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In Una Fotografia, Quanto Conta Il Cosa E Quanto Il Come?
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enrico
Messaggio: #1
Cari amici,
in Australia questa foto ha vinto il primo premio.
Un colpo di fortuna per la fotografa: la leonessa dorme ed un uccellino le saltella addosso senza alcun timore. L'immagine è significativa per il contrasto fra i due soggetti.
D'altra parte, da un punto di vista prettamente fotografico, l'immagine non ha nulla di eccezionale: chiunque fosse stato lì avrebbe potuto scattarla.
Ed ora la domanda:
"Quanto conta in una foto il cosa e quanto il come?"
Un saluto
Enrico

Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
marcelus
Messaggio: #2
a supporto di questa discussione mi permetto di aggiungere questo ritratto di arnold newman che ritrae marilyn monroe

IPB Immagine
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #3
Fotogenicità(si dice?) del soggetto = 35%
Fortuna=40%
Bravura=25%

E' brutto da ammettere ma se si sta fotografando un paesaggio brutto o un soggetto non fotogenico (genericamente parlando), puoi essere bravo quanto vuoi ma la foto difficilmente verrà bella (almeno che non si trovi un compromesso originale che la renda interessante).
Se il paesaggio o soggetto sono fotogenici ma si ha la sfortuna di trovare brutto tempo o altre rotture simili, il problema si ripropone.
Se le condizioni sono ottimali ma si è scarsi, meglio tornare a casa e leggersi un libro di fotografia =)


Niccolò

Messaggio modificato da vittorinobonfa il Oct 26 2008, 09:11 PM
buzz
Staff
Messaggio: #4
Enrico, sei meglio di me che il discorso è molto complesso.
Dipende dal grado di cultura di chi guarda la foto.
Un tecnico controlla la messa a fuoco, il mosso, la nitidezza generale, i colori, l'equilibrio della composizione e quello cromatico.
L'artista invece guarda il messaggio.
Non importa sela foto è sfocata, storta, mossa, con colori falsati. E' importante il messaggio che invia a chi la guarda.

Nel caso della leonessa e l'uccello, è il famoso colpo di fortuna a trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Se capita ad un fotografo con cellulare di immortalare l'attentato alle torri gemelle, o peggio qualcosa di isolato, diventa famoso e vince qualche premio, pur non essendo mai stato fotografo.
Però questo non vuol dire che è bravo.
enrico
Messaggio: #5
Non credo che la fotogenicità del soggetto (il cosa) sia fondamentale.
In questa foto, non si può dire che il soggetto sia bello, eppure la foto lo è.
Enrico
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
enrico
Messaggio: #6
Ciao Buzz e ben risentito.
Sì. è complesso, ma riflettere più in profondità sulla Fotografia non può che far bene. Per questo, fra le tante sezioni del forum, è Temi quella che amo di più.
E' vero, il discorso porta su di un terreno scivoloso. Il come può essere inteso nel senso negativo di pittorialismo, il cosa di documentarismo. In ogni immagine c'è un cosa ed un come. Il soggetto e l'autore. Una foto riuscita perchè ha colto un "cosa" interessante può portare a credere che in fondo la fotografia sia un atto meccanico e ciò che conti è l'avvenimento, quindi il cosa.
Un soggetto banale, insignificante, può dare origine ad un capolavoro fotografico? Credo che l'argomento possa essere stimolante.
Buona serata
Enrico
botbot
Messaggio: #7
la questione è semplice...
direi che il "cosa" è senz'altro più importante.... senza dubbio.
il "come" deve essere solo funzionale al "cosa".
cosa ce ne facciamo di foto tecnicamente perfette ma che non comunicano niente?
A.Adams (che di "come" se ne intendeva parecchio) diceva: non c'è niente di più irritante di una fotografia perfettamente a fuoco di un concetto sfocato... - cito a memoria.

ciao!


enrico
Messaggio: #8
Ciao BotBot.
Bella la citazione di Adams. Sicuro però che la cosa più importante sia il cosa?
L'oggetto (gli oggetti) fotografato può essere come la creta nelle mani dello scultore. Può assumere un significato che in sè non ha. Diamo una occhiata a queste immagini:




Immagine Allegata

Immagine Allegata



Immagine Allegata


Il significato di queste due immagini non è quello delle cose rappresentate. E' altro e dipende dal "come" il fotografo le ha messe in relazione. Una relazione che nella realtà esse non hanno.
I rispettivi titoli sono, mi pare, "Innesto" e "Malizia".

