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Batterie Stilo Ricaricabili
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Tony_@
Messaggio: #26
Tranquillo Luciano, ho letto volentieri la Vostre righe che, tra l'altro, mi rispolverano concetti che, conosciuti e/o intuibili con un po' di ragionamento, è sempre bene tenere presenti.

C'è stato un periodo nella mia vita in cui ero attivo come radioamatore (IK2 IQN) che mi relazionavo con altri esperti in elettronica e, avendone io stesso interesse, mi cimentavo in autocostruzioni obbistiche, nonché di alimentatori e caricabatterie per ponti ripetitori che dovevano rimanere sempre accesi in caso di interruzione di rete 230 volts c.a. perché usati spesso dalla protezione civile.
Ma quelle erano batterie al piombo ed erano altri tempi smile.gif
Li ricordo con piacere.

Un salutone anche a te, a Lucio e a tutti gli altri,
Tony.
Luciov
Messaggio: #27
Grazie Tony,
ricambio il tuo saluto e ne approfitto per farti i miei auguri di Buon Natale.
rolleyes.gif
Roberto Raggi
Messaggio: #28
Panasonic eneplo costano un pochino ma sono le migliori
F.Giuffra
Messaggio: #29
Cari amici, compagni di passione,
non sono un tecnico ma un medico ammalato di sb Nikon e perciò oso dare qualche consiglio pratico su come potenziarne la carica.

Un metodo è comprare una batteria da antifurto da 6v, ce ne sono di infinite dimensioni e quindi capacità ma pure peso ed ingombro. Bisogna fare con un cavo un collegamento con due false pile da inserire nei flash, magari si possono mettere degli attacchi rapidi, interruttori, una custodia da pochi euro da compattina, ecc.
Il vantaggio è che si può avere una carica virtualmente illimitata, basta scegliere un “mattone” della dimensione necessaria, si può piazzare il flash con una batteria idonea in un punto magari scomodo, come in alto su un palo di una sfilata, e dimenticarsene potendolo comandare a distanza senza dover andare più a cambiare le batterie. Costa poco. Lo svantaggio è che non ha un condensatore ma sfrutta quello del flash che alla lunga si SCALDA. Richiede l'acquisto di un suo caricatore, poco costoso.

Un altro metodo più professionale è comprare un dispositivo che ha creato la Nikon anni fa, una scatoletta che contiene 8 batterie supplementari con un cavo che si collega alla presa tripolare anteriore del SB.
Il vantaggio è che è relativamente piccolo, poco più grande i 8 batterie AA, ha la possibilità di aggancio sotto la camera con la presa per il cavalletto oppure grazie ad una custodia in dotazione alla cintura dei pantaloni, per non appesantire la camera, o dove si vuole. Non elimina le 4 batterie interne ma le affianca e sopratutto ha un condensatore suo perciò non sfrutta quello del flash che scalda meno e può fare più raffiche. Il tempo di ricarica tra gli scatti ne giova quanto la durata, non richiede di fare cavi strani col fai da te, si può ricaricare facilmente con altre batterie AA, se lo si vuole lasciare in un posto scomodo si può alimentare con della batterie da antifurto, come nel caso precedente ,abbinando i due sistemi assieme.
Lo svantaggio è che il modello Nikon ha un costo considerevole ed infatti i cinesi lo hanno subito clonato con successo, non essendo un dispositivo dalla grande complessità tecnologica, rendendolo accessibile a tutti.

Messaggio modificato da F.Giuffra il Dec 22 2019, 09:35 PM
Tony_@
Messaggio: #30
Quello delle batterie al piombo è il metodo che usavo con il mio Metz CT4 a torcia; allora avevo batterie da 8 volt pb gel di Accu Italia che andavano alla grande sia con il flash che per i palmari ricetrasmittenti.
Ora uso (ne sono sempre ben fornito) batterie dello stesso tipo da 12 volt per gli illuminatori a LED in luce continua e per nmila altre applicazioni sia in ambito fotografico che per altro, tra cui gruppi di continuità, illuminazione a LED in campeggio, ecc.
Quando mi serve tensione inferiore mi creo qualche accrocchio e me la stabilizzo a 9, 8, 6, 5 ... ecc. volts con dei regolatori di tensione.
Per gli speedlight non uso più quel sistema per una questione di comodità e perché quasi mai vado di flash a raffica ... però rimane una strada percorribile (quella della batteria pb) qualora occorra.
Per ora uso Eneloop e son contento, unico lato negativo è quello dell'effetto memoria se non si scaricano a fondo, effetto meno marcato che nelle Ni-CD ma da tenere in considerazione.

Buone feste a tutti e alle prossime Isola.gif ,
Tony.
F.Giuffra
Messaggio: #31
Ho sempre preso quelle dalla potenza nominale maggiore, pensando fossero migliori, anche se più costose, e verificate con il Lacrosse che nelle marche serie di solito conferma abbastanza i valori dichiarati, mai nelle pile senza marca che dichiarano valori assurdi.

