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qwaszx
Dopo circa 2 anni mi sono deciso a postare alcune foto del mio viaggio in Ladak. Con molta umiltà, viste lo splendide foto - di ben altra fattura -proprio di questa remota zona dell'India che si sono viste sul forum. Ma tant'è il viaggio è stato così emozionante che provo a condividerne con voi alcuni "aspetti".
Incominciamo da Leh, la "capitale" del Ladak. Una cittadina (veramente ina) che si trova in una vallata a circa 3.500 metri slm. Oggi come oggi la via principale offre un incredibile affastellarsi di "modernità"...

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e tradizione

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La prima foto è il cuore della via commerciale commerciale in parte "tourist oriented", ma non prevalentemente; la seconda una zona del mercato prettamente locale, dove le macellerie sono gestite dalla comunità islamica, giachè le comunità buddista è prevalentemente vegetariana...

La città come dicevo sorge al centro di una vallata circondanta da vette che in alcuni casi si aggirano sui 7.000 mls e che al tramonto si "incendiano" letteralmente.

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Quello al centro è il rudere del più antico monastero di Leh e del Palazzo reale: entrambi sorgono su altura appena fuori dal centro della città.
Questa è la loro visione "diurna"...

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Tutto intorno alla città ci sono luoghi sacri buddisti, con i caratteristici "stupa". Si tratta di costruzioni dalla forma inconfondibile (la via di mezzo tra un cono e una piramide bianca e rossa che vedete quasi in primo piano) che tra l'altro assolvono alla funzione di conservare gli oggetti sacri in disuso (libri, paramenti, arredi, reliquie di lama) che vengono murati al loro interno...

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La gente è estremamente serena, sorridente e disponibile...

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...e si possono fare incontri con antichi mestieri gestiti secondo le più genuine regoledella tradizione locale. Ad esempio il panettiere

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Se le foto vi piacciono, o semplicemente vi incuriosisce un po' questa terra magnifica, fatevi sentire e nei prossimi giorni vi posterò un po' di foto di monasteri persi nel tempo, montagne e laghi dai colori incredibili, strade a stapiombo sul nulla, persone deliziose...

Ciao a tutti


cg
Belle, forse una postprod un po' più curata, ma a me piaciono molto.
ciao
Carlo
ryo
Bellissime!!!
Continua, postane altre!
Marcello
qwaszx
grazie.gif per i commenti... temevo passassero sotto un imbarazzante - per me - silenzio.

Pensavo di postare qualcosa nei prossimi giorni, ma visto che c'è almeno un richiesta, anticipo qualcosa.

Antichi mestieri dicevo... come quello di vendere il pane, non solo di farlo

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magari in una via del "centro" dove il tempo sembra essersi fermato

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Oppure commerciare le immancabili albicocche (sono praticamente l'unica frutto che matura in queste lande, c'è nè una produzione abbondantissima e vengono conservate sotto forma di una squisita marmellata!) in un mercato improvvisato ogni mattina sul maciapiede della via principale

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Leh però è anche la sede di un importante scuola buddista, nel cui cortile si possono incontrare monaci diretti alle lezioni

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e al cui interno si aprono finestre su un mondo di fascino smisurato

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Per oggi basta davvero...
Se ci sarà interesse continuerò appunto con alcuni interni di templi e monasteri dove si entra realmente in un altra dimensione.

Ciao
ryo
Veramente molto belle! Il b&w così granuloso è splendido!
cg
Continua così!
carlo
geppoman
Complimenti per le fotografie e per i luoghi visitati.. davvero invidiabile smile.gif
Matt.3
Ti faccio i miei complimenti, molto belle e suggestive, bello anche il B&W Pollice.gif
qwaszx
Grazie a tutti per i commenti e gli incoraggiamenti a continuare...
Dicevamo dei monasteri. I monasteri buddisti del Ladak (e più in generale di tutta la fascia himalayana) sono molto diversi da quelli occidentali soprattutto dal punto di vista architettonico.
Non si tratta di un insieme "concluso" e organico di edifici, ma sono simili piuttosto a un vero e proprio "villaggio" che si dipana lungo lungo le pendici di un colle:

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Gli edifici in sommità al colle sono quelli dedicati al culto, mentre quelli lungo le pendici sono le abitazioni dei monaci, le scuole del monastero, altri edifici di servizio...

Le sale del culto (una o più a seconda delle dimensioni e dell'importanza del monastero) vedono la celebrazione di parecchi riti durante la giornata, sempre accompagnati dai tipici suoni delle celebrazioni buddiste

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A queste celebrazioni partecipano anche un gran numero di bambini e ragazzi che fanno parte a pieno titolo della comunità monastica

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La sala del culto, per questi giovanissimi monaci, può trasformarsi anche in un luogo di gioco...

