Quante volte ci siamo chiesti che cosa è per noi la fotografia e che valore essa possa avere.
A queste domande ogni persona può dare una risposta diversa ed ogni risposta sarà comunque valida e degna di considerazione.
La fotografia è Arte, Tecnica, Espressione, Rappresentazione della realtà, Ricerca, Sperimentazione, e via andare, con le più disparate definizioni, ognuna di queste vera e condivisibile.
Ma qual è il fine ultimo della fotografia? Forse ha ragione il grande fotoreporter Scianna, con la sua famosa considerazione che è doveroso riportare in queste righe per coloro (in verità pochi) che ancora non la conoscono. Scianna, dopo aver girato il mondo in lungo e in largo, aver fotografato tutto il fotografabile con grandi reportage che hanno fatto la storia della fotografia è giunto alla conclusione che “L’ambizione maggiore per una fotografia è quella di finire in un album di famiglia”.

Ebbene, consideriamo questa frase, punto di arrivo della ricerca iconografica di Scianna, come il nostro punto di partenza.

Chi fosse interessato al racconto (ed alla riflessione che speriamo ne scaturirà) può scaricare il pdf..

Le tue riflessioni mi colpiscono molto, in particolar modo perchè pochi giorni fa le stavo facendo anch'io. La dualità della fotografia che si divide fra strumento puramente espressivo e supporto dei nostri ricordi me la rende ancora più cara, più preziosa e più accativante. Grazie a te e a chi ti ha ispirato.

“L’ambizione maggiore per una fotografia è quella di finire in un album di famiglia”.

Ho appena finito di leggere un manuale di fotografia del 1925. Ci sono delle fotografie, di piccole dimensioni (il manuale ha un formato all'incirca di 10 x 15 cm).
Non sono dei capolavori, ma semplici "foto di famiglia" dell'autore. Riprendono infatti la propria famiglia nella vita in casa, durante gite, ma anche piazze e paesaggi, strade con carrozze, gente.
Vedere quelle piccole immagini mi ha affascinato e vi ho guardato come a delle "finestre" sul passato. Mi sono chiesto: "cosa avranno fatto quelle persone, finita la posa e allontanatesi dall'obiettivo? E la sera, quando si saranno sedute davanti alla tavola, cosa avranno mangiato? Cosa si saranno detto? Quali piccole gioie, quali crucci portavano nel cuore?".
Quelle foto sono state per me una specie di macchina del tempo. Era come essere lì, presente per una frazione di secondo ad un evento di tanti anni fa, fissato per un istante e che poi è continuato lontano dai miei occhi.
La fotografia è anche questo!
Un saluto
Enrico

Ho appena finito di leggere un manuale di fotografia del 1925. Ci sono delle fotografie, di piccole dimensioni (il manuale ha un formato all'incirca di 10 x 15 cm).
Non sono dei capolavori, ma semplici "foto di famiglia" dell'autore. Riprendono infatti la propria famiglia nella vita in casa, durante gite, ma anche piazze e paesaggi, strade con carrozze, gente.
Vedere quelle piccole immagini mi ha affascinato e vi ho guardato come a delle "finestre" sul passato. Mi sono chiesto: "cosa avranno fatto quelle persone, finita la posa e allontanatesi dall'obiettivo? E la sera, quando si saranno sedute davanti alla tavola, cosa avranno mangiato? Cosa si saranno detto? Quali piccole gioie, quali crucci portavano nel cuore?".
Quelle foto sono state per me una specie di macchina del tempo. Era come essere lì, presente per una frazione di secondo ad un evento di tanti anni fa, fissato per un istante e che poi è continuato lontano dai miei occhi.
La fotografia è anche questo!
Un saluto
Enrico

Quoto Enrico, mi ha tolto le parole dalla tastiera...

Ciao.

Bellissimo spunto di riflessione.

Mi ritrovo molto nella frase di Scianna da te citata.

Per il momento ti Ringrazio per lo spunto e per aver condiviso con noi, oltre che i tuoi pensieri, anche un pezzetto dei tuoi ricordi e mi ripropongo di intervenire in questa affascinante discussione, in maniera più meditata, più in là.

Buone foto

Fabrizio