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Cosa O...con Che Cosa?
una giovane fotografa...
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nuvolarossa
Messaggio: #26
QUOTE
Che poi una parte del processo possa essere affidata "a terzi" mi sembra cosa talmente ovvia che sono convinto che tra un po', proprio grazie alla crescente complessità dei processi, nascerà la figura dello sviluppatore digitale al quale molti potranno afifdare i files grezzi affinchè "li sviluppi" al meglio, evitando a molti digitalistii: a) pedite tempo b ) frustrazioni c) spese ingenti in hardware e software, e ridando a loro la grande soddisfazione di sentirsi Fotografi!!! E se qualcuno mi ruba l'idea

E qui caro Doctor, mi sa che arrivi in ritardo..... rolleyes.gif
Qui da me c'è già chi lo fa... C'è un "guru" di photoshop, che in realtà bravo lo è veramente tant'è che con le sue conoscenze ha messo in difficoltà la Santoni durante uno dei suoi workshop, che si fa affidare i files raw dai vari fotografi della zona e glieli "sviluppa".
A forza di essere bravo con la postproduzione ha finito per diventare anche un bravo fotografo, ma questa è un'altra storia!.....
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #27
QUOTE
non mi sta bene considerare lo sviluppatore (e lo stampatore) solo un "ammennicolo".

Ariaridaje! O! ma dove ho scritto una castroneria simile o da dove l'hai dedotta? laugh.gif
Proprio a me dici una cosa simile? Sai benissimo che ho fatto della stampa una passione a sé stante. Proprio per questo però io (perdona l'ardire tongue.gif ) non ho paura della definizione di fotografo. Che poi questo arrivi a vette eccelse dell'arte o resti nell'ambito dei fora più o meno caserecci, poco mi importa. Che sei timido? NON MI PARE! Ma...ad ognuno il suo, oggi come in passato.

QUOTE
. Le "pellicoline" impressionate se non sono "sviluppate" sono solo pezzi di plastica con cui al massimo ci fai un paio di bretelle.

Guarda Doc che spessissimo, le bretelle, ce le fai anche dopo sviluppate! biggrin.gif Proprio per questo continuo a pensare che se non c'è niente dentro la foto, è inutile parlare di fotografia: cestino solido per le mancate bretelle, cestino virtuale per i file incartellati.

QUOTE
fino magari ad arrivare alla scelta consapevole del formato RAW che cosente la reversibilità di buona parte dei processi interni di "sviluppo

Bravo! Quello che si fa ora a posteriori con il formato RAW lo si faceva prima con la scelta consapevole della pellicola e poi con uno sviluppo ad hoc. Tutto questo però è di una ovvietà disarmante e continuo a dire, che c'entra questo col tema di fondo? E' il cosa che ci deve interesare o non piuttosto con il che cosa?

QUOTE
Ecco! La "preoccupazione" nasce proprio dalla mancanza di padronanza. Come quando si impara a guidare l'automobile. I pischelli guardano i pedali del freno e della frizione mentre chi ha imparato guarda la strada... "quelli che....." guardano il navigatore sono i digitalisti dell'ultima ora...

laugh.gif ...non vuoi capire. Io non guardo quasi mai neanche l'esposimetro. Dopo un quarantina d'anni o forse più che scatto in manuale, tempi e diaframmi credo mi vengano spontanei come cambiare marcia. Lo stesso, ti assicuro anche davanti a PS. Questo però, continuo (da impunito tongue.gif) a dire e pensare che se nella foto non c'è niente...hai voglia a smanettare o a tentare conversioni complete o parziali!

Vabbuò, finisco qui, con un saluto confraterno... alla n+1

P.S. Scusa se ho messo "poche" faccine ma c'è il limite di faccinerie
walter55
Messaggio: #28
QUOTE(Claudio Orlando @ Jul 28 2009, 06:03 PM) *
Ariaridaje! O! ma dove ho scritto una castroneria simile o da dove l'hai dedotta? laugh.gif
Proprio a me dici una cosa simile?


Sì.. vabbè... canta Napoli! Ma stai diventando Claudiorlandocentrico? laugh.gif Ma chi ha mai detto o pensato di rivolgere questo "pensiero" a te, o di controbbatterlo ad una tua idea? E' un'affermazione. Punto e basta. E mi sembra che sei pure d'accordo. Mi scuso solo con tutti se possa avere indotto involontariamente un noioso e maleducato OT. huh.gif

Tornando al "cosa e al come" ripeto che è quasi tedioso affermare che (almeno in alcuni ambiti della fotografia - e lascio con piacere ad altri l'onere di decidere su quale di questi piazzare la "effe" maiuscola o minuscola) è più importante il "cosa" che il "come". Sto solo tentando - faticosamente - di dire che "il come" non dipende solo dallo scatto ma da un intero processo in cui, che lo si voglia o meno, e che lo si sappia o meno, la tecnologia (fin dal modo in cui si praticava il foro stenopeico) fa sentire il suo peso determinante. Se il "come" è usato male anche il "cosa" viene male... anche se poi qualcuno magari le chiama... sperimetazioni ... artistiche.