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Anche per oggi basta. Nelle prossime puntate qualche foto che illustra la vita monastica (anche dei più giovani, magari con alcune note sul concetto di reversibilità di tale vita) e degli arredi sacri (affreschi, statue e altro) che rendono unici questi luoghi.

Ciao

morgan
Meglio tardi che mai...davvero un bel reportage, speriamo continui!! wink.gif wink.gif
Complimenti

Franco
Manuela Innocenti
Bellissimo ed interessante diario di viaggio. per chi , come me ,non ci è mai stato.... un vero regalo. Le immagini dell'ultima serie sono davvero molto molto belle.
Contnua.... siamo qui ad aspettare.
Bravo!
mirko f.
Anche io aspetto con piacere il seguito..!

Mirko
GianfrancoGoria
Grazie! Proprio bello da seguire. Vai avanti, Paolo! :-)
qwaszx
Grazie a tutti per le risposte e gli incoraggiamenti...

Allora, rispetto ai bambini / ragazzi e il monachesimo occorre precisare un paio di cose. Il Ladak è un paese abbastanza povero, dove però l'istruzione è tenuta in buona considerazione. Politicamente fa parte dell'India e quindi il sistema scolastico è mutuato completamente da quello anglosassone (tranne che qui l'anno scolastico si svolge d'estate, poiché d'inverno sono tutti in casa con temperature di -30). I ragazzi frequentano le varie scuole e sono immediatamente riconoscibili dalla "divisa" del rispettivo istituto

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Un modo "alternativo" (e comunque meno costoso) per garantire l'istruzione ai figli è quello di farli entrare in un monastero. Nei monasteri si tengono regolari lezioni delle materie proprie dei corsi scolastici, elementari, medi e superiori (matematica, inglese, storia, ecc.), con insegnanti preparati e in alcuni casi addirittura provenienti dall'estero.

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Naturalmente l'ingresso in monastero comporta per i giovani la completa osservanza delle regole di vita monastica e comunitaria, nonché l'apprendimento delle dottrine buddiste che vengono discusse in vere e proprie "dispute" filosofiche

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Una volta terminato il ciclo di studi i giovani possono liberamente scegliere se confermare la loro scelta di vita religiosa, o piuttosto rientrare nella vita civile. Il tutto senza alcuna forma di discriminazione sociale o riprovazione morale.

Anche per oggi mi fermo qui

Prossimamente altri dettagli su questo fantastico paese...

Ciao
Fabio Pianigiani
Attendo con pazienza altre tue testimonianze di questa terra meravigliosa.
Stidy
Belle immagini e bel racconto, grazie per avermi mostrato efficacemente alcuni aspetti di questo paese che spero di visitare presto.
qwaszx
Ancora grazie a tutti. grazie.gif

Visto il "successo" dell'iniziativa, vorrei premettere che la mia indecisione a postare le foto in questo sito era legata alla qualità delle foto medesime, che non è certamente all'altezza dei veri capolavori che si vedono da queste parti (questo in fondo è pur sempre un sito di fotografia...). D'altro canto per me, che sono un dilettante e assoluto autodidatta, la fotografia è sopratutto il modo di "fissare" e portare con me le emozioni, soprattutto quelle di un viaggio.
Poi però ho pensato che forse condividere queste emozioni avrebbe potuto fare piacere anche a qualcuno di voi e così...

Nel Ladak, ormai l'avrete capito, uno degli aspetti più interessanti (sia per il turista un po' più distratto che per il viaggiatore più "curioso") è quello spirituale. Un aspetto che permea certamente le comunità monastiche, ma che si può respirare in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Gli altri aspetti di interesse sono gli splendidi rapporti che si possono instaurare con la popolazione locale (è un'esperienza veramente indescrivibile) e (per chi come me è appassionato di montagna) i pazzeschi panorami nonché le infinite opportunità di trekking di ogni livello e difficoltà...

Se avrete voglia cercherò di illustrarvi un po' tutte queste "visioni"...

