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Lutz!
Cari amici, vi chiedo aiuto per una curiosità tecnica.... come funzionano esattamente i nostri sensori nelle pose lunghe?
E' il sensore in grado di accumulare cariche elettriche in funzione del numer di fotoni che lo hanno colpito lungo tutto il tmepo di posa, oppure è la macchina che fa aquisizioni multiple durante il tempo di posa e poi le somma tutte insieme?

Grazie.
Caccamo84
QUOTE(lutzmail @ Jul 4 2009, 04:43 PM) *
Cari amici, vi chiedo aiuto per una curiosità tecnica.... come funzionano esattamente i nostri sensori nelle pose lunghe?
E' il sensore in grado di accumulare cariche elettriche in funzione del numer di fotoni che lo hanno colpito lungo tutto il tmepo di posa, oppure è la macchina che fa aquisizioni multiple durante il tempo di posa e poi le somma tutte insieme?

Grazie.



Credo di non sbagliare se ti dico che il sensore è impostato a ricevere un tot di luce per creare delle immagini. sia che scatti a 30 secondi sia che scatti a 1/100,nello stesso scatto, la luce che entra alla fine è sempre la stessa.

Quello che varia è il diaframma oppure la quantità di luce presente nell'ambiente...vedi notturna!
decarolisalfredo
Io ho sempre pensato che funzioni come per la pellicola.
In fin dei conti se usi pose lunghe vuol dire che arriva poca luce, quindi il sensore dovrebbe farcela ad accumulare, in una sola volta, tutto ciò che gli arriva.

Ci vorrebbe un tecnico di elettronica per spiegarcelo.
SkZ
ogni singolo pixel accumula una carica per fotone che riceve. un pixel puo' accumulare qulche centinaio di migliaio di elettroni. Poi il convertitore analogico/digitale converte il segnale elettrico in un valore digitale.
Per evitare pose molte lunghe si possono fare somme di esposizioni successive, ma e' bene fare queste somme coi i raw.

Penso che se leggi la discussione in evidenza sul rumore capirai meglio
buzz
QUOTE(Caccamo84 @ Jul 4 2009, 07:15 PM) *
Credo di non sbagliare se ti dico che il sensore è impostato a ricevere un tot di luce per creare delle immagini. sia che scatti a 30 secondi sia che scatti a 1/100,nello stesso scatto, la luce che entra alla fine è sempre la stessa.

Quello che varia è il diaframma oppure la quantità di luce presente nell'ambiente...vedi notturna!


??
puoi spiegare che vuoi dire?

QUOTE(lutzmail @ Jul 4 2009, 04:43 PM) *
Cari amici, vi chiedo aiuto per una curiosità tecnica.... come funzionano esattamente i nostri sensori nelle pose lunghe?
E' il sensore in grado di accumulare cariche elettriche in funzione del numer di fotoni che lo hanno colpito lungo tutto il tmepo di posa, oppure è la macchina che fa aquisizioni multiple durante il tempo di posa e poi le somma tutte insieme?

Grazie.


Il sensore capta i fotoni in entrata sulla superficie di ognbi singolo fotosito.
Il numero dei fotoni è pqwri alla loro quantità x unità di tempo.
Più tempo sta attivo il sensore, più fotoni vengono catturati e conteggiati.
In pratica non avviene un vero conteggio, perchè il sensore, strano ma vero, è analogico. Ovvero il materiale chimico reagente dui ogni cellula genera una tensione variabile proporzionale alla luce che lo colpisce.
In fase di "conteggio" questa tensione viene convertita in numeri, e da lì parte la trafila digitale.
Einar Paul
I sensori per macchine fotografiche (CCD, CMOS, LBCAST, FOVEON) lavorano come un pannello fotovoltaico: convertono l'energia luminosa in energia elettrica.
La produzione di energia elettrica è proporzionale alla quantità di energia luminosa che colpisce il sistema.
Il sensore della DSLR non sa quanta energia luminosa deve catturare per ogni singolo fotogramma; è l'otturatore, pilotato a sua volta dalla circuiteria dell'apparecchio che si apre e si chiude per il tempo necessario alla corretta esposizione.
Nelle pose lunghe avviene la stessa cosa che avviene nelle pose più brevi: l'otturatore si apre scoprendo il sensore e quest'ultimo raccoglie l'energia luminosa che lo colpisce attraverso l'obiettivo.
in altre parole, se programmo un'esposizione di 2 minuti, l'otturatore rimarrà aperto per quel tempo, durante il quale il sensore convertirà in corrente elettrica la luce. È evidente che, se ci troviamo in una situazione di scarso irraggiamento luminoso (tipicamente di notte) la quantità di luce convertita in corrente dal sensore (e successivamente elaborata dalla circuiteria della fotocamera) produrrà una fotografia. Se invece ci si trova in pieno sole, produrremo una foto completamente bianca, bruciata, per eccesso di luce convertita in corrente.
Le pose multiple servono in buona sostanza a minimizzare un "difetto" dei sensori (che la pellicola non presenta), cioé il surriscaldamento del wafer di silicio, soprattutto nel punto di collegamenteo con la circuiteria (i canali di scarico).
Maggiore il tempo di lavoro del sensore, maggiore il suo surriscaldamento, evidenziato da aloni violacei presenti di solito agli angoli del fotogramma.
Con la sottrazione del "dark-frame", il problema viene però annullato.

Saluti
Einar
Lutz!
Il paragone con la cella fotovoltaica mi può stare bene per il fotodiodo ma non mi è chiaro bene il dispositivo che accumulerebbe questa energia per ogni singolo fotodiodo nel tempo... trattasi di condensatori? Oppure è il fotodiodo stesso che accumula e un particolare "trigger" di scarica in fase di lettura del sensore va a scaricare l'intera energia accumulata?

SkZ
il sensore e' formato da un materiale fotosensibile che rilascia elettroni se colpito da fotoni (il fotone eccita l'elettrone e lo slega) e da una coppia di elettrodi che generano un campo elettrico al suo interno (come un condensatore). Il campo elettrico fa muovere l'elettrone liberato verso il catodo e "muove la buca" verso l'anodo. La tensione viene mantenuta per tutta la posa. poi avviene lo spostamento della carica per la lettura che avviene trasferendo la carica su un condensatore il cui potenziale viene amplificato e misurato.
Qui http://www.nikonclub.it/forum/Rumore_Segna...ale-t28854.html troverai un abuona descrizione del procedimento fatta dal buon Enzo Franchini
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