Sento anch'io il limite delle faccine... perciò qui mi fermo e .... aspetto sabato.... tongue.gif
PAS
Messaggio: #29
QUOTE(walter55 @ Jul 28 2009, 09:05 AM) *

A tal proposito mi soffermo (e chiedo scusa) proprio sul fatto che lo scatto digital porta in se anche una parte dello "sviluppo" che viene affidato (per molti inconsciamente) al software interno della macchina. Nella digitale si compie una parte determinante del processo successivo allo scatto, e già il saperlo può consentire un approccio più corretto alla digigrafia, fino magari ad arrivare alla scelta consapevole del formato RAW che cosente la reversibilità di buona parte dei processi interni di "sviluppo". Che poi la macchina possa in alcuni casi "ragionare" meglio del digitalista è altro discorso.


Mmmm! hmmm.gif
Carissimo Wally, temo che qui occorra qualche distinguo:
1 - Ciò che fa il sw della macchina “inconsciamente” per chi la usa non fa parte del processo razionale della produzione dell’immagine appunto perché “inconscio” (monsieur Jacques de La Palice).
Esso serve per lo più a correggere comportamenti “ribelli” della foto-elettronica, tentando di equalizzarli all’umana percezione visiva.

Per quanto riguarda ciò che invece il sw fa con piena coscienza (si spera!) di chi usa la macchina va suddiviso in due parti:
2 - Una parte interviene anche sull’hw sostanzialmente per ottimizzare il file prodotto tramite parametri quali: Esposizione, W.B., D-lighting, etc). Sbagliando la programmazione di questi parametri ne risulterebbe spesso un file da buttare. (Un po’ come si buttava la pellicola da 400 ASA quando ci si dimenticava l’esposimetro tarato a 50)

3 - Una seconda parte riproduce “on camera” tramite i controlli immagine una serie di elaborazioni possibili anche successivamente in post produzione con analoghi (o forse migliori) risultati.
Forse solo questa parte può essere posta in analogia con il vecchio sviluppo della mai dimenticata pellicola ma in quanti la usano?

Ma a mio parere è comunque un’analogia un po’ stiracchiata perché ritengo che la principale preoccupazione del digitalista sia sempre più quella di ottenere un file pienamente elaborabile, ovvero privo di saturazioni ed aberrazioni non recuperabili in postproduzione.
Poi seduti al computer si farà il resto.
La postproduzione è una fase sempre più ineluttabile.

Anche nel digitale, come nella vecchia mai dimenticata pellicola, penso si possano distinguere nettamente i due momenti topici:
La fase di scatto, con il ruolo determinante dell’occhio fotografico dell’esperienza e dell’abilità, della rapidità di chi preme il pulsante.
La fase di produzione dell’immagine con la valorizzazione (ed anche la correzione) di ciò che lo scatto ha carpito. Più o meno come si faceva in c.o.


QUOTE(walter55 @ Jul 27 2009, 10:29 PM) *

Che poi una parte del processo possa essere affidata "a terzi" mi sembra cosa talmente ovvia che sono convinto che tra un po', proprio grazie alla crescente complessità dei processi, nascerà la figura dello sviluppatore digitale al quale molti potranno afifdare i files grezzi affinchè "li sviluppi" al meglio, evitando a molti digitalistii: a) pedite tempo b ) frustrazioni c) spese ingenti in hardware e software, e ridando a loro la grande soddisfazione di sentirsi Fotografi!!! E se qualcuno mi ruba l'idea ..... messicano.gif


In teoria sì, ma la prendo come provocazione.
Ritieni verosimile conquistarti uno scatto in condizioni che hai ritenuto uniche ed irripetibili e poi dare il file in pasto allo “sviluppatore digitale” che ne decida la postproduzione a suo piacimento?

Certo questo accadeva con la pellicola, quando la si portava al laboratorio, ma era per lo più il percorso che seguivo quando facevano due rullini di foto al compleanno del figlioletto per arricchire l’album dei ricordi.


Messaggio modificato da PAS il Jul 28 2009, 09:17 PM
margior
Messaggio: #30
QUOTE(Claudio Orlando @ Jul 25 2009, 09:57 AM) *
...Rosa Pugliese, dice la sua in un intervista a Sguardi online.
Ho estrapolato alcune frasi perchè le trovo molto attinenti al mondo della fotografia in generale e a questo Forum in particolare.


Ciao,
aggiungo qualche osservazione, se non ti dispiace.

E' condivisibile e ampiamente documentato dalla sua storia il paradigma di fotografia come sguardo, ma la Pugliese avendo più forse un taglio da reporter, non cita un aggettivo accompagnabile al soggetto: pittorico. Cioè la fotografia può aggiungere al puro sguardo anche una dimensione pittorica. La fotografia come sguardo anche pittorico (l'uso della luce) ci restituisce un'immagine un poco più completa di questa pratica.