Per tornare a quella "spirituale", è veramente notevole la possibilità che i viaggiatori stranieri hanno di poter partecipare alla vita dei monasteri (alcuni prevedono anche la possibilità di soggiornare con la comunità) e in ogni caso ai vari riti che sono "aperti" a tutti i visitatori. Anzi durante la partecipazione avrete l'opportunità di essere coinvolti in momenti molto particolari, come il servizio del te ("chai" in ladako) che è una bevanda a base di te in cui viene sciolto del burro di yak, assumendo un sapore leggermente salato e un forte valore nutritivo

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Un altro momento particolarmente emozionante è quello in cui, dopo aver terminato la "costruzione" di un mandala (un complicato disegno realizzato con sabbia di diversi colori), questo viene distrutto il mattino dopo, a simboleggiare l'"impermanenza" della vita e di tutto ciò che fa parte dell'esperienza sensibile degli esseri umani.
Nella foto seguente vedete un monaco che protegge con dei drappi un mandala appena finito e che sarà distrutto in una cerimonia al mattino dopo

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Per altro, anche da un puro punto di vista estetico, i monasteri offrono spunti molto interessanti...

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In questa foto potete iniziare ad intravedere gli stupefacenti affreschi che li ricoprono completamente...

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Nei giorni successivi (da lunedì) altri "aggiornamenti"...

Ciao a tutti e buon week end


Andrea Moro
Complimenti per il tuo reportage! Le foto sono ben composte, con bei colori. I paesaggi sono stati ripresi spesso con una luce eccezionale (vedi quella delle montagne infuocate con la collina al centro in silhouette). I ritratti pure mi sembrano ben riusciti perché hai interagito benissimo con la gente del luogo, che ti ha ricambiato con spendidi sorrisi. Il racconto per immagini poi è molto interessante!Continua così...non capisco perché non le abbia postate prima.

qwaszx
Non ho postato prima, per due ordini di motivi: 1) non ero (sono) convinto della qualità assoluta delle foto (a me piacciono, ma rapportate ad altre che vedo qui sul forum... mad.gif ) e 2) non ero così convinto dell'interesse per una dettagliato racconto di viaggio in un sito esclusivamente fotografico.
Comunque, visto il tono generale delle risposte, ora continuerò per un po', almeno fino a quando non mi chiederete di smettere unsure.gif ...

Dicevamo degli affreschi, arredi ecc.
Il personaggio più rappresentanto è Budda, ma non in via esclusiva, anzi!
Diciamo che Budda ha l'assoluta prevalenza nella statuaria, ma non assolutamente negli affreschi. Nelle due foto che seguono potete vedere due particolari di tipiche "grandi" statue del Budda (sono in effetti molto grandi, la testa che vedete buca letteralemente il soffitto del pian terreno e la si osserva ad altezza d'uomo dal primo piano: in tutto è più alta di 4 mt.)

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Negli affreschi che seguono due rappresentazuioni di Budda. Sono molto antiche e sono "conservate" in ruderi di un monastero ormai abbandonato posto alla fine della Valle di Nubra, un centinaio di metri di dislivello sopra il posto di confine rangiungibile dai civili in direzione della Cina (il posto di confine è rigorosamente chiuso e inaccessibile!). A quanto mi risulta non sono documentate in pubblicazioni di sorta...

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Tuttavia come dicevo Budda non è un soggetto preponderante negli affreschi. Soggetti molto comuni sono la raffigurazione dei conventi, le vite dei monaci, le rappresentazioni allegoriche dei mali che impediscono all'uomo il raggiungimento della felicità (ovvero l'interruzione del ciclo delle rinascite), le via della purificazione dell'anima umana, la "ruota della vita" e tutta una serie di figure mitologiche che il buddismo ha accolto dalla tradizione induista in omaggio alle credenze popolari.
Si tratta di raffigurazioni estremamente complesse e particolarmente interessanti.
Per questa sera vi propongo un "guardiano": una sorta di "demone" (non nel senso cristiano di essere negativo, ovviamente, ma di essere superiore alla natura umana) del pantheon induista, accolto anche nella tradizione popolare buddista del Tibet, che assolve alla funzione di proteggere l'umanità.

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Domani altri aspetti della pittura buddista...

Ciao
sergiobutta
Bravo, veramente bravo. Un gran bel reportage con il giusto mix tra visioni d'assieme, persone, vita quotidiana, dettagli. Davvero coinvolgente.
Roby49
Bravo,foto molto belle,colori,luce,anche gli interni hai saputo renderli molto bene anche se io avrei preferito,su alcune, un'inquadratura piu' stretta in modo da far rendere di piu certi particolari.....ma e' un parere personale ne'... smile.gif il racconto poi mi porta letteralmente a viaggiare con te.....molto piacevole e interessantissimo Pollice.gif

continua pure,aspettiamo (gwaszx.....diamine ma come ti chiami..... laugh.gif )

ciao a presto
Andrea Lapi
Non avevo ancora avuto il tempo di gustarmi le tue foto. L'ho fatto oggi e devo proprio farti i miei più sinceri complimenti e invitarti a continuare! In mezzo a tante belle e interessanti foto ci sono delle autentiche Perle!
grazie.gif
ivandr
Bravo... molto belle le immagini e molto piacevole il tuo racconto grazie.gif

Ivan

Namaste
qwaszx
grazie.gif grazie.gif grazie.gif a tutti!
Davvero non mi aspettavo un'accoglienza così favorevole.