Ancora più interessante è quest'altra:


Immagine Allegata


L'immagine ci parla di due anziani genitori in visita alla tomba del figlio. Ma siamo sicuri che la tomba in primo piano sia la meta dei due? Nella realtà magari i due signori (che potrebbero non aver avuto figli) stanno recandosi altrove. Ma è il fotografo che ha messo in relazione gli elementi della foto per dar loro un preciso significato. Il "come" fa dire al "cosa" ciò che vuole il fotografo, anche se il "cosa" molto probabilmente è diverso. Ma conta il "cosa?" o il messaggio che l'autore, attraverso il "come" ci ha voluto lasciare?
Enrico
P.Pazienza
Messaggio: #9
QUOTE(enrico @ Oct 26 2008, 09:26 PM) *
Non credo che la fotogenicità del soggetto (il cosa) sia fondamentale.
In questa foto, non si può dire che il soggetto sia bello, eppure la foto lo è.
Enrico


sono daccordo ma non si deve confondere la fotogenicità con la bellezza, almeno non con il concetto convenzionale di bellezza, e i relativi canoni e stereotipi...

infatti, credo che uno dei meriti più grandi della fotografia è stato proprio quello di averci permesso di guardare il mondo con occhi nuovi: di mostrare a tutti come appare la realtà una volta fotografata... e i risultati non smetteranno mai di sorprenderci.
Questo dipende sia dal come che dal cosa che devono coesistere nella foto e trovare il giusto equilibrio ma sono più propenso a credere che l'apporto del fotografo (il genio? ) spesso sia determinante.

Non sono pochi i casi in cui un soggetto insignificante e banale ha dato vita a veri e proprio capolavori indiscussi della fotografia, sto pensando a tantissime foto di Atget oppure ai famosissimi mazziconi di sigaretta di Irving Penn ad esempio...

discussione molto interessante wink.gif
UmbertoBellitto
Messaggio: #10
QUOTE(enrico @ Oct 26 2008, 11:23 PM) *
Ciao BotBot.
Bella la citazione di Adams. Sicuro però che la cosa più importante sia il cosa?
L'oggetto (gli oggetti) fotografato può essere come la creta nelle mani dello scultore. Può assumere un significato che in sè non ha. Diamo una occhiata a queste immagini:

Immagine Allegata

Immagine Allegata



Immagine Allegata


Il significato di queste due immagini non è quello delle cose rappresentate. E' altro e dipende dal "come" il fotografo le ha messe in relazione. Una relazione che nella realtà esse non hanno.
I rispettivi titoli sono, mi pare, "Innesto" e "Malizia".

Ancora più interessante è quest'altra:


Immagine Allegata


L'immagine ci parla di due anziani genitori in visita alla tomba del figlio. Ma siamo sicuri che la tomba in primo piano sia la meta dei due? Nella realtà magari i due signori (che potrebbero non aver avuto figli) stanno recandosi altrove. Ma è il fotografo che ha messo in relazione gli elementi della foto per dar loro un preciso significato. Il "come" fa dire al "cosa" ciò che vuole il fotografo, anche se il "cosa" molto probabilmente è diverso. Ma conta il "cosa?" o il messaggio che l'autore, attraverso il "come" ci ha voluto lasciare?
Enrico


Piccola divagazione.

Molto bello questo esempio,l'ultimo in particolar modo, aperta parentesi :( complimenti per i post che apri sempre MOLTO interessanti) .
Mi è sorta una domanda vedendolo.
secondo te un fotoreporter, che fa fotoreportage......dovrebbe rappresentare gli eventi nella loro realtà, e quindi fare lavoro da buon documentarista, oppure (come nell'ultimo caso che hai postato) reinterpetarle secondo le sue intenzioni comunicative, e quindi creative?
cito l'esempio di chi fa reportage non a caso.
E l'artista fotografo invece, che con la sua arte vuole comunicare qualcosa?
ma allora il fotoreporter "documentarista" per definizione, può avere ambizioni artistiche?