Un aspetto decisivo del discorso della Pugliese è là dove si parla di "fotografia 2.0", ovvero si nota come l'accesso alla pratica si sia rivoluzionato in pochi anni. Il puro investimento economico strumentale può essere considerato "irrilevante", ma aggiungerei, aspetti ben più decisivi, può essere "irrilevante" il costo di diffusione dell'informazione fotografica e può essere "irrilevante" il costo di accesso all'informazione fotografica. Uso un termine di cui si è in anni recenti abusato, ma che è ciò che stiamo vivendo, "new ecnomy": indubbiamente la rivoluzione digitale della new economy ha avuto un impatto notevole sull'accesso alla fotografia e alle possibilità di circolazione delle informazioni fotografiche. Non voglio andare oltre nello sviluppare questo punto, così ricco di implicazioni.

Infine un'ultima osservazione sul lato "marketing" del discorso. I piani di marketing di una SBU di Nikon, a un livello strategico "alto" possono occuparsi anche dello "sguardo pittorico", poi però operativamente devono fare i conti con le richieste degli azionisti, muovendosi sui terreni più tradizionali di difesa o conquista di market share come già osservato da altri.
Anche questo forum è parte di un piano di marketing strategico e operativo, quindi piuttosto che dolersi o stupirsi di alcuni contenuti patologicamente spostati sul versante "tecnico/tecnologico" può essere molto più stimolante analizzare una "case history" decisamente interessante.

Ciao







cuomonat
Messaggio: #31
La poesia della fotografia dovrebbe risiedere nello sguardo curioso, un po' speciale di colui che preme il polpastrello su quel tastino nero dal suono delizioso. Nello sguardo, per dirla con le parole di Margaret Bourke-White, «di chi riesce ad andare sempre un po' più in là, dove gli altri tirerebbero dritto».

Scusate ma è talmente ovvio!

Tutti adorano il suono del click, l'hanno messo pure sulle compattine e sui cellulari dove non c'è nulla di meccanico a generarlo.

La delusione arriva al momento di visionare il risultato, possibilmente con sguardo critico e competente, nel momento in cui si va a valutare se ciò che si è visto "oltre" sia visbile in maniera tecnicamente e stilisticamente efficace, interessante anche per gli altri.

E se non lo è? Ci sarà un modo per migliorare le proprie capacità comunicative, con il mezzo fotografico, magari passando per l'approfondimento tecnico/culturale?

Per esempio: come vanno di moda i cieli blu intenso pascolati da nuvolette candide che proiettano ombre su distese di girasoli vermigli staglianti da lussureggianti steli verde pistacchio.

La corsa ad aprie gli exif, ad indovinare che ND o GND, se c'è il pola, quanta HD e PP, che filtro Nik, Viveza ecceteraeccetera............ scatta una frazione di secondo dopo aver effettuato la ricognizione della foto, nel suo insieme, fatto di ammiccamenti compositivi e linguistici, più o meno compiacente.

Altri esempi si possono fare, anche per altri stili, ma non voglio togliere spazio.

Comunque sia è la solita storia "uovo-gallina" che si ripete.

Ciò che non capisco è perché i colti si accaniscono tanto contro quelli che, meno attrezzati culturalmente tentano di colmare il gap attrezzandosi tecnicamente: prima o poi diventeranno colti pure loro e avranno finalmente qualcosa da ridire e forse meglio della ormai vecchia e decrepita Puglese. messicano.gif

Insomma gli intellettuali sono pochi in confronto alla massa, com'è naturale che sia, per definizione, aggiungo; ma i numeri per consentire la crescita tecnologica chi li fa, i pochi o i molti?

Non sarebbe meglio che quelli bravi spendessero parole per condividere la propria visione artistica anzicché venire a dire cosa "non" comprare per fare belle foto possibilmente meno delle loro?
cuomonat
Messaggio: #32
QUOTE(cuomonat @ Jul 30 2009, 03:01 PM) *
...
Non sarebbe meglio che quelli bravi spendessero parole per condividere la propria visione artistica anzicché venire a dire cosa "non" comprare per fare belle foto possibilmente meno delle loro?

Indubbiamente interessante spiegare la propria visione appunto, e tentare di spiegarne anche la vocazione ove possibile.

La non conoscenza approfondita e "colta" della tecnica e del mezzo fotografico rende perfino impossibile parlare di fotografia.

Segnalo una lettura: Un'autentica bugia, Michele Smargiassi.

"...il volume spiega “come” la fotografia abbia saputo mentire nella storia (in modo volontario e involontario), come la catena di decisioni umane e “inconscio-tecnologiche” che produce un’immagine implichi inevitabilmente un’alterazione della realtà percepita.".
 
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