Allora, come promesso ieri altre immagni e storie legate alla tradizione buddista.

Il guardiano presentato ieri è: Visharavana, protettore degli yak, guardiano del nord (come dicevo i guardiani sono 4 e ciascuno di essi fa riferiferimento a un punto cardinale), ed è l'immagine della vegetazione che muore.

Come detto, lo stesso monastero viene raffigurato in affreschi che ne adornano le stanze

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Una delle immagini più suggestive e interessanti che si possono trovare in un monastero buddista è quella della sidpa-korlo (ruota della vita)

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In estrema sintesi (la descrizione delle rappresentazioni allegoriche di un sidpa-korlo richiederebbe svariate pagine!) rappresenta l'orrore del ciclo delle rinascite che attende chi sceglie le gioie terrene e si lascia guidare dai tre dugsum (cattive bevande) che avvelenano la natura umana: collera, desiderio e ignoranza. Il "mostro" in alto che addenta la ruota è Mahahala, signore del tempo e quindi della morte...

Il concetto di ciclicità e "ruota" permea fortemente la cultura buddista, tanto che un fondamentale elemento della sua ritualità sono i famosi choskhor (cilindri da preghiera) che, costruiti in vario materiale e di varie dimensioni, in ogni caso devono essere fatti girare dal fedele sempre secondo un movimento orario. Non si tratta di una preghiera meccanica, ma di un movimento che facilita la preghiera...

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L'unico modo per interrompere il ciclo delle rinascite è quello di seguire una via di purificazione e allontanamento dai veleni dell'animo.
Questo percorso viene spesso rappresentanto come la via di un elefante (l'animo umano) che all'inizio del percorso è nero e alla fine diventa bianco (puro).

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Anche la vita monastica aiuta ad interrompere il ciclo delle rinascite e raggiungere l'illuminazione, ma non è condizione necessaria e, peraltro, da sola non è nemmeno condizione sufficiente.
Le vite di monaci particolarmente illuminati sono rappresentate sulle pareti dei monasteri, in vari episodi della loro vita. Un rapporto particolarmente "positivo" con gli animali selvatici è associato anche in questa cultura (anche nel cristianesimo, si pensi a S. Francesco d'Assisi) al raggiungimento di una sorta di "consapevolezza" superiore.

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Il raggiungimento di tale consapevolezza è ottenuto attraverso pratiche di meditazione anche estrema ai nostri occhi. Qui di seguito vedete uno yoghi, un monaco che è stato in eremitaggio in una grotta per tre anni, raggiunto solo una volta al giorno da un confratello per portargli il cibo. La forma esteriore che "segnala" il suo perido di meditazione è dato dalla lunga barba e capigliatura che sono un tratto distintivo rispetto ai monaci generalmente completamente rasati.

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Questi monaci sono sicuramente un significativo "modello" all'interno della vita della comunità: chissa se questi monaci ragazzini che oggi chiacchierano tra loro seguiranno questa via o torneranno al villaggio?

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Per oggi basta così...

Nei prossimi giorni sarò un po' via per lavoro: al rientro continuerei cercando anche di accontentare la richiesta che mi è venuta di "particolareggiare" di più alcune inquadrature...

Ciao.




cratty
Bel reportage, alcune foto in cui hai giocato con luci e ombre mi gustano molto.
Complimenti
Saluti
sergiobutta
Sono incantato. Qualche foto potrebbe anche essere perfezionata, ma il testo che le documenta le rende facilmente comprensibili. Insomma, l'insieme è degno di un reportage per le migliori riviste di viaggi.
Marco Negri
Un piacevole e mirato racconto, adornato da alcune interessanti immagini reportagisitche di un luogo che ancor ora ricordo con grande gioia ed interesse.

Osservo tra alcuni Tuoi scatti in cui hai saputo gestire l’ effetto di movimento delle Persone senza però cadere nel fastidioso “mosso”, in alcune istantanee sei invece caduto in una lieve ma erronea lettura esposimetrica evidenziando troppo le ombre a discapito dei vivaci colori e delle luci sempre essenziali in quel contesto.

