È uno dei più antichi e, storicamente, dei più importanti ponti di Roma, presso il quale confluivano, oltre alle vie Cassia e Flaminia, anche la Clodia e la Veientana. La sua origine risale, con probabilità, al IV-III secolo a.C. ed era inizialmente in legno; fu poi rifatto ex-novo e prese il nome dal magistrato che ne autorizzò la costruzione in muratura, tale Molvius, donde Molvio e quindi Milvio. Nel 109 a.C. venne ricostruito dal censore Marco Emilio Scauro. È un ponte importante per la storia romana e per il Cristianesimo, in quanto vi ebbe luogo la conversione di Costantino, primo Imperatore cristiano, a seguito della visione della Croce alla vigilia della battaglia (312 d.C.) da lui vinta, con la quale strappò il titolo imperiale a Massenzio. Nel 1450 papa Nicolò V fece eseguire lavori di restauro, completati nel 1457 da Clemente III: in questa occasione si fecero sparire le parti in legno (forse apposte nei restauri precedenti), si abbatté il Tripizzone, ossia un fortilizio triangolare posto all'imbocco nord del ponte e fu portata a termine anche la ricostruzione dell'antica torre di guardia (risalente all'epoca delle fortificazioni di Aureliano), il cui ingresso, per volontà di Pio VII, venne foggiato a forma di arco dal Valadier. Presenta quattro grandi archi e tre più piccoli e la testata verso viale Tiziano è ornata di due statue: "l'Immacolata" del Pigiani (1840) e "S.Giovanni Nepomuceno" del Cornacchini (1731). Questo Santo era un boemo, il suo nome significa "nativo della città di Pomuk" ed è ricordato perché venne annegato nella Moldava, per ordine di re Venceslao IV. Per il suo martirio fu santificato ed a lui si rivolgevano in preghiera tutti coloro che avevano a che fare con i fiumi, per chiedere protezione dagli annegamenti. Si dice anche che questo Santo protegga i segreti: difatti la statua è accompagnata da un puttino che porta l'indice della mano destra sulla sua bocca quasi per invitare al silenzio. Il ponte misura m 152 in lunghezza, m 7,5 in larghezza ed ha sei arcate in muratura.