Citazionen° 1: " Io sono uno che dice sempre la verità, anche a costo di mentire"
citazione n° 2 "Tutti i libri di storia che non contengono menzogne sono mortalmente noiosi"
Citazione n°3 "Ama l'arte; fra tutte le menzogne è quella che ancora mente di meno"


Gustave Flaubert



enrico
Messaggio: #11
Ciao P. Pazienza, ciao Deadstar,
il fotoreporter deve produrre dei documenti nel senso che non deve alterare la realtà, non deve falsificarla. Allora il fotoreporter non può essere artista? Io penso che possa comunque esserlo, pur mostrandoci la verità. Non credo che esista un fotografo che sia in grado di dipingere asetticamente il vero e poi, che cos'è il vero? Quello che a noi pare tale in tutta onestà. Quindi è vera la visione che di un evento ha chi lo ritrae.
Più che foto solamente documentaria, chi ha , dietro il mirino della macchina, personalità ed un cervello ed un cuore che funzionano, più che foto documentaria fa foto narrativa. Ci racconta cioè un evento, filtrato dalla sua personalità, come lui lo ha visto e sentito. Grandi personalità di questo spessore si sono trovati però spesso in contrasto col giornale da cui dipendevano, giornale che imponeva le sue linee guida. Ma anche attraverso questi lacci, chi ha personalità riesce a raccontare in maniera efficace ed originale.
Questo il mio pensiero.
Grazie a tutti per il contributo.
Enrico
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #12
Ma infatti io intendevo la fotogenicita, non la bellezza in se'.
Nel senso, la signora anziana della foto non è bella, ma è molto fotogenica, poichè esprime emozioni forti.
Io per fotogenicità intendevo questo!

Se stai facendo una foto di paesaggio e ti trovi in un campo di grano tutto sporco e pieno di immondizia e con magari i fili dell'alta tensione, puoi essere bravo quanto vuoi ma la foto non sarà minimamente compraabile con una foto di un paesaggio mozzafiato!
UmbertoBellitto
Messaggio: #13
QUOTE(enrico @ Oct 27 2008, 03:28 PM) *
Ciao P. Pazienza, ciao Deadstar,
il fotoreporter deve produrre dei documenti nel senso che non deve alterare la realtà, non deve falsificarla. Allora il fotoreporter non può essere artista? Io penso che possa comunque esserlo, pur mostrandoci la verità. Non credo che esista un fotografo che sia in grado di dipingere asetticamente il vero e poi, che cos'è il vero? Quello che a noi pare tale in tutta onestà. Quindi è vera la visione che di un evento ha chi lo ritrae.
Più che foto solamente documentaria, chi ha , dietro il mirino della macchina, personalità ed un cervello ed un cuore che funzionano, più che foto documentaria fa foto narrativa. Ci racconta cioè un evento, filtrato dalla sua personalità, come lui lo ha visto e sentito. Grandi personalità di questo spessore si sono trovati però spesso in contrasto col giornale da cui dipendevano, giornale che imponeva le sue linee guida. Ma anche attraverso questi lacci, chi ha personalità riesce a raccontare in maniera efficace ed originale.
Questo il mio pensiero.
Grazie a tutti per il contributo.
Enrico


Grazie, spiegazione molto esaustiva, sono d'accordo con te.
Tornando in linea con il tema da te proposto, Io credo che si debba prima di tutto studiare per imparare ad utilizzare "il come" nel migliore dei modi e in tutte le sue varianti.........dopodichè , all'atto pratico e a buon bisogno dimenticarsi del "come" per privilegiare il "cosa" si vuole rappresentare.......
tu hai detto: "Non credo che esista un fotografo che sia in grado di dipingere esatticamente il vero e poi, che cos'è il vero? Quello che a noi pare tale in tutta onestà. Quindi è vera la visione che di un evento ha chi lo ritrae.
Allora a questo punto secondo me subentra "la sensibilità" di ogni fotografo che forse è più corretto chiamare stile e che contraddistingue ogni singola foto rilegandola allo stile del fotografo.
C'è chi privilegia il come, chi il cosa....chi entrambi in diverse percentuali....
Ci sono foto fatte da grandi nomi della fotograqfia che anche tra un milione ne sapresti subito riconoscere l'autore......quanto conta il cosa e quanto il come?....mi verrebbe da pensare che più che il cosa o il come quello che conta è la diversa sensibilità che contraddistingue ognuno di noi.
Tutti possiamo essere degli ottimi documentaristi ma per essere artisti bisogna avere una sensibilità fuori dal comune...
Riassumendo "il come" possiamo apprenderlo tutti.......il cosa invece non è sempre sotto gli occhi di tutti.
Alessandro Casalini
Messaggio: #14
L'argomento è molto interessante.