Piacevoli anche alcune tra le riprese paesaggistiche, anche se il racconto in questo caso lo fanno le Persone con le loro gesta..con la loro semplicità ed innocenza, attraverso il loro sorriso…. sempre presente, attraverso una spiritualità lontana dalle nostre visioni d’insieme ma molto più vicina di quanto crediamo al vero progresso religioso dell’ individuo.

Per un istante ho rivissuto questi bellissimi luoghi cui…mi auguro rimangano inviolati nella loro autoctonia ancora per tanto tempo!

Un saluto
qwaszx
G R A Z I E a tutti per i commenti così benevoli, probabilmente anche troppo. Da quando ho aperto la discussione si sono scomodati anche vari mostri sacri, e non so se essere più soddisfatto o imbarazzato...

A questo proposito, se qualcuno di coloro che ha lasciato un commento, avesse la voglia e la gentilezza di specificare quale foto ritiene "ben riuscita" e perché, e quale invece sbagliata e perché, mi farebbe un enorme piacere... Il forum per me è una vera e propria scuola e avere delle "lezioni private" sarebbe il massimo! biggrin.gif

Come dicevo oggi conterei di accontentare chi mi chiedeva dei particolari...

I monasteri buddisti sono pieni di fiammelle che trasmettono all'ambiente una luce particolarissima...

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L'incenso rilascia i suoi profumi, ma talvolta offre anche interessanti spunti cromatici...

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Si possono trovare dei contenitori per l'acqua particolarmente fotogenici(l'acqua è una delle offerte fondamentali nella liturgia buddista e ogni statua ha sempre davanti a sé alcune ciotole, in numero dispari, piene d'acqua). Un'altra offerta tipica sono piccoli dolcetti come quello che vedete sul coperchio del contenitore (il piccolo cubetto bianco)...

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Un altro posto importantissimo nella liturgia buddista è occupato dai libri delle preghiere, dal "dorje" e dal "drilbu". Nelle foto che vedete qui di seguito trovate tutto ciò...

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Il dorje è un piccolo scettro rituale usato nella liturgia. Si impugna con la mano destra e rappresenta il principio maschile dei mezzi idonei (upaya). E' il "completamento" dell'altro strumento liturgico denomiato drilbu, una campanella da impugnare anch'essa con la mano destra e che rappresenta il principio femminile della consapevolezza (prajna)

I libri ladaki (e quelli tibetani in generale) sono un insieme di fogli non rilegati, ma collocati tra due assicelle di legno che li tengono raggruppati quando non sono in uso.

I libri vengono ricoverati in una delle sale meno accessibili dei vari monasteri, e conservati avvolti in spessi panni...

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Particolarmente "cromatiche" sono anche le porte delle sale del culto e i loro "maniglioni"...

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E, giustamente, con una porta usciamo dai monasteri e dirigiamoci verso altri simboli della sacralità, ma ritrovabili appunto soprattutto all'esterno. Ma questa è una storia dei prossimi giorni...

Ciao a tutti!

P.S. Un grazie particolare a Marco Negri, perchè ha saputo "ritrarre" al meglio (come poteva essere diversamente? guru.gif ) e con pochissime parole il mondo del Ladak e la sua gente meravigliosa...

qwaszx
Un piccolo aggiornamento "weekendizio"...

Come dicevo al di fuori dei monasteri ci sono almeno due tangibili segni della spiritualità ladaka.

Il primo sono le lung-ta (cavallo nel vento), ovvero le bandierine tibetane che prendono il nome dal cavallo generalmente rappresentanto al loro centro. Il cavallo trasporta le preghiere nel vento portando benessere a tutte le creature che incontra. In Ladak sono praticamente ubique, ma se ne incontrano delle vere e proprie "concentrazioni" in luoghi particolari come all'esterno dei templi, o - soprattutto - nei passi di montagna...

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Il secondo sono i mani (pietra): si tratta di veri e prorpi muri in alcuni casi lunghi anche Km.; sono costruiti a secco e praticamente tutte le pietre sono scolpite con raffigurazioni e/o versetti sacri. Talvolta invece i mani sono raccolti in cumuli che ricoprdano la forma degli Stupa. Purtroppo un crescente forma di turismo irresponsabile saccheggia tali costruzioni...

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A questo punto direi che possiamo riprendere il cammino per conoscere un po' meglio la gente e i paesaggi del Ladak.

Vi avevo già sottoposto un po' di foto di gente di Leh. Possiamo ricominciare da li.

