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Reportage Al Mercato Di Campo Dè Fiori
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16ale16
Messaggio: #1
IL MERCATO DI CAMPO DE’ FIORI

E’ un caldo sabato mattina e la città di Roma è attanagliata dal caldo dell’anticiclone africano Scipione. In questa giornata rovente siamo andati a fare 4 passi nel centro della capitale, in un luogo estremamente significativo e pieno di storia. il mercato di Campo dè Fiori. La storia ci dice che fino al quattrocento questo luogo era un prato fiorito con alcuni orti coltivati, da cui appunto il nome odierno. La piazza, dal piano di riordino del quartiere ordinato da Papa Caliso III nel 1456, è diventata un punto cruciale di passaggio, che nel corso del tempo la ha configurata come un posto ottimale per un mercato. Il primo di cui si abbia notizia è un mercato equestre che si teneva due volte alla settimana.
Presto sorsero molti alberghi nelle vicinanze e questo fece confluire sempre più persone nei dintorni della piazza, tanto che divenne sempre più il centro di varie attività sia commerciali, che culturali.
In Campo de' Fiori avevano luogo le esecuzioni capitali, di cui la più famosa avvenne nel 1600 quando vi fu arso vivo il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, accusato di eresia. In ricordo del filosofo, nel 1888 fu realizzato sul luogo stesso del rogo un monumento bronzeo, opera dello scultore Ettore Ferrari.
Ed oggi Campo de’ Fiori cos’è? Come è arrivata ai giorni nostri? Siamo andati a curiosare perché a detta di molti miti cittadini, in questa piazza vi sarebbero i romani veraci, gente che da una vita con il proprio banco prende il suo posto per esporre le sue mercanzie, il tutto in un’area pedonale dagli spazi indubbiamente ristretti. Questa è la gente del mercato più famoso della capitale.
Benvenuti al mercato di Campo de’ Fiori:
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Appena si fanno 4 passi nel mercato si viene subito catturati dall’atmosfera e gli occhi non possono non essere catturati dai banchi storici del mercato:
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passeggiando nel mercato è molto facile imbattersi in quella che è una tradizione romana, oggi persa nei supermercati e nella grande distribuzione, ovvero quello di “capare” la verdura. Le mani si muovono veloci per pulire fagiolini, sempre più spesso sotto lo stupore di chi assiste a gesti, oggi purtroppo rari nelle grandi città:
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I banchi di frutta e verdura sono gestiti per la maggiore proprio dai romani veraci che non si negano mai ai numerosi fotografi, turisti o meno che siano, che cercano di portarsi a casa un ritratto spontaneo, sincero, genuino:
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e proprio con la stessa serenità, proprio con la stessa genuinità, rispondiamo anche noi con un sorriso quando, dopo aver fatto click, la signora ci dice:”A giovanò, se m’ero fatta pagà mille lire pè ogni foto che m’hanno fatto, sta piazza me l’ero comprata!”. E dopo una immancabile risata insieme, ci fermiamo a chiacchierare, prendendo un bicchiere di macedonia fresca, preparata da poco proprio da quelle mani. Fa piacere vedere come l’accoglienza e il calore non manchino mai, anche con i quasi 40 gradi. Si parla del più e del meno, di come la gente col caldo sia sempre meno, di come Scipione, questo tremendo anticiclone africano, stia opprimendo la città e dell’inevitabile situazione di crisi. Eppure, proprio alla faccia di questa crisi, quando ce ne stiamo per andare, la signora prende una pesca, la sbuccia e ce la regala:”A giovanò, mettila nel bicchiere, fa caldo!!”. Accettiamo il gesto di generosità, buonissima e continuiamo a girare per il mercato e sono proprio le facce dei venditori, che immerse nel suono del via vai dei turisti che si perdono tra le varie offerte, spiccano inevitabilmente e ci catturano:
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La temperatura sale, man mano che il tempo passa il caldo aumenta e in una piazza chiusa su tre lati si ricorre davvero a tutto, pur di rinfrescarsi. Ci viene spontaneo guardare un venditore che si rinfrescava le mani con una busta di ghiaccio e ad una nostra battuta, ecco che ci sfida:”Ma una foto così me la fai?? Guarda come ci si rinfresca!” Ed ecco che la busta refrigerante finisce sulla testa, con un altro immancabile spontaneo sorriso:
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Inutile dire che dopo lo scatto è stato inevitabile e molto piacevole fermarsi a fare 4 chiacchiere, un clima di serenità e rilassatezza, che indubbiamente in questo mercato non manca.
Riprendiamo il nostro giro e tra le persone dietro i banchi, troviamo anche un neo vip, attirati dalla sua parlantina infatti riconosciamo Mustafà, almeno così è noto attraverso vari canali quali YouTube, IlMessaggero e larepubblica, intento a fare il suo spettacolo dimostrativo in varie lingue (noi abbiamo riconosciuto il romanesco, l’inglese ed il francese), con l’immancabile cappellino con la scritta S.P.Q.R.. Manco a dirlo, in breve tempo un piccolo gruppetto si ferma ad assistere allo show di patate e carote tagliate a spirale o alla julienne:
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E a proposito di cappelli, ci troviamo davanti ad un banco che ne vende veramente di tutti i tipi e soprattutto i turisti si avvicinano per provarli, in cerca di un po’ di riparo dalla canicola. Spesso però si fermano più per gioco o per curiosità, che per un reale acquisto, ma anche questo fa parte di un clima di assoluta spensieratezza:
