Grazie per il tuo apprezzamento tanto gradito quanto incoraggiante. Mi permetto solo di aggiungere che la figura dell'anziano pazientemente o forse "rassegnatamente" (lo scatto in proposito consente, come detto, "mille" possibili interpretazioni) seduto in disparte, quasi appoggiato al muro per cercare un sostegno al peso degli anni, mi aveva indotto la tua stessa riflessione, peraltro mi ero astenuto dal farne cenno per non rendere troppo prolisso il mio "commento-apprezzamento" al tuo scatto. Quanto poi alla tua decisione di "tagliare la testa" (fortunatamente solo metaforicamente) del passante per rendere più tangibile il senso della fugacità del presente, be' devo confessarti che mi era sfuggita. A prescindere da ciò lascia che mi congratuli con te per la rapidità con la quale hai elaborato tutte queste "considerazioni al momento dello scatto" ... in un'era dominata dall'elettronica e da computers sempre più veloci e potenti, fa piacere poter constatare che il cervello umano è capace di valutare molteplici fattori in tempi così rapidi da non perdere un fuggevole scatto e ciò senza considerare che ai computers non è stata ancora conferita una dote assolutamente fondamentale nel mondo della fotografia: la sensibilità! Ad maiora caro Massimo! Luca
Luca non temere non c'è nessuna media da tenere. Inoltre tu non sei un novellino, se non come "anzianità" nel Sito. Quindi esprimiti pure liberamente. Tanto più che lo fai anche molto bene. Vedo che tu hai ripercorso tutte le "mie" considerazioni al momento dello scatto, dal punto di vista "dell'ossatura" della foto. In più vorrei aggiungere che l'anziano fermo, mi suggeriva la solitudine messa in rapporto con la frenesia del mondo, rappresentato dalla figura in movimento. La testa incompleta del passante, mi restituiva l'idea di qualcosa che passa velocemente, "panta rei". Appena lo vedi già non c'è più, non puoi afferrare il presente. Al momento dello scatto ho deciso che era meglio tagliare la testa piuttosto che alzare l'inquadratura, rovinando la "perfetta" geometria. A scatto fatto, mi sono dato ragione per la scelta fatta. Ti ringrazio per i complimenti e, ricambio di cuore il caro saluto, Massimo.
Quanti nomi illustri mi precedono ... spero che la presenza di un novellino non rovini la media ...! ;-) Premesso ciò non posso che inchinarmi al cospetto di uno scatto assolutamente originale nel quale convivono sapientemente la staticità delle geometrie edili dell'edificio (con la netta contrapposizione di linee: orizzontali quelle della scala, in fuga prospettica quelle che separano le grandi piastre del pavimento nonché protesa verticalmente verso l'alto quella della parete laterale che incornicia parzialmente lo scatto) con il (vivo) movimento umano rappresentanto dall'incedere del passante, silenziosamente osservato da quel signore brizzolato divenuto inconsapevole protagonista della scena. "Stasi & movimento" ... non potevi scegliere titolo più appropriato per questo scatto che lascia, o meglio, induce, mille possibili interpretazioni. Esperienze visive come questa mi incentivano a sostenere una deroga al divieto di fare fotografie negli ospedali! :-) Bravo Massimo. Un caro saluto. Luca P.S.Inutile dire che il mio inchino è replicato anche al cospetto dell'autore. ;-)
Un abbraccio,
Mauro