Il signore qui di seguito indossa il copricapo tipico ladako, un cappello in feltro e pelliccia con grandi paraorecchi: il perak. Vive vendendo ai turisti i cristalli che racoglie nelle montagne circostanti...

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Questa signora invece si mostra in un misto di timidezza e vanità...

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Quest'uomo gestisce una piccola bottega dove vende e ripara vasellame, stoviglie, oggetti in ferro...

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Anche per oggi basta.

Da lunedì, prenderemo un fuoristrada e ci dirigeremo verso la regione dei laghi. Un luogo assolutamente remoto, con un altitudine sempre superiore ai 4.000 m., praticamente senza strutture turistiche ma con paesaggi mozzafiato e abitato solo in estate da pastori nomadi...

Ciao e grazie a tutti quelli che vorranno seguirmi e in particolare a chi vorrà lasciare un commento...



GianfrancoGoria
Bravo Paolo! So che mi hai chiesto di fare qui qualche intervento da orientalista, ma sono talmente preso a seguire il tuo viaggio che non credo mi metterò a dissertare ulteriormente: i tuoi commenti sono semplici ed efficaci e, soprattutto, costruiscono atmosfera. :-)
Al massimo posso notare, per chi non lo sapesse, che il dorje (vajra, in sanscrito, kongo-sho in giapponese - per chi fosse interessato ai dettagli su quest'oggetto, li può trovare nella wikipedia) viene usato non solo nel buddismo esoterico, ma anche nelle arti marziali di ispirazione buddista, in particolare dalle donne, sia per aumentare il peso e il volume del pugno quando si sferra un colpo, sia come strumento di pressione dei punti vitali nel combattimento a distanza ravvicinata. Per chi ama i fumetti posso aggiungere che il Kongo era uno degli attrezzi preferiti (e letali) usati dall'avventuriera Modesty Blaise.

La prossima volta che capiti da quelle parti, se potessi cercare di fotografare i monaci guardiani mentre si allenano, almeno col bastone...
stefun
Complimenti Pollice.gif Pollice.gif
qwaszx
Grazie per i contributi...

Per quanto riguarda gli aspetti più marziali, in Ladak non sono molto presenti, almeno nella quotidianità. Ci sono i festival in cui tale tradizione viene recuperata, ma in forme molto diverse da quelle, ad esempio, del monastero di Shaolin. Vorrà dire che quando andrò in Cina... biggrin.gif

Invece rispetto alla strada verso la zona dei laghi...

Lungo la Leh - Manali ci si inerpica verso il Taglanla, il secondo passo del Ladak per altezza (circa 5.360 metri). Daltronde Ladak vuol dire paese dei passi (La) alti (Dak).

Prima di iniziare la vera e propria "ascensione" del tratto più duro ci siamo fermati per prendere un po' d'aria e abbiamo incontrato un gruppo di ragazzini socievolissimi con sguardi e sorrisi impagabili:

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Come ho già avuto modo di dire la popolazione è meravigliosa, aperta e dispononibile: abbiamo passato insieme una mezzoretta in cui abbiamo "comunicato" indipendentemente dalla lingua, dalle tradizioni, dalle abitudini, dall'età...

Poi abbiamo ripreso la strada...

Le strade in Ladak sono una vera e propria esperienza a parte. Attraversano paesaggi incredibili e "tagliano" letteralmente le montagne, inerpicandosi su fianchi scoscesi e strapiombanti. Sono sterrate chiuse al traffico da novembre a maggio; nei restanti mesi sono in continuo rifacimento per sottrarle alla natura che cerca (e parzialmente riesce) di riprendersele...

Le strade, come vedremo sono frequentatissime di camion multicolori.

Per stasera due immagini di avvicinamento al Taglanla, la porta della regione dei laghi.

Nella prima si vede chiaramente la strada che taglia il fianco della montagna...

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nella seconda la si intuisce mentre si addentra nelle gole che portano al passo.

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Nei prossimi giorni il passo e alcuni camionisti...

Ciao a tutti!

mirko f.
Di nuovo complimenti anche per questa serie!

Mirko
qwaszx
Ancora grazie per l'attenzione...

Come dicevo la puntata precedente, lungo le strade del Ladak i camion la fanno da padroni. D'altronde, in quella situazione, il trasporto merci su gomma è davvero l'unica alternativa.

In ogni caso, camion e camionisti, ai nostri occhi sono particolarmente "folkloristici"... e, nonostante la durezza di tale lavoro, particolarmente disponibili

Un tipico automezzo nel fulgore del technicolor...