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E proprio sotto a quei cappelli troviamo la resa del più macho dei turisti americani, che sotto all’ombra del suo nuovo e fiammante cappello, cerca refrigerio in una bevanda rinfrescante appena presa, appoggiandosi al basamento della statua di Giordano Bruno, l’unico posto dove ci si possa sedere per un po’:
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Il nostro viaggio all’interno del mercato per capire chi lo frequenti, chi lo animi, chi lo viva è stato sicuramente proficuo, dai romani veraci ai turisti è facile venir catturati da un’atmosfera come questa, dove la semplicità e la genuinità sicuramente la fanno da padrona. Campo de’ Fiori è sicuramente ancora un centro di passaggio di tantissime persone diverse, nonostante tutti i secoli che sono passati.
Sono cambiati i metodi, i materiali, lo scenario, visto che oggi Campo de’ Fiori è una selva di ombrelloni, ma sicuramente lo spirito è rimasto quello originale:
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Il nostro viaggio nel mercato prosegue e veniamo catturati dagli sfarzosi colori delle merci più disparate. I banchi di ortofrutta hanno veramente di tutto e complice la bella stagione è facile imbattersi in piacevoli macchie di colori:
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Per restare in tema di peperoncino, non possiamo non ritrarre un prodotto che un po’ ci fa paura e un po’ ci mette curiosità circa le sue doti di piccantezza:
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Ma il prodotto che è sicuramente il più caratteristico di questo mercato è costituito dalle spezie. Una distesa di contenitori di plastica contenenti dalle spezie singole ai composti e preparati per diversi tipi di pasta. Una delle caratteristiche uniche è che per essere certi dell’acquisto, se si vuole, si può toccare... con naso:
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E sempre con il naso è molto facile essere attratti dalle botteghe storiche che ai margini della piazza offrono dei prodotti decisamente invitanti:
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Alla vista di questi salumi appesi molti turisti passano da lontano, quasi per non rovinarli, come se ci fosse il rischio di sciuparli e vista l’enorme presenza di stranieri, non scordiamoci infatti che siamo dietro Piazza Navona, il mercato si è subito adeguato, offrendo servizi che, onestamente, poco ci ricordano altre atmosfere rionali, di quartiere. In moltissime bancarelle infatti sono accettati tutti i modi di pagamento più moderni:
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Spiccano anche delle bancarelle che ci riportano più ad immagini viste e riviste sotto al Colosseo o a Castel Sant’Angelo, dove gli ambulanti hanno tantissimi gadget e oggetti dedicati a Roma. Non avevamo mai visto in un mercato la presenza di questi souvenir, ma forse la magia di Campo de’ Fiori è anche quella di sapersi rivolgere a tutta la clientela che attraversa questa fitta selva di ombrelloni. Tazze, magliette, cappellini, borse e tutta una serie di oggetti che manifestano sempre il loro fascino e attirano la curiosità dei turisti alla ricerca di un ricordo:
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Ma questa piazza ha un nome ed una storia molto particolare, legata ai fiori e allora ci chiediamo cosa sia il mercato oggi proprio in termini di fiori. Restiamo purtroppo delusi dalla risposta, dal momento che di lato, al di là di via dei Baullari, sono presenti solo due stand floreali, in uno spazio anche abbastanza risicato vicino ad una fontana. I fiori sono a parte, non si trovano sotto gli ombrelloni della piazza e indubbiamente la gente che vi si ferma è di meno. Proprio in questa zona più calma, meno caotica troviamo chi decide di riposarsi incurante dei passanti, dei mezzi del comune, degli strilloni. Teneramente sdraiata al sole, si alza solo quando ci avviciniamo con la nostra macchina fotografica. Per catturare uno scatto dal suo punto di vista, ci sediamo allora là vicino con la scusa di un paio di carezze...
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E piano piano la mattinata volge al termine, il tempo passa, il sole sale sempre di più portando su con sé anche la temperatura. Qualcuno inizia a smontare, si accatastano gli scatoloni, per andare a godersi un po’ di riposo. Domani è domenica, giorno in cui il mercato non ci sarà e allora ci si fa forza per spostare le ultime cose e per andare via, per ricaricare le batterie, pronti per ripartire lunedì prossimo:
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riccardoal
Messaggio: #2
bello Alessa......ben fatto e sei riuscito a farlo sembrare anche ben piu grande di quanto sia realmente........eccellente la parte storico didascalica.....veramente un lavoro ben fatto....
complimenti
Riccardo
Reflexive
Messaggio: #3
bello e colorato...bravo!
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #4
Complimenti anche da parte mia,ben raccontato,belli gli scatti,hai allargato e ristretto con efficacia e da apprezzare l'impegno per la narrazione scritta....bravo Alessà!!!!!
16ale16
Messaggio: #5
vi ringrazio del passaggio e dei vostri commenti. Ho voluto provare a fare qualcosa in più di un "semplice" reportage e forse ho anche sbagliato a metterlo adesso. C'è infatti un altro che ci farò vedere che è stato fatto a Bolsena, che però nel mio percorso nella reportaggistica viene prima.
Vabbè lo mostrerò lo stesso.