Poi ho cominciato a nutrire dei dubbi quando ho letto che per avere maggior amperaggio riducono la riserva di catodo rendendo minore la vita delle batterie, cioè che dopo un minor numero di cicli perdono capacità. Non so se perdano carica dopo un inutilizzo minore.

Qualcuno ha delle conoscenze in merito da condividere?

Grazie a tutti.
fullerenium2
Messaggio: #32
Ma com’è che i radioamatori finiscono sempre ad occuparsi anche di fotografia? Se non sbaglio anche Elio lo era.
Ero nella zona IK6 ... ma non ho mai preso il patentino perché ero appena adolescente ma piratavo nella banda dei 10 metri in USB con collegamenti internazionali e mi piaceva fare SWL sulla 2 metri e 40 metri (o giù di lì) con antenne (tipo dipolo) e radio di fortuna.
A suo tempo non c’era internet o le chat ed avevo trovato un modo per “viaggiare” messicano.gif
Ma c’era già chi trasmetteva dei piccoli pacchetti di informazioni packet radio via etere alle BBS... e mi sembrava roba fantascientifica con quei VIC20 :-)

Dopo questa divagazione, chiedo a Giuffra se con i suoi flash riesce a fare delle raffiche usando le normali batterie eneloop. Io col vecchio SB28 la raffica di fleciate alla fotoreporter non sono mai riuscito a farle. Dipende dalle mie pile che non erogano potenza in fretta, dal flash che è vecchio o perché la potenza di emissione del lampo è forte?
sarogriso
Messaggio: #33
So bene che il titolo della discussione era riferito alle stilo ma non volevo aprire una ulteriore discussione visto che sempre si tratta di batterie ricaricabili per uso fotografico,
in questo mio caso visto che la discussione è frequentata da esperti in materia vorrei se fosse possibile qualche chiarimento relativo alle CR-123 ovviamente ricaricabili, da un po' di anni ne uso una decina e precisamente le Uniross 600 mA - 3V con i suoi caricabatterie originali e devo dire che sono durate parecchi anni ma ora cominciano a perdere efficenza,

trovarle identiche ho visto si fa fatica e sul sito della casa manco ci sono più mentre sui vari negozi on-line si trova di tutto e di più ma i miei dubbi arrivano dal voltaggio dichiarato, ci sono modelli con dichiarati i 3V e altre i 3,7 V, quelle ricaricabili con meno amperaggio mentre quelle usa e getta con amperaggi ben maggiori,

anche le mie originali Uniross sono marcate 3V ma dopo caricate misurano 3,75V ( misurate con voltmetro digitale esatto ), ora i miei dubbi sono: quelle da 3V sono uguali a quelle con dichiarati i 3,7V oppure se poi prendo quelle da 3,7V dopo caricate me le ritrovo oltre i 4V?

in pratica le ho sempre usate da anni dentro il nikon SU-800 e dentro gli SB-R200 dove il manuale specifica appunto di usare le CR-123 da 3V ma gli 0,7V in più che ho sempre immesso non hanno mai fatto alcun danno ma non vorrei che superando ipoteticamente i 4V arrivasse qualche fumata rolleyes.gif , se qualcuno avesse magari caricato di quelle con dichiarato i 3,7V potesse dare una occhiata al voltaggio reale mi farebbe un grosso favore visto che di quel voltaggio in commercio ce ne sono parecchie, i miei dubbi nascono dal fatto che per entrambi i voltaggi dichiarati viene riportata sempre la stessa sigla CR-123 alcune con una A finale ma che non le separa per il differente voltaggio.

Grazie per le eventuali informazioni.

Ciao

Saro
Luciov
Messaggio: #34
Ciao Saro,
una cella al litio presenta una tensione nominale di circa 3.7V che scende a 2.8-3.0 quando è scarica mentre sale 4.0 quando è carica.
Non ho mai utilizzato le CR123 con o senza la A finale ma posso dire qualcosa di "pratico" circa le CR2:
[
  • CR2 Beghelli: 3.7 volt nominali 260mAh, cariche arrivano a 4.0
  • CR2 Ultrafire: 3.7 V 800mAh, cariche arrivano a 4.0
  • CANON NB-6L: 3.7V 1000mAh (equipaggiano una compatta), cariche arrivano a 4.0
Le prime due le ho utilizzate su una F75 (due in serie = 8.0V completamente cariche) e NON è mai successo niente.
C'è anche da aggiungere che misurandone la tensione "a vuoto" con un voltmetro digitale (elevata impedenza di ingresso) ne misuriamo la "differenza di potenziale" (d.d.p).; se potessimo fare la misura sotto carico, detta "forza elettro-motrice" (f.e.m), probabilmente misureremmo qualche mV in meno in virtù del fatto che, sotto carico, vi è una leggera caduta di potenziale dovuta alla corrente circolante.
In conclusione starei tranquillo rolleyes.gif
Colgo l'occasione per augurare buon 2020 smile.gif
sarogriso
Messaggio: #35
Grazie Luciov per la interessante spiegazione,
leggendo il riferimento al voltmetro digitale per curiosità ho provato ha leggere la tensione su una stessa batteria con un voltmetro ad ago che avevo messo via da parecchi anni, il classico vecchio Microtest della ICE tongue.gif che però funziona ancora bene, quest'ultimo da una lettura di 0,2 V inferiore rispetto al digitale e l'ago è correttamente azzerato,
allora dopo le rassicurazioni prenderò sicuramente delle CR-123 indirizzandomi solo sulla bontà.