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(foto realizzata a letterale rischio della vita... biggrin.gif gli autisti sono molto bravi, ma come vedete le "vie di fuga" delle strade ladake lasciano piuttosto a desiderare... tongue.gif )

Autisti altrettanto "colorati" in un momento di pausa al passo...

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e un loro giovanissimo aiutante, dallo sguardo molto adulto...

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(come detto in post precedenti, i ragazzini in Ladak sono generalmente molto accuditi, ma alcune eccezioni di lavoro minorile sono comunque purtroppo presenti)

Una visione del culmine del Taglangla (le bandierine ve le avevo già mostrate)...

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Ed infine iniziamo la discesa verso il Rusphu, la regione dei Laghi e paradiso del trekking...

Nei prossimi giorni lo Tso Kar (tso vuol dire lago), una regione assolutamente selvaggia , praticamente incredibile.

Un piccolo assaggio di commiato...

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Ciao a tutti!


ryo
Bellissime!!! Continua a postare!
Marcello
annanik
Non essere modesto, nel tuo reportage ci sono scatti eccellenti!
Sinceramente...spero che il reportage non sia finito!
Grazie per aver condiviso questi scatti che ben rappresentano questi magnifici luoghi.
Anna
Fabio_Porcelli
Complimenti vivissimi, ottimo reportage.
LucaLoro
I miei più sinceri complimenti per le foto...

Luca
Tench
Ho visto oggi le tue foto per la prima volta e sono rimasto molto colpito.

Devo dirti che sia l'impostazione del racconto sia gli scatti danno un'impressione di professionalità.

Aspetto le successive con molta curiosità. guru.gif

P.S: tra le più belle secondo me ci sono quelle dei manoscritti che restituiscono un'atmosfera incredibile.
qwaszx
grazie.gif a tutti!
A "reportage" finito ringrazierò nominativamente tutti coloro che hanno voluto lasciare un commento su queste pagine...

Riprendo dopo alcuni giorni (il lavoro miete anche le ore di tempo libero mad.gif).

Come dicevo lo Tso Kar si trova in una regione assolutamente selvaggia e disabitata. Appena arrivati ci siamo sistemati in un paio di tende...

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...e poi abbiamo fatto una bella scarpinata di un'oretta attraverso la piana alluvionale fino alle sponde del lago, dove finalmente c'era un po' di vita tongue.gif (notare gli altri DUE turisti in riva al lago).

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Infine rientro al campo e preparativi per la notte: chi non ha provato a trovarsi sotto il cielo a quasi 5.000 mt, nel pieno della notte, non sa che cosa si è perso...

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Ma la vera meraviglia è l'alba al mattino dopo. Alzandosi prestino (verso le 5), lasciando le moglie a brontolare dentro sacco a pelo e coperte varie, coprendosi benino e tornando a scarpinare un po' si può assitere a spettacoli indescrivibili:

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Poi, via verso l'altro grande lago della ragione, lo Tso Moriri. Ma lungo la strada una serie di incontri con alcuni pastori nomadi: gli unici abitanti stagionali della regione.
Una piccola anteprima...

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Ciao a tutti e ai prossimi giorni

qwaszx
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati.

La signora dell'ultima foto del messaggio precedente è una nomade Bakharval (una delle etnie dedite alla pastorizia nomade in Ladak).
E' l'etnia che si sposta più a monte di tutte, generalmente occupa le testate della valli e si dedica alla pastorizia prevalentemente di capre da cui viene ricavata la lana pashmina del Kasmir (le capre selvatiche da cui veniva ricavata originariamente la pashmina sono ormai praticamente estinte e severamente protette).

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Siamo stati brevemente suoi ospiti e abbiamo assaggiato anche un po' di capra essiccata..

Ripreso il cammino, un po' più a valle abbiamo incontrato un altro gruppo di nomadi, questa volta di etnia Gujar (provenivano originariamente dal Gujarat, sono caratterizzati dagli abiti e dalle coperte dai colori sgargianti e generalmente si collocano a un'altitudine intermedia tra i pastori semistanziali locali e i pastori Bakharval).
Ci siamo intrattenuti per un po' con loro e abbiamo potuto scattare alcune foto anche ai loro simpaticissimi bambini

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Infine ci siamo diretti verso lo Tso Moriri...

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...dove abbiamo avuto occasione di fare una bella passeggiata tra le luci e le ombre di un temporale d'alta montagna (4.800 msl).

Ma di questo parliamo nei prossimi giorni.

Ciao a tutti

Tench
Aspettiamo con curiosità.... biggrin.gif
qwaszx
E allora premiamo la curiosità... biggrin.gif

Intendiamoci: niente scalate nella tormenta, solo un bell'acquazzone, anche se a quell'altezza non è comunque il massimo.
Il tempo non prometteva niente di buono, ma la luce era fantastica...

