di tre fattori: lunghezza focale, distanza di messa a fuoco e chiusura diaframmi, però riguardo il primo criterio(cioè lunghezza focale) nella fotografia macro questa regola non vale!

In sostanza l'estensione della profondità di campo nel rapporto di riproduzione 1:1 è identica sia se scatti con un 40mm, che con un 105mm o un 200mm, quello che cambia è la prospettiva, cioè l'angolo di campo (che darà uno sfondo più o meno sfocato) così come varia anche la minima distanza di messa a fuoco nel senso che con un 200mm puoi stare più lontano dal soggetto per avere un rapporto 1:1 rispetto ad un 40mm.

Tornando alla tua foto, certamente stando più vicino hai ottenuto ingrandimento maggiore ma domandati: è meglio una foto così con tutta quell'area in cui il soggetto è sfocato o sarebbe stato meglio avere un minor ingrandimento e vedere buona parte del fiore a fuoco?

La scelta è tua, ma secondo la mia opinione, opterei per la seconda opzione, cioè un mezzo passo indietro.


epipactis
Messaggio: #7
Innanzitutto chiariamo che la foto non è mia, ma di Antonio 1973. Io contestavo il fatto che "fare mezzo passo indietro avrebbe migliorato la nitidezza".
Per quanto riguarda la profondità di campo nella macrofotografia, su tutti i testi di ottica si riporta la formula:

pdf= [2*C*A*(R+1)]/(R*R) in cui R è il rapporto di riproduzione, A è l'apertura e C è il "circolo di confusione". Generalmente C è considerato un valore che dipende solo dal formato del sensore ( per la pellicola 24x36mm il circolo di confusione ha il valore di 0,05 mm, per il sensore APS-C 0,016mm).
In un testo ("Macro foto pratica" di F. Celentano) però ho trovato che sarebbe meglio calcolare il circolo di confusione pari ad 1/1000 della lunghezza focale dell' obiettivo, da cui si deduce (accettando tale condizione) che in una foto macro allo stesso rapporto di riproduzione un obiettivo 40 mm avrebbe una profondità di campo minore di uno di focale 100 mm. Resta invece indiscutibile il fatto che un obiettivo di 100 mm permette di avere maggiore spazio tra la lente frontale ed il soggetto.
Questo per quanto riguarda la parte teorica, in pratica poi ognuno in uno scatto cerca di realizzare quelli che sono i suoi intenti.
ges
Staff
Messaggio: #8
Scusami epipactis, per averti attribuito erroneamente la foto.
Per il rapporto lunghezza focale/profondità di campo nella fotografia macro, almeno nel rapporto 1:1, ho sempre considerato come detto sopra, ben accette comunque spiegazioni che affermano diversamente.
mperdomi
Nikonista
Messaggio: #9
Proporrei una lettura di: "Naturalmente vicini" di Riccardo Pollini e "PDC-in-macro" di Nikon eXperience.
uno stralcio di "Naturalmente vicini".


File Allegato  PDF_in_macro.jpg ( 173.85k ) Numero di download: 12
massi2218
Messaggio: #10
QUOTE(mperdomi @ Mar 1 2016, 11:33 AM) *
Proporrei una lettura di: "Naturalmente vicini" di Riccardo Pollini e "PDC-in-macro" di Nikon eXperience.
uno stralcio di "Naturalmente vicini".
File Allegato  PDF_in_macro.jpg ( 173.85k ) Numero di download: 12


Da appassionato del genere vorrei intervenire in proposito...e come ribadisce il testo da te citato dove hai tagliato un bel pezzo...si afferma che indipendentemente dalla lunghezza focale ad ingrandimenti di 1:1 la pdc è la stessa...comunque personalmente consiglierei meno teoria e più pratica.

Per quanto riguarda lo scatto anche io avrei consigliato di fare un passo indietro smile.gif

Un caro saluto
Massimiliano
mperdomi
Nikonista
Messaggio: #11
Ho postato solo lo stralcio che evidenzia la parte in rosso. Se uno è interessato seriamente va a leggersi i rispettivi articoli.
Sono convinto che la teoria sia la base della comprensione di qualsiasi evento e che allo stato attuale dell'informazione e formazione sia indispensabile.
Voler comprendere certi fenomeni o tecnologie senza una adeguata conoscenza ci porta il più delle volte a interpretare erroneamente certi fenomeni.
Se i tecnici di ottica non ci avessero spiegato che chiudendo il diaframma a valori troppo elevati avremmo avuto un decadimento qualitativo dell' immagine quanto tempo avremmo impiegato, se poi ci saremmo riusciti, a capirne il motivo?
Se la foto postata da Antonio1973 fosse stata eseguita con Helicon questa discussione non ci sarebbe stata. Potremmo continuare all'infinito.
Il tutto però porta a una riflessione molto importante: abbiamo una formazione di base che ci permette di comprendere correttamente certe spiegazioni?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #12
Bella foto Antonio, complimenti smile.gif
Noi abbiamo la O. fusca.

P.S.: sulla tecnica e sull'effetto del fattore pupillare che "regala" un pizzico di pdc in più ai tele, diamo un'occhiata ai numeri che io stesso ho dato e che qui sono stati citati; il mio testo citato riporta l'esempio tra 60 e 100 macro Zeiss. L'esempio da me fatto dice che a f/8 e 1:1 il 60 ha una pdc di 1,1 mm, mentre il 100 ha una pdc di 1,3 mm. Sfido chiunque ad accorgersi di due decimi di millimetro di differenza wink.gif Penso che siamo tutti d'accordo se diciamo che a 1:1 e f/8 entrambi quegli obiettivi danno una pdc di poco più di 1 mm. Ciononostante, quell'esempio è interessante perché contraddice il nostro senso comune, ovvero che la pdc è minore con le focali maggiori. Alle corte distanze succede il contrario, sia pure con effetti poco percepibili "a occhio", e non riconducibili alla "lunghezza focale", bensì alla "asimmetria" dello schema ottico. Buone foto smile.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #13
QUOTE(epipactis @ Feb 29 2016, 10:58 PM) *
In un testo ("Macro foto pratica" di F. Celentano) però ho trovato che sarebbe meglio calcolare il circolo di confusione pari ad 1/1000 della lunghezza focale dell' obiettivo

Una stima del cerchio di confusione (CDC) è pari a circa 1/1000 (più precisamente 1/1100) del lato lungo del supporto sensibile, non della focale.
Prendiamo un sensore (o pellicola) di 24x36 mm. Il CDC è 36/1100 = 0,033 mm. Per il formato DX (lato lungo circa 24 mm), il valore del CDC è 24/1100 = 0,022 mm.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #14
QUOTE(massi2218 @ Mar 3 2016, 02:11 PM) *
...comunque personalmente consiglierei meno teoria e più pratica.

Le due cose vanno a braccetto. Anzi:
"Niente è più pratico di una buona teoria" [Kurt Lewin]

Ad esempio, se uno fosse convinto che un grandangolo possa dare più pdc nelle riprese close-up, e optasse per un 28 mm per ottenere più pdc, scoprirebbe poi l'effetto opposto. Se avesse conosciuto le relazioni "teoriche" dell'ottica geometrica, non avrebbe perso tempo.
 
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