A mio avviso quello che conta in ogni foto è l'emozione trasmessa, punto.

Che poi lo si faccia tramite un bel soggetto, una composizione perfetta, una scena rara, un colore insolito o una luce fuori dal comune il fine ultimo della foto è il trasmettere una emozione.

Per questo trovo che si possa, al limite, discutere sui motivi che ci fanno apparire una determinata fotografia bella o brutta, studiando di volta in volta quali cose il fotografo ha sfruttato per rendere quella immagine talmente particolare da essere "degna di nota".

Ciao, Alessandro.
Manuela Innocenti
Messaggio: #15
Il "cosa" fa certamente la sua parte, come del resto la fortuna di trovarsi in quell'istante in quel luogo e poter catturare quella situazione, ma il "come" secondo il mio parere ha molto più peso sull'esito finale.
In poche parole:

"meglio un bel come su un cosa così e così
che viceversa.*
enrico
Messaggio: #16
Ciao Urania, Alebao, Deadstar,
grazie per gli interessanti contributi.
Deadstar, lo stile ha certamente a che fare con il "come", ma credo sia relativo ai modi particolarissimi, ai "gusti tecnici", alle scelte compositive che si ripetono e che rendono riconoscibile una foto come "di quell'autore". Sono riconoscibili senza eccessiva fatica le foto degli Alinari, quelle di Hansel Adams, di Capa perchè hanno tutte un loro stile ben riconoscibile.
Ma forse, il vero senso del "come" in una foto è dato dal "significato" che vi sa trovare l'autore e che sa trasmettere, facendoci vedere quel "cosa" in un certo modo, non banale, nuovo. Non ricordo chi diceva che un Fotografo (la F maiuscola è intenzionale) è colui che riesce a mostrarci ciò che è consueto in maniera nuova, facendocelo così riscoprire, mostrandocene un aspetto che ci era sfuggito.
Enrico
P.Pazienza
Messaggio: #17
QUOTE(enrico @ Oct 26 2008, 11:23 PM) *
(...)
Il significato di queste due immagini non è quello delle cose rappresentate. E' altro e dipende dal "come" il fotografo le ha messe in relazione. Una relazione che nella realtà esse non hanno.
I rispettivi titoli sono, mi pare, "Innesto" e "Malizia".
(...)

ecco è proprio questo che non mi va giù di Doisneau... i titoli sono sempre così inutilmente ridondanti!

questo risponde ad un atteggiamento ben preciso del fotografo che impone il suo punto di vista in maniera molto forte attraverso l' immagine (il come), e sottolinearlo anche con il titolo conduce ad una interpretazione della fotografia a senso unico... una forzatura al limite dell'imposizione del significato, per questo le sue sono state giustamente definite fotografie "chiuse"!

Contrariamente, il come può manifestarsi anche in maniera meno invadente semplicemente suggerendo "stimoli" visivi che agiscono a livelli di senso differenti (è questo il caso della foto di Freed ma anche di grandissimi autori come Frank o Klein...). Sta allora allo spettatore il "gusto" di ricercare la sfumatura di significato più vicina alla propria sensibilità...

sto divagando...

in ogni modo nella fotografia "artistica" il valore aggiunto consiste proprio nella prevalenza del come rispetto al cosa e l'autore ci propone sempre una realtà filtrata dala sua sensibilità e dalle sue intenzioni comunicative...