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... e quindi, via per una camminata alla ricerca di qualchje lama di luce...

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Salendo di un paio di cebtinai di metri di dislivello il panorama sull'altra riva del lago si fa entusiasmante, anche se le colonne d'acqua che cade (si tratta proprio di piaggia!) sia vvicinano minacciose...

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... e infatti ben presto sono sopra di noi!

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E allora una bella corsetta a valle, per non prenderla proprio tutta! Ma quando siamo di nuovo a riva il sole è tornato e ci regala splendidi colori del tramonto.

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Il mattino dopo fuori dalle tende alle 5 per un altro mini trekking verso una valle interna. L'abbiamo vista nella passeggiata di ieri dall'alto e ci è sembrato di vedere un accampamento nomade... se siamo fortunati dovremmo ritrovarlo.

Ma questa è una storia dei prossimi giorni...

Ciao a tutti
ryo
Sono incantato!!!
Attendo con ansia il seguito!
Marcello
maurizio angelin
Fantastiche!
Mi complimento in particolare per la tua abilità sia nei paesaggi che nei ritratti che negli altri campi della fotografia.
Di solito ognuno di noi é più bravo in un settore.
DEVI continuare a postare! siamo in attesa!

maurizio
qwaszx
grazie.gif ancora per l'incoraggiamento.

Come dicevo ci siamo incamminati prima dell'alba verso il campo avvistato la sera prima e...

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...siamo stati fortunati: l'abbiamo trovato e per di più al risveglio degli occupanti.

Una signora procede alle abluzioni di prima mattina al di fuori della tenda...

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...bambini appena svegli si scaldano al sole...

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...o si occupano di fratellini insonnoliti...

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...sotto gli occhi vigili dei più anziani.

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E infine vediamo anche gli yak al pascolo

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Lo yak è meno comune da vedere di quanto la fantasia occidentale non sia portata a credere: in estate questo bovino che arriva fino a 7 quintali di stazza si trova raramente sotto i 4.000 metri. Lo yak (gli zoologi occidentali lo hanno definito "bue brontolone" - bos grunniens mutus) viene utilizzato come animale da soma, da latte (il formaggio di yak è veramente ottimo!) e - sebbene molto raramente - da carne. Con il pelo si intessono tappeti (dal dorso) e stole morbide e caldissime (dal sottogola). Le corna sono utilizzate per ricavarne pipe o strumenti musicali, mentre la coda è un potente talismano che viene appeso alle tende...

Terminata la nostra visita ci siamo riavviati al passo (la strada nel frattempo non era migliorata...)

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da cui tornare a Leh per poi, nei giorni successivi, dirigergi attraverso il Kardungla nella valle di Nubra.

Arrivederci ai prossimi giorni.

Ciao a tutti



sergiobutta
Un grabdissimo reportage. Più vado avanti a leggerlo e più me ne rendo conto. Le riprese, per i colori saturi per le inquadrature scelte sono sempre piacevoli, mai stancanti. Certe foto, poi, hanno un non so che di onirico. Raramente ho visto su questo Forum opere di questo livello.
Mitterrand
Grandissimo lavoro!

Foto molto belle e interessanti... aspetto con ansia la prossima puntata... smile.gif

Grazie!

Antonio
davidebaroni
blink.gif
Come diavolo ho fatto a perdermi questa meraviglia fino ad adesso????
Le foto sono (per la stragrande maggioranza) splendide... Ma il TESTO non è da meno, e "cresce" man mano che il viaggio continua. smile.gif
Ed è il CONNUBIO fra foto e testo a fare la meraviglia di questo lavoro: equilibrato, avvincente, coinvolgente, interessante.

Continua così... io mi sono iscritto alla discussione, così, per essere sicuro di non perdermi più nemmeno una puntata! tongue.gif

Davide
AndreaPi
premetto sono un principiante alla prime armi...... Sono rimasto incollato davanti allo schermo e mi sono scorso tutte le tue immagini, meravigliose Non sono mai stato in questi posti ma posso dirti che almeno a me sei riuscito a rendere benissimo l'idea, hai interagito con la popolazione locale e ci hai riportato dei ritratti eccezionali, sei riuscito a spiegarci e ad appassionarci alla loro cultura , religione e vita comune e monastica, su alcuni paesaggi giuro mi sono venuti i bordoni ( in senso positivo) per come hai reso i colori di quei posti meravigliosi.... Ancora complimenti...

Saluti
Andrea
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