Non nascondo che qua gli spazi erano decisamente stretti e che mi ha dato una mano la faccia da _ulo che mi ritrovo nell'attaccare bottone con chiunque. Credo che a parte qualche cinese che non parlava bene italiano, ho chiacchierato con tutti e questo aiuta indubbiamente nel reportage sociale.

Vorrei che per me fosse un punto di partenza, è la prima volta che ci metto un racconto così. Quello di Bolsena, che appunto viene "prima" nel mio percorso, ha sì un testo ma decisamente meno impegnativo...

Sentiamo cosa ne pensano anche altri. Io di mio, sicuramente ne sono contento, ma perché ho aperto una nuova fase, questo modo è un nuovo stimolo. Tutti i tagli sono regolari, tutto gestito secondo me bene, tranne un punto che mi autocritico, ma ahimé me ne sono accorto a casa... la 16 ha troppa aria sopra ai salumi e sotto sono tagliati. Mi piace troppo questa prospettiva ottenuta col 20 (l'ho replicata anche in altri scatti poi scartati), ma qua c'è troppa aria... ma campo bene pure così ahahahhahahahaah

Il prossimo giro sarà il 14 Luglio ad Orvieto, vediamo che riesco a tirare fuori... anche se onestamente ancora non so se lavorare sul reportage di viaggio o sul sociale, perché il sociale è una sfida assurda, tremendamente difficile, quello di viaggio rischia di essere banale... boh, vediamo cosa mi ispirerà! smile.gif
nikonman99
Messaggio: #6
reportage molto ben fatto, altrettanto le parole che lo introducono e accompagnano
il colore si addice ottimamente alle foto, per me il bn in questo caso sminuiva il lavoro
bravo
ciao
Francesco
claudioorlando
Nikonista
Messaggio: #7
Ottimo e completo in ogni aspetto. da quello documentaristico a quello storico. IL racconto si legge bene e le foto a corredo ben lo accompagnano. Complimenti.
Ilar
Iscritto
Messaggio: #8
Veramente ben fatto. Qui c'è tutto, belle descrizioni e belle foto. Il reportage ha un'intonazione.