Messaggio modificato da P.Pazienza il Oct 27 2008, 06:21 PM
enrico
Messaggio: #18
Condivido la ridondanza del titolo per certe foto che parlano da sole. Ridicole sono poi quelle foto che spesso si vedono nelle mostre di tramonti con sotto scritto "tramonto". Però, il tuo punto di vista dell'imposizione del significato, mi lascia un po' perplesso e mi induce a riflettere. Se si intende la fotografia come "linguaggio", il significato di una immagine è quello e solo quello che ha voluto dargli l'autore. Se poi c'è riuscito più o meno bene, è un altro discorso. Se si pensa all'immagine come ad un oggetto visivo capace di suscitare delle emozioni diverse da lettore a lettore (ed anche questo avviene), in dipendenza della particolare personalità e delle esperienze pregresse, del tipo di cultura ecc., non la si vede più come segno, cioè come oggetto portante dei significati che l'autore ha inteso dargli. Ci si allontana insomma dalla fotografia come "linguaggio".
Enrico
UmbertoBellitto
Messaggio: #19
QUOTE(enrico @ Oct 27 2008, 05:26 PM) *
Ciao Urania, Alebao, Deadstar,
grazie per gli interessanti contributi.
Deadstar, lo stile ha certamente a che fare con il "come", ma credo sia relativo ai modi particolarissimi, ai "gusti tecnici", alle scelte compositive che si ripetono e che rendono riconoscibile una foto come "di quell'autore". Sono riconoscibili senza eccessiva fatica le foto degli Alinari, quelle di Hansel Adams, di Capa perchè hanno tutte un loro stile ben riconoscibile.
Ma forse, il vero senso del "come" in una foto è dato dal "significato" che vi sa trovare l'autore e che sa trasmettere, facendoci vedere quel "cosa" in un certo modo, non banale, nuovo. Non ricordo chi diceva che un Fotografo (la F maiuscola è intenzionale) è colui che riesce a mostrarci ciò che è consueto in maniera nuova, facendocelo così riscoprire, mostrandocene un aspetto che ci era sfuggito.
Enrico

Ciao Enrico,
credo di aver detto la stessa cosa nel mio post, ma forse non s'era capito; ad ogni modo mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo. rolleyes.gif
ti auguro una buona serata.
Umberto


ecco è proprio questo che non mi va giù di Doisneau... i titoli sono sempre così inutilmente ridondanti!
Quanto hai ragione.
I TITOLI SONO SEMPRE RIDONTANTI.
Una foto non ha bisogno di titoli.
enrico
Messaggio: #20
Ciao Umberto,
tempo fa ho aperto una discussione in proposito (L'immagine e il titolo). La penso come te anche se ultimamente mi sono un po' ammorbidito e penso che in alcuni casi il titolo può costituire una chiave di lettura. Insomma, lo vedo ora come un peccato veniale...

La discussione è qui: L'immagine e il titolo
Buona serata
Enrico
UmbertoBellitto
Messaggio: #21
QUOTE(Urania @ Oct 27 2008, 05:13 PM) *
Il "cosa" fa certamente la sua parte, come del resto la fortuna di trovarsi in quell'istante in quel luogo e poter catturare quella situazione, ma il "come" secondo il mio parere ha molto più peso sull'esito finale.
In poche parole:

"meglio un bel come su un cosa così e così
che viceversa.*



Sono d'accordo sul fatto che il come sia FONDAMENTALE. ma non sono d'accordo sulla tua affermazione :
".. come del resto la fortuna di trovarsi in quell'istante in quel luogo e poter catturare quella situazione.."
Spesso non si tratta di fortuna, la verità è che tante di quelle situazioni sono sotto i nostri occhi e noi non siamo in gradi di coglierle , di accorgercene.
Ci vuole una sensibilità particolare per il cosa ( alcuni la chiamano volgarmente "ispirazione") e non è una dote comune a tutti, ed è proprio questa particolarità secondo me che fa grande un fotografo.
Per il come invece basta impegnarsi e studiare.

QUOTE(enrico @ Oct 27 2008, 07:39 PM) *
Ciao Umberto,
tempo fa ho aperto una discussione in proposito (L'immagine e il titolo). La penso come te anche se ultimamente mi sono un po' ammorbidito e penso che in alcuni casi il titolo può costituire una chiave di lettura. Insomma, lo vedo ora come un peccato veniale...