Ciao e buon fine anno. Pollice.gif
Luciov
Messaggio: #36
Pollice.gif
Il tester ad ago utilizza una galvanometro: misuratore di corrente basato su una bobina mobile immersa in un campo magnetico generato da un magnete statico (calamita) il cui movimento è contrastato da una mola di richiamo opportunamente tarata.
Quando nella bobina scorre corrente si crea un altro campo magnetico che si sovrappone a quello statico, l'effetto è una rotazione del sistema bobina-ago calettato sull'asse della stessa. La punta dell'ago fornisce la lettura su una scala graduata.
La bobina, però, assorbe una piccola corrente, tanto piccola quanto più è piccola la sua impedenza. Nei tester analogici si parla ohm/volt per indicare appunto l'impedenza della bobina ovvero la sua capacità di perturbare la misura. Essa deve essere molto elevata, al limite infinita (se fosse infinita la bobina non assorbirebbe corrente e quindi non si muoverebbe però… hmmm.gif )
Io ho un vecchio ma pur sempre giovane ICE 680R la cui impedenza è 20000ohm/Volt. Significa che per ogni volt misurato la bobina presenta una resistenza di 20000ohm e quindi vi scorre una corrente di 1/20000 ampere. I tester digitali hanno impedenza d'ingresso dell'ordine di 1-10 megaohm quindi perturbano meno la misura. In questo senso sono più precisi.
Gran parte della precisione del tester a lancetta (analogico) dipendeva dalla bravura del misurista: lancetta correttamente a "zero" in posizione di riposo, misura eseguita con un occhio solo traguardando la lancetta con la sua immagine riflessa nello specchio sottostante (per evitare errore di parallasse), capacità di apprezzare la mezza divisione di scala.
Le ossa me le sono fatte sul tester analogico, ora gli affianco un moderno FLUKE ma l'analogico ha ancora il suo fascino e in certi casi mi è indispensabile. Stessa nostalgia della pellicola.
Lucio

sarogriso
Messaggio: #37
QUOTE(Luciov @ Dec 30 2019, 05:28 PM) *
Gran parte della precisione del tester a lancetta (analogico) dipendeva dalla bravura del misurista: lancetta correttamente a "zero" in posizione di riposo, misura eseguita con un occhio solo traguardando la lancetta con la sua immagine riflessa nello specchio sottostante (per evitare errore di parallasse), capacità di apprezzare la mezza divisione di scala.
Le ossa me le sono fatte sul tester analogico, ora gli affianco un moderno FLUKE ma l'analogico ha ancora il suo fascino e in certi casi mi è indispensabile.

Ricordi di anni passati a scuola, tanti. cool.gif
fullerenium2
Messaggio: #38
... che carini, grazie per i consigli grazie.gif
Tony_@
Messaggio: #39
QUOTE(Luciov @ Dec 30 2019, 05:28 PM) *
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Il tester ad ago utilizza una galvanometro: misuratore di corrente basato .......
....... Le ossa me le sono fatte sul tester analogico, ora gli affianco un moderno FLUKE ma l'analogico ha ancora il suo fascino e in certi casi mi è indispensabile. Stessa nostalgia della pellicola.

Lucio, che piacere leggere le tue righe (!!!) mi sembra di tornare indietro di alcuni decenni quando con i miei 2 (ancora funzionanti) ICE 680R (quinta e sesta serie) mi cimentavo in circuiterie allora fatte di resistenze, condensatori, diodi, trasformatori, regolatori di tensione e/o corrente, ecc, ecc.
Gli integrati multipin erano ... roba da professionisti e poco venivano usati dai comuni mortali come me.
Ho ancora anche un ICE 680G e un Wattmetro da usare in abbinamento agli anzidetti tester analogici.
..... ma ora anch'io uso spesso tester digitali senza abbandonare le vecchie (funzionanti) reliquie.

Tanto di cappello Lucio, spiegazione da urlo sugli analizzatori universali "a lancetta" smile.gif ; rispolverare le memorie piacevoli del passato fa bene all'anima e al corpo.

Grazie !!!
Tony.

PS: colgo l'occasione per augurare un FELICE ANNO NUOVO A TUTTI Pollice.gif Pollice.gif
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