Io non ho studiato mai tecniche fotografiche e quindi mi pongo soprattutto dalla parte del fruitore del tuo lavoro.
Ritornando sulla spiegazione che tu hai dato degli elementi fondamentali per il buon funzionamento di un reportage vorrei aggiungere che sì, si può narrare con chiarezza una favola, foto corrette la renderanno comprensibile, ma per non renderla piatta, noiosa, bisogna saperla recitare. Qui, per me, ci sei riuscito molto bene.

Ciao
Ilaria
16ale16
Messaggio: #9
grazie dei vostri commenti. Ilaria sono contento tu abbia dato una letta a come strutturare un reportage...

Sono contento che piaccia visto soprattutto che mi ci sono divertito un sacco. Adesso però come detto già sto pensando alla prossima, che secondo me sarà più difficile. Insomma, mi piace mettermi nei guai biggrin.gif biggrin.gif
Negativodigitale
Messaggio: #10
Questo è il migliore dei tuoi reportage visti finora qui.
Cerca, anche con discreto successo, di scavare nelle persone e lo fa in un luogo dove non c'è un evento particolare che condizioni i soggetti.
Bel lavoro.
Il tipo della foto 7, Mustafà se non sbaglio, è quello di QUESTO VIDEO ... tongue.gif

Complimenti.
Paolo
16ale16
Messaggio: #11
Ti ringrazio Paolo per il tuo passaggio. Avrei dovuto postare questo reportage forse dopo un altro, che forse adesso passerebbe in secondo piano... Ho fatto un cambio, ho deciso di adottare uno stile completamente diverso e sono contento piaccia.
Oltre al testo ho cambiato anche il modo di fare foto. E' stata una giornata in cui mi sono fatto chiacchiere con tutto il mondo praticamente smile.gif

Per il video è proprio quello wink.gif
mauriziomaestri
Messaggio: #12
Capisco che isolare una sola foto da un contesto (soprattutto in fase di reportage) è un abominio ma, a mio avviso, c'è una grossa distanza che lega gran parte delle foto con la 6. La sesta è la più vera, qui si concentra il reportage e forse con la 2 e la 15 rappresenta lo scheletro del reportage. La 15 la vedrei più stretta, con quel naso che accoglie gli odori e gli umori del mercato. A mio avviso lo spirito di queste tre foto dovresti infonderle anche nelle altre che mi appaiono troppo distanti da questa impostazione abbastanza solida.
Bravo comunque e attento a non "perderti" nel voler mostrare tutto. Non ce ne è bisogno. I dettagli di solito rivelano "un tutto".
16ale16
Messaggio: #13
QUOTE(mauriziomaestri @ Jul 5 2012, 11:39 PM) *
Capisco che isolare una sola foto da un contesto (soprattutto in fase di reportage) è un abominio ma, a mio avviso, c'è una grossa distanza che lega gran parte delle foto con la 6. La sesta è la più vera, qui si concentra il reportage e forse con la 2 e la 15 rappresenta lo scheletro del reportage. La 15 la vedrei più stretta, con quel naso che accoglie gli odori e gli umori del mercato. A mio avviso lo spirito di queste tre foto dovresti infonderle anche nelle altre che mi appaiono troppo distanti da questa impostazione abbastanza solida.
Bravo comunque e attento a non "perderti" nel voler mostrare tutto. Non ce ne è bisogno. I dettagli di solito rivelano "un tutto".

ciao Maurizio, grazie del commento. non mi trovo onestamente con la distanza che ravvedi nelle foto rispetto alla 6, anzi a dire il vero la 6 è una casualità. E' spontanea, ma certo non è descrittova di Campo dè Fiori, è uno dei personaggi che stanno là che, fusi con gli altri ripresi nelle altre foto, contribuisce a creare nell'insieme delle foto il racconto.

Sullo scheletro del reportage generalmente io uso 3 foto, apertura, chiusura e paginone centrale, il resto sono le caratteristiche stesse del luogo. Motivo per cui non mi perdo nel voler mostrare tutto. Generalmente scrivo di un argomento, lo finisco e poi passo ad un altro, ma in 20 foto non di più, voglio chiudere un argomento. Sta alla mia scelta prendere quelli che siano descrittivi smile.gif
 
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