La discussione è qui: L'immagine e il titolo
Buona serata
Enrico


grazie Enrico, vado a leggere. grazie.gif
enrico
Messaggio: #22
E' vero quanto dici. Molte cose ci sono sotto gli occhi, ma spesso non riusciamo a vederle.
Una foto di qualche anno fa (è un soggetto come un altro). Ho visto la scena e mi ha ricordato la tenerezza di una mamma, di un papà verso il suo piccolo.


Immagine Allegata


Un saluto
Enrico
P.Pazienza
Messaggio: #23
QUOTE(enrico @ Oct 27 2008, 06:51 PM) *
Condivido la ridondanza del titolo per certe foto che parlano da sole. Ridicole sono poi quelle foto che spesso si vedono nelle mostre di tramonti con sotto scritto "tramonto". Però, il tuo punto di vista dell'imposizione del significato, mi lascia un po' perplesso e mi induce a riflettere. Se si intende la fotografia come "linguaggio", il significato di una immagine è quello e solo quello che ha voluto dargli l'autore. Se poi c'è riuscito più o meno bene, è un altro discorso. Se si pensa all'immagine come ad un oggetto visivo capace di suscitare delle emozioni diverse da lettore a lettore (ed anche questo avviene), in dipendenza della particolare personalità e delle esperienze pregresse, del tipo di cultura ecc., non la si vede più come segno, cioè come oggetto portante dei significati che l'autore ha inteso dargli. Ci si allontana insomma dalla fotografia come "linguaggio".
Enrico


la fotografia come linguaggio... altra annosa questione...
semplificando posso dire che personalmente mi ritrovo di più nella seconda ipotesi che hai descritto

il punto è che, paradossalmente, il linguaggio, o meglio il messaggio della fotografia è poco o per niente codificato (vedi R. Barthes) quindi se è vero che il punto di vista dell'autore ha una importanza privilegiata, è vero anche che le innumerevoli interpretazioni possibili e altamente soggettive dovrebbero avere pari dignità... un po' troppo ambiguo ed aleatorio per rientrare tra le categorie del un linguaggio non trovi?

Per questo preferisco andarci cauto con gli accostamenti linguistici e semantici; non sempre le stesse "strutture" sono applicabili senza probemi... bisogna tenere conto soprattutto del legame particolare che la fotografia (in quanto segno) ha con il reale... la faccenda è più complessa di quel che sembra... ma comunque molto interessante

UmbertoBellitto
Messaggio: #24
QUOTE(enrico @ Oct 27 2008, 08:25 PM) *
E' vero quanto dici. Molte cose ci sono sotto gli occhi, ma spesso non riusciamo a vederle.
Una foto di qualche anno fa (è un soggetto come un altro). Ho visto la scena e mi ha ricordato la tenerezza di una mamma, di un papà verso il suo piccolo.


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Un saluto
Enrico


semplicemente geniale!
....fa tanta tenerezza.!
enrico
Messaggio: #25
Certo è un "linguaggio" particolare, contornuale e non concettuale, per dirla con il Taddei. Non facilissimo da "scrivere" e da "leggere", considerato soprattutto che nelle scuole non è prevista nessuna educazione alla fotografia. Cosa per me assurda, visto che viviamo in un mondo di immagini. Ho seguito molti anni fa un corso di Nazzareno Taddei sulla "Lettura strutturale della fotografia" ed ho riletto più volte il suo libro, uno dei più belli ed interessanti che ho avuto la fortuna di avere. Il Taddei definisce "integrazioni psicologiche" i significati che ciascuno attribuisce ad una immagine, significati che non sono nella foto ma nel fruitore dell'immagine e che da questa possono venir suscitati. Il Taddei li vede come un ostacolo alla lettura.
Certo una immagine contiene al suo primo livello il "cosa", cioè tutto ciò che era davanti all'obiettivo al momento dello scatto. Ed è perfettamente legittimo concentrarsi su questo cosa e trarne delle informazioni che possono stimolare la nostra emotività.
Ma esaminando attentamente il "come", cioè le scelte tecnico-espressive che il fotografo ha fatto, esaminando cioé il come l'autore ha ripreso quel "cosa", è possibile risalire al pensiero dell'autore ed a ciò che ha voluto, consciamento od inconsciamente, dirci.
Senza nulla togliere a Barthes che è un classico.
Ciao
